Giu 192015
 

fonte: informa-azione

NUOVA INCHIESTA PER 270bis E 280 IN TRENTINO

Il 14 giugno, di ritorno dalla bella mobilitazione antimilitarista contro l’aeroporto di Decimomannu, quattro compagni sono stati fermati e perquisiti dalla polizia all’aeroporto di Bergamo.  Ad un compagno è stata notificata un’indagine per 270bis (associazione sovversiva con finalità di terrorismo) e 280 (attentato con finalità di terrorismo) per due attacchi avvenuti fra il dicembre e il gennaio 2014, il primo a Rovereto contro il polo tecno-industriale “Meccatronica”, il secondo a Trento contro il Tribunale di sorveglianza. In Trentino, come in altre parti d’Italia, si può dire che dal 2000 ad oggi, chiusa una e aperta un’altra, le inchieste per 270bis siano state permanenti.

La “novità” in questo caso è che al compagno gli sbirri volevano prelevare campioni di DNA. Essendosi rifiutato, gli hanno comunicato che verrà avviata la procedura per il prelievo coatto. A partire da quanto dichiarato da sbirri e magistratura sui fatti del 1° maggio a Milano, cioè la volontà di creare un archivio di tracce di DNA su quanto rinvenuto in strada, nelle ultime settimane i prelievi, eseguiti o tentati, contro compagni arrestati, sgomberati o fermati sono stati una costatante. Si può scommettere che tale pratica andrà ben oltre i fatti del 1° maggio.
L’altra “novità” è che titolare dell’inchiesta per le due azioni dirette avvenute in Trentino è la Procura di Trieste. Così si capisce il senso del summit fra digos e procuratori del Trentino, del Veneto e del Friuli avvenuto l’anno scorso. Il motivo per cui la giurisdizione è passata a Trieste è questo: per l’attacco al Tribunale di sorveglianza figurano “persone offese” i magistrati Arnando Rubichi e Ettore di Fazio, il che rende incompatibile la Procura di Trento.

Nel solidarizzare, come abbiamo sempre fatto, con chiunque attacchi il potere, facciamo notare un paio di cose. Al ruolo di cani da guardia del potere, i magistrati di sorveglianza (in particolare Rubichi) aggiungono uno zelo tutto loro, negando sistematicamente liberazioni anticipate, domiciliari e altre “pene alternative” ai prigionieri che ne avrebbero diritto. Zelo che in un solo anno ha provocato ben due suicidi nel carcere di Spini di Gardolo. Nell’ultimo periodo, i detenuti di questo carcere hanno dato vita ad una decisa protesta (battiture, lenzuola incendiate, bombolette del gas fatte esplodere nei corridoi) a cui l’Amministrazione penitenziaria ha risposto con pestaggi e isolamento, facendo intervenire i GOM.
Durante i saluti solidali di questi giorni, assieme ai riferimenti alle varie restrizioni (colloqui e telefonate limitate, divieto di usare il campo da calcio), la costante delle urla dei detenuti erano gli insulti verso Rubichi.
Sappiamo che quando ci fu il botto al Tribunale di sorveglianza i prigionieri esultarono. Qualche detenuto fu addirittura interrogato perché in corrispondenza con alcuni compagni.
Chi sono dunque le persone offese?

Non c’è inchiesta che possa soffocare l’azione diretta e la solidarietà.

Compagne e compagni di Trento e Rovereto