Ritratti
Ri-Tratto

Il "ritratto" è un'occasione per tentare un incontro. Ma non l'incontro dell'Altro-Io.
Incontrare
come "creare" e "pensare", nella linea di fuga.
L'altro, il suo volto, la sua viseità, sono ancora soltanto l'aurora meccanica di una differenza, il cosciente soggetto dato, ancora da ritracciare e stracciare.

Per questo le opere qui riprodotte hanno avuto luogo senza l'intento del "ritratto" nelle sue accezioni classiche (riproduzione mimetica/rappresentazione/illustrazione di un soggetto) - punto di vista che si intende far fallire: ritratti in senso più classico sono i primi disegni a china, gli altri desiderano debordare il soggetto.

In particolare il colore ad olio - grazie ai tempi lunghi di essiccazione - rende possibile il deragliamento del soggetto in un differire errante e disgregato: il materiale si inserisce in un intervento che si ripete molto a lungo ed in tempi differenti.

Altri ri-tratti (col "trattino" in mezzo come "trarre di nuovo", ripetizione), i "ritratti più falliti", non li trovate in questa "sezione"

(più propriamente di "sezione", termine che per il suo uso ordinario richiama un particolare tipo di molteplicità -quella molare-, preferisco usare il termine più ampio "molteplicità" che appunto, a seconda del contesto, sarà molare oppure molecolare).