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QUANTI PALAZZI ALTI
Note storiche

"Versione registrata dalla famiglia Caprara a Lacchiarella, il 24 luglio 1968".

Una strofa di questo canto raccolta a Rovigo nel 1952 è pubblicata (parole e musica) in A. CORNOLDI, "Ande, bali e cante del Veneto con particolar riguardo al Polesine". Padova, Rebellato, 1968, p. 233 e sg.
Altra lezione veneta era gia stata pubblicata da questo autore in "81 canti della montagna. Secondo volume di nuovi canti con musica scelti e ordinati dal M. "Antonio Cornoldi". Roma, Casa Editrice "Dalmatia" di Luciano Morpurgo, 1954, p. 86 e sg. (una strofa diversa da quelle che figurano nella lezione cantata dai Caprara è il ritornello).
Una lezione raccolta a Trieste nel 1972 (due strofe senza ritornello) è riportata con musica in C. NOLIANI ''Canti del popolo triestino'', p.342
Cornoldi definisce il canto come popolareggiante e di fattura piuttosto recente, mentre Noliani lo considera ''canzone nata fra la prima e la seconda guerra mondiale".
Va tuttavia notato che alcune strofe che fanno parte della lezione conosciuta dai Caprara erano gia note nell'Ottocento come appartenenti al repertorio militare. Si veda, per esempio, la Canzonetta pubblicata in A. P. NINNI, Ribruscolando. Venezia, Tipografia Longhi e Montanari, 1890, p. 78 (Ristampa anastatica: Bologna, Forni, 1965):

Quatro cavai the trota / Soto la timonela,
Adio morosa bela / Non ci vedremo più.
Quatro cavai the trota / Soto la caretina,
Te scrivero bambina / La vita del solda.
La vita del soldato / La xe una vita santa
El magna, el beve, ei canta / Pensieri no 'l ghe n´a.

Anche in I. NINNI, «Appendice ai materiali per un vocabolario della lingua rusticana del contado di Treviso con un'aggiunta sopra le superstizioni, le credenze ed i proverbi rusticani del Dott. A. P. Ninni.» Venezia, Tipografia Longhi e Montanari, 1892, p. 33 (Ristampa anastatica: Bologna, Forni, 1966), figura una "villotta" il cui testo e assai simile a quello della prima strofa della lezione cantata dai Caprara:

Quanti suspiri e pianti / Che fano ste regazze,
Su le finestre basse, / Col fazoleto in man
Col fazoleto bianco / Sugandose i oci
Par vedar sti zovanoti / che va via a melitar.

Per quanto concerne le lezioni registrate nel cit. catalogo del Centro Nazionale Studi di Musica Popolare risulta the nella raccolta N, 61 - LOMBARDIA è presente una registrazione di A. Uccello a Seveso, MI, il 12 maggio 1961, il cui incipit è "Finchè avevo tolleri".

Presso l'Istituto Ernesto de Martino ne sono conservate più lezioni: reg. di R. Assuntino a Ponticelli di San Pietro in Casale, BO, nel luglio 1965 (incipit: "Finchè ci avevo sangue" e ritornello); reg. di M. Vailati a Cologno al Serio, BG, nel 1964 (incipit: "Quanti palazzi alti"); reg. di S. Uggeri ad Acquanegra sul Chiese, MN, il 20 agosto 1966; reg. di R. Schwamenthal a Scanzorosciate, BG, nel maggio 1965 (2 lezioni con in cipit: "Quanti palazzi alti, quante finestre basse"); reg. del Teatro Popolare di Ricerca di Padova a Sant'Anna di Chioggia, VE, nel 1966.
Quest'ultima registrazione è di particolare interesse. La sua trascrizione dattiloscritta è accompagnata dalla nota: "canto popolare veneto molto diffuso". La lezione ha alcune strofette legate al periodo della Resistenza e viene a volte eseguita assieme a strofe di vecchie canzoni antifasciste. Eccone il testo:

Quanti balconi alti / quante finestre basse
vogliamo le regasse / per fare 1'amor.
E tutti quei passi / che to mi fai far
bella biondina / li devi pagar.
Li devi pagare con sangue e sudor / finchè la luna / si incontra col sol.
Vieni biondina 1'amor / vien sotto 1'ombra di questo fior
Tu dormirai biondina in braccio a me / per consolare sto misero cuor,

Fin che g'avevo talleri / n' daxevo a pelandre
Adesso che no g'ho piu talleri / pelandre mai piu,

Quanti balconi alti ecc,

E quando le ragasse / lombarde e venessiane
si erano aruolate / con le republicane
Ma ora che 1'Italia / è stata liberà
cercarono la fuga / per potersi imboscar.

Ma invece la Mafalda / che è la pettenatrice
prende subito la moto / la moto e la bice,
Cercavano fuggire / per questa situassion
invece sono andate / in dentro in preson.

(C. Bermani e L. Betri, note al disco "I Caprara tra città e campagna", 1974)