Espressione senza trascendenza: il gesto e basta.
Una nota di ZONINOZ
Il flusso segnico non è sovradeterminato, non è regolato e normato ("super-ordine di super-concetti"), "spiegabile" per universali attraverso le velocità rallentate del "giudizio", bensì è singolare, spezzato da velocità infinite, da caos non-epistemico e non-statistico (più che quantistico?), "piegato" in un "dentro del fuori", perché non ci sono altezze e profondità, perché grund e ab-grund non sono mai tali in quanto "significano" sempre soltanto in un piano di immanenza, sempre orizzontale e mai verticale. Allora l' "espressione" è univoca (mai equivoca) solo perché l'essere si dice in un solo e stesso senso di tutto ciò di cui si dice, ma in una sintesi disgiuntiva: ciò che si vede non sta mai in ciò che si dice e viceversa. L'espressione è intrascendibile enunciazione, gesto libero e infondato perché l'inferenza (la stessa ragione) è sempre pratica e non normativa (contro la restaurazione di Kant e oltre Hume). Infatti ogni genealogia non porta mai all'Uno. Freud ha ucciso la psicoanalisi perché anziché accogliere l'inconscio ha cercato di normarlo spiegandolo. Se l'inconscio ha la struttura del linguaggio allora è intrascendibile e pratico, cioè -contro le attese strutturaliste- aperto, "non assiomatizzabile" e "indecidibile". Un esempio classico: una fune non è mai attraversata da una stessa fibra per tutta la sua lunghezza, eppure tiene. Così il segno. Il Caosmo può essere regolato con un gesto, perché ogni domanda è sempre un comando: è l'arbitrio dell'assoluto parmenideo, della selezione verticale platonica, dell'ingiustizia di Anassimandro, ma anche il gioco del fanciullo, il lancio di dadi e la vertiginosa e prospettica ("umana, troppo umana") misura di tutte le cose... È la velocità infinita (con turbolenza maggiore di quella fornita in un flusso le cui coordinate di ogni oscillatore sono probabilisticamente calcolabili, la cui velocità non può eccedere quella della luce nel vuoto) degli scarti non statistici fra schemi neurali disposizionali "virtuali".