Feb 082019
 

Giovedì 7 Febbraio 2019: la polizia entra all’Asilo occupato di Torino con l’intento di chiudere un altro spazio di libertà e di conflitto,con un mandato di cattura a carico di alcuni compagni e compagne attive da anni nella lotta contro il sistema dei lager di stato conosciuti come C.P.R.
I reati contestati sembrerebbero essere per tutti/e l’associazione sovversiva e, a vario titolo, l’istigazione a delinquere, la detenzione, la fabbricazione e il porto di ordigni esplosivi.

Giovedì 7 Febbraio è un nuovo giorno di attacco nell’offensiva dello Stato contro gli sfruttati e chi si ribella. Pochi giorni dopo l’indegna sfilata di capitan coraggio vestito da playmobil ai cantieri del TAV, il ministero del terrore mette in scena un’altra giornata di plotoni schierati, di manette che tintinnano, di quartieri militarizzati. Come a Giambellino, come a Cosenza un mese fa, l’obiettivo è quello di estirpare chiunque in questo paese possa rappresentare un’alternativa alla disperazione e alla rassegnazione. Colpire chi rappresenta un reale ostacolo al dilagare della macchina della paura con la quale si vuole spianare sempre di più la strada al dominio delle mafie padronali, agli
interessi speculativi dei soliti signor Lavazza e Benetton, al tripudio della schiuma dei nuovi Signori in gialloverde.

L’Asilo rappresenta infatti un problema per chi da anni vuole fare del quartiere di Aurora e limitrofi un nuovo parco giochi per i grandi immobiliaristi, per chi parlando di riqualificazione sottrae un pezzo di città ai suoi abitanti per regalarlo alle logiche del profitto. Anni di lotte contro gli sfratti e gli sgomberi, anni di resistenza alle retate contro i/le migranti, anni di sostegno incondizionato a chi è stato privato/a della libertà. Anni di repressione, che non ha mai piegato i compagni e le compagne che hanno sempre resistito.

Nello stesso tempo si fa scattare l’ennesima operazione per 270: l’associazione sovversiva. Che chi combatta questo sistema non abbia difficoltà a riconoscersi nella finalità di sovvertire questo regime è cosa pacifica. Sappiamo tuttavia che l’art. 270, al pari di altri strumenti di cui lo stato si dota, viene adoperato ad hoc da questure e tribunali come arma per colpire le realtà in lotta. E chi da anni si spende nelle strade, e non solo per denunciare e colpire gli interessi che dietro il sistema dei rimpatri e delle espulsioni ha rappresentato l’innesto del progressivo imbarbarimento della coscienza pubblica nei confronti dell’immigrato, del “diverso”, dello “straniero”, è il primo obiettivo del nemico. Crediamo che l’attacco della procura di Torino non sia però un fatto isolato e rappresenti il segno di una fase
in cui ogni forma di resistenza è nel mirino.

Crediamo anche che ogni giorno sia più urgente mettere in piedi la risposta al sistema dei vecchi e nuovi padroni. Viviamo circondati dall’orrore: morti in mare salutati con esultanza, persone uccise in strada dalla polizia, spari su chi ha la pelle di un colore diverso dal pallore occidentale, il sistema della schiavitù sempre meglio regolamentato e legittimato, il regno del falso che ogni giorno riscrive una pagina di surrealtà in cui annegare le coscienze e gli intelletti delle persone.

Chiediamo a tutti e tutte, e a noi per primi, un sussulto di dignità e di rabbia.

Chiediamo a tutti e tutte di farsi carico pienamente di ciò che significa solidarietà: sentirsi parte lesa quando colpiscono una parte della tua classe; farsi carico del peso e delle difficoltà che chi lotta al tuo fianco non può più reggere. La solidarietà è rivoluzionaria solo se è reale, e una rivoluzione può divenire reale
solo se fondata sulla solidarietà.

Parteciperemo al presidio di Domenica 10 Febbraio al CPR di Ponte Galeria, e invitiamo tutti e tutte a farlo, per affiancare chi da anni prende parte a questa lotta, e perché l’attacco ai compagni e alle compagne di Torino è anche un attacco a chi vive sulla propria pelle l’oltraggio a cui queste/i si sono sempre opposti, con coraggio e generosità.

Domenica 10 febbraio scendiamo in strada, portiamo solidarietà alle recluse nel CPR di Ponte Galeria, guardiamoci in faccia e costruiamo insieme una risposta.

Salutiamo con orgoglio la resistenza messa in campo a Torino.
Col pensiero vivo alle compagne e i compagni che in queste ore vengono consegnati nelle mani dei carcerieri.
Col pensiero vivo a tutte e tutti quelli già ostaggio dello stato.

Tutte libere, tutti liberi.

NED-PSM
Rete Evasioni