Mar 082019
 

Riceviamo via mail e pubblichiamo.

Il 19 febbraio, giorno stesso delle perquisizioni e degli arresti, si è svolto un piccolo corteo a Trento in solidarietà con gli arrestati, con interventi e scritte sui muri.

Il giorno dopo, il già previsto presidio davanti alla sede trentina della Lega nella giornata nazionale contro il governo e in solidarietà coi compagni di Torino, riunisce un centinaio abbondante di compagni e solidali. Un’occasione per spiegare l’operazione del giorno prima e per difendere pubblicamente le azioni di cui sono accusati i compagni. Il presidio si trasforma in corteo: interventi, scritte e, nella parte finale, il danneggiamento a martellate di una banca. La stessa sera, a Rovereto, la conferenza di Pietro Basso sulle cause strutturali delle migrazioni internazionali e sul razzismo di Stato è un’occasione per il circolo Cabana (perquisito anch’esso) di esprimere con un volantino la propria solidarietà agli arrestati e per un compagno di fare un intervento al riguardo.

Venerdì un’affollata assemblea in solidarietà con i compagni arrestati si tiene in un’aula di Sociologia per dare aggiornamenti e ragionare su diverse iniziative. I consiglieri della Lega strombazzano che la polizia dovrebbe impedire con la forza simili assemblee perché in esse si difendono apertamente “atti di terrorismo”. Il giorno dopo, in una piazza di Rovereto, un “aperitivo con finalità di terrorismo” si protrae per ore con interventi e volantinaggio. Intanto si ricostruisce il quadro di nefandezze compiute da Digos e Ros durante le perquisizioni e gli arresti. Domenica, un primo giro di saluti ai prigionieri sotto le carceri di Brescia, Verona e Vicenza.

Mercoledì 27 febbraio, sempre a Rovereto, si tiene un comizio anarchico: chi sono gli anarchici? Cosa vogliono? Perché fanno paura? È la prima occasione pubblica in cui si racconta della pistola puntata alla tempia di un compagno durante l’arresto. Si aggiunge che la politica delega il tutto agli “specialisti della repressione”, ma che ha anch’essa le proprie responsabilità. Tanto più che gli arresti hanno seguìto di pochi giorni il Comitato per l’ordine e la sicurezza riunitosi sul “problema anarchici” a Rovereto (con i sindaci di Trento e Rovereto, il prefetto, il questore e i dirigenti di polizia e carabinieri) e che i “primi cittadini” avevano poi espresso il loro plauso a forze di polizia e magistratura. Finito il comizio, una quarantina di persone (compagni e solidali) va a interrompere il consiglio comunale chiedendo provocatoriamente al sindaco se nel plauso sono comprese anche le pistole puntate contro i compagni e dicendogli che se toccano questi ultimi dovrà risponderne anche lui. Ai suoi farfugliamenti imbarazzati e imbarazzanti si risponde con i cori “Terrorista è lo Stato” e “Sasha, Agnese, Rupert, Nico, Giulio, Stecco, Poza liberi”. Quando arrivano le pattuglie di polizia e carabinieri, compagni e solidali se ne sono già andati. Il Comitato per l’ordine e la sicurezza non aveva promesso che le sedi istituzionali sarebbero state costantemente presidiate?

Il venerdì altro appuntamento a Sociologia per aggiornamenti e proposte (tra cui il corteo di solidarietà ai compagni arrestati nelle varie città per sabato 16 marzo a Trento). Sabato e domenica presìdi solidali davanti alle carceri di Tolmezzo, Vicenza, Verona, Brescia, Ferrara e Roma.

Come si vede stiamo dedicando molta importanza alla presa di parola pubblica, per difendere le azioni di cui sono accusati i compagni, per ragionare sui tempi in cui viviamo, per spingere sulle lotte e sull’utopia per la quale ci battiamo. Oltre alla solidarietà di quelli con cui abbiamo lottato in questi anni, ci sembra che attorno ci sia attenzione. Non ci faremo chiudere in un angolo facilmente.

Le iniziative e le azioni che stanno avvenendo un po’ ovunque in solidarietà con i vari compagni arrestati non solo ci scaldano il cuore, ma dimostrano che il progetto dichiarato di farla finita con il “problema anarchici” in Italia può essere una scintilla di riscossa per chi ama la libertà.

È un periodo difficile, non c’è dubbio. Ma abbiamo mai pensato che fosse facile?

Ci vogliono idee, vitamine, cuore.

compagne e compagni del Trentino