Non si pesca petrolio nel nostro mare

Oltre 100 persone hanno partecipato all’iniziativa lanciata dalla rete Trivelle Zero Marche per rivendicare il diritto a un mare pulito e a un modello di sviluppo sostenibile.

Oggi, domenica 8 aprile sulla spiaggia di Palombina Nuova (AN) in contemporanea a svariate città della costa adriatica, cittadini, associazioni e comitati si sono mobilitati per prendere parola contro la politica energetica imposta dallo “Sblocca Italia” che punta ancora su un passato fondato sull’estrazione di petrolio e di gas.

Questo mentre il mondo sta puntando, anche se faticosamente, verso l’inevitabile passaggio alle energie rinnovabili, al risparmio energetico e al rispetto degli ecosistemi. Appare quindi ancora più folle ostinarsi nella ricerca di idrocarburi nell’Adriatico dove notoriamente i giacimenti sono scarsi e di bassissima qualità mentre lo scempio dei territori e gli elevati rischi ambientali ricadono sulle spalle di chi i territori li abita.

Come se non bastasse le ricadute economiche dall’estrazione di gas e petrolio sono ad appannaggio esclusivo delle grandi multinazionali dell’energia perché in Italia le corporations non pagano royalties sullo sfruttamento di queste risorse naturali.

Il Consiglio di Stato nei giorni scorsi ha assestato un duro colpo alle istanze ecologiste di queste zone dando di fatto il via libera alla ricerca di idrocarburi in mare con il metodo dell’airgun, una tecnica che consiste nel bombardare i fondali marini con potenti detonazioni che hanno pesanti ricadute sulla flora e fauna marina.

E tutto questo solamente per cercare gli idrocarburi… neanche per estrarli!

Da tre anni la rete Trivelle Zero Marche dà battaglia ai signori del petrolio e continuerà a farlo anche contro il progetto pesarese “Bianca Luisella”, che dietro un nome rassicurante cela l’imminente approvazione da parte del Ministero dello Sviluppo Economico di nuove trivelle in mare e nuovi gasdotti.

Oggi come ieri ci opporremo ad ogni nuovo mostro ecologico, difenderemo le nostre coste e spingeremo perchè a decidere sui territori siano coloro che li abitano.

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