Appello per dire NO al Daspo Urbano |
Riparte anche a Pisa la cosiddetta “lotta al degrado”: siamo di fatto in campagna elettorale, la Lega Nord ha già conquistato il Comune di Cascina, e qualcuno pensa che per avere consensi si debbano inseguire le parole d’ordine di Salvini.
Così anche a Pisa si
ricomincia a parlare di “sicurezza” e di “ordine pubblico”: e
lo si fa in modo ideologico, propagandistico, a scopo evidentemente
elettorale. Così, non ci si interroga sulla vivibilità dei
quartieri, sulle nuove forme di esclusione sociale, e nemmeno sulle
possibili minacce all’incolumità fisica dei cittadini pisani, dei
residenti o dei turisti, su cui pure sarebbe interessante e utile
discutere. Ci si accontenta invece delle solite affermazioni da
marketing elettorale: per garantire sicurezza, si dice, bisogna
allontanare mendicanti, senza fissa dimora, venditori ambulanti,
immigrati. È in questo contesto che si cerca di applicare a Pisa il cosiddetto Decreto Minniti, divenuto ora Legge n. 48 del 2017, “Disposizioni urgenti in materia di sicurezza delle città”. Si tratta di una norma fortemente contestata, che amplia a dismisura i poteri di ordinanza dei Sindaci (come già avevano fatto, con modalità non troppo diverse, le norme del “Pacchetto Sicurezza” berlusconiano poi bocciate dalla Corte Costituzionale).
L’applicazione a
livello locale della legge Minniti prevede, in particolare, l’uso
del cosiddetto “Daspo urbano”: il sindaco, in collaborazione con
il prefetto, potrà multare e poi impedire l’accesso ad alcune aree
della città per chi «ponga in essere condotte che limitano la
libera accessibilità e fruizione» di infrastrutture di trasporto
(strade, ferrovie etc.). La definizione, come si vede, è molto
ampia, poco determinata, e lascia ampio margine ad un uso
discrezionale e arbitrario. Per questo, sulla scia di importanti appelli lanciati a livello nazionale dall’Associazione Antigone e dai Giuristi Democratici, chiediamo al Sindaco di non inseguire il linguaggio leghista, e di riaprire una discussione sui nodi dell’esclusione sociale, delle nuove marginalità, della vivibilità dei quartieri. Riaprire la fallimentare stagione delle ordinanze, promuovere i Daspo urbani, lanciare ancora una volta la guerra a mendicanti e venditori, significherebbe non affrontare i problemi reali della città. E vorrebbe dire perpetuare quella guerra ai poveri che non ci pare aver prodotto brillanti risultati, nemmeno sul terreno della sicurezza. Primi firmatari:
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