iL tEATRO A cASALE. Che c'azzecca?


Quella che noi chiamiamo "Casale", è un'occupazione abitativa del Coordinamento Cittadino di Lotta per la Casa. 120 nuclei, tra famiglie e singol, dal dicembre 2005, si sono ripresi un pezzo del loro diritto all'abitare: hanno iniziato a vivere in due stabili abbandonati a TorMarancia, a via Casale De Merode. Li hanno trasformati nelle loro case e si autogestiscono tramite lo strumento dell'assemblea.
Sin dall'inizio, questa lotta, è stata accompagnata da alcuni teatranti che hanno provato a mettere al suo servizio, la loro esperienza teatrale.
Non era facile spiegare e capire nei dettagli la truffa di Lady ASL, che coinvolgeva anche i palazzi occupati. Uno spettacolo, pensato e scritto in tendopoli con la gente della tendopoli, poi ripreso dopo l'occupazione del secondo palazzo, ha sceneggiato la truffa.
Ecco che i meccanismi complicati si svelavano con dei giochi scenici, ecco che dei nomi difficili da ricordare diventavano personaggi, facce, simboli. In quello spettacolo/evento, ad un certo punto, alla storia di quei palazzi, si intrecciava la storia di 120 nuclei famigliari, che una mattina un po' sospettosi, un po' spauriti, un po' disperati con delle tende in mano, iniziavano la loro dura lotta per la casa. Allo spettacolo hanno partecipato: degli attori che vivevano la lotta quotidianamente, degli attori che si avvicinavano alla lotta per quello spettacolo, e occupanti non-attori che hanno partecipato a tutta la realizzazione dell'evento, alcuni di loro mettendosi anche in gioco sulla scena. Lo spettacolo s'intitolava "Mimmo Pupazzo" per alcuni, per altri "Cattedrali di Spreco", comunque qualcosa che ricordiamo tutti. Qualcosa che è stato utile alla comunicazione, qualcosa che ci ha unito di più, qualcosa che ci ha fatto morire dal ridere e commuovere…. insieme.
Casale, da subito, ha deciso di lasciare degli spazi grandi per un utilizzo sociale. Per le assemblee, per le feste, per le video-proiezioni...per il teatro.
Gli attori e le attrici con cui Casale ha stretto conoscenza, hanno potuto adoperare sin da subito questi spazi per creare i propri spettacoli, per appoggiare il materiale, per organizzare stages, per provare i loro spettacoli davanti ad un pubblico molto particolare: diverse età, diverse culture. In cambio Casale, non ha chiesto loro soldi, ma l'aiuto e la partecipazione alla sua lotta. Ecco che nelle iniziative territoriali di Casale ci sono sempre performance che arricchiscono la comunicazione. Ecco che la Befana, il Carnevale, un giorno qualunque diventa festa, diventa occasione per raccontarsi. Ecco che talenti fra gli occupanti vengono sostenuti e valorizzati: chi sa disegnare, chi conosce l'arte del decoro, chi quella della fotografia, chi canta, chi balla, chi suona...basta dare il via!
Quello che è successo spontaneamente a Casale ha a che vedere anche con qualcosa che forse si può definire "educazione al teatro". La gente di Casale, non solo ha potuto assistere a vari spettacoli e parteciparvi attivamente, ma ha anche conosciuto ciò che dietro ad uno spettacolo c'è sempre: il lavoro degli attori, le prove. Ha potuto constatare che gli attori e le attrici vivono la loro stessa precarietà di vita con l'aggiunta del vivere dei pregiudizi culturali che non vive un muratore, un impiegato.