Set 302018
 

Il 25 settembre è stata emessa la sentenza di cassazione per i fatti riguardanti il corteo antifascista del 24 gennaio 2015 svoltosi a Cremona. La cassazione ha dunque confermato le condanne pronunciate in secondo grado di giudizio, ovvero 3 anni e 8 mesi di carcere per l’ormai sdoganatissimo reato di “devastazione e saccheggio”.

Quel giorno, nella tranquilla Cremona tante/i compagne/i decisero di dare una risposta chiara e decisa all’agguato fascista contro il centro sociale “Dordoni”, durante il quale un compagno finì in coma a causa dei colpi ricevuti.

Non va bene, secondo la corte, rispondere ad azioni fasciste nelle nostre città; non va bene esprimere la rabbia verso una condizione di vita deprimente e ai limiti della sussistenza; non va bene non rassegnarsi a un’esistenza fatta di confini e checkpoint. E lo spettro di “devastazione e saccheggio” serve proprio a ricordarci questo.

Alla corte, ai/alle giudici, ai/alle pm, e a chi manovra i loro fili, rispondiamo che invece noi quella sana rabbia continueremo a esprimerla, e a essere solidali con chi, non addebitando altrui responsabilità, viene colpita/o da misure repressive volte sistematicamente a scoraggiare qualsiasi tipo di espressione di dissenso che non rientri nei sempre più angusti recinti imposti dallo stato.

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