Sabato
16 Febbraio manifestazione contro lo sgombero dell’ex-Colorificio Liberato
( English Version )
Uniti per un bene comune:
Usciamo dal
grigiore, coloriamo la città!
Concentramento ore 15 Piazza
Vittorio Emanuele
Il
Municipio dei Beni Comuni si rivolge a tutte e tutti coloro che credono e
lavorano quotidianamente perché un’altra società e un’altra città siano
veramente possibili.
Il nostro
appello è rivolto a quanti credono nella partecipazione dal basso, nelle
pratiche sociali quotidiane, contro ogni guerra globale permanente, contro il
predominio del mercato, contro il razzismo, contro la precarietà del lavoro e
della vita, per il rispetto dell’equità sociale, dei diritti e della
salvaguardia ambientale.
Lo
scorso 13 ottobre abbiamo liberato con un percorso pubblico e condiviso quello
che per la città di Pisa è ormai l’ex-Colorificio Liberato, fino a ieri uno dei
tanti “cadaveri” lasciati in abbandono dai proprietari con la speranza di
potervi realizzare, un domani, grandi speculazioni edilizie.
Di questi giorni è la
notizia che la proprietà dell’area, la multinazionale J Colors, ha fatto
richiesta di sequestro e di sgombero. Questo avviene, a nostro giudizio, perché
l’esperienza del Municipio dei Beni Comuni, con la sua semplice esistenza
all’interno dell’ex-Colorificio, mette in discussione il potere assoluto della
proprietà privata e della rendita. L’abbandono di questo spazio di 14.000 mq
rappresentava, in realtà, un abuso del diritto di proprietà, rispetto al quale
il Municipio non ha solo svolto un’azione di denuncia, ma ha anche avuto la
funzione di rigenerare un’area enorme, destinata in caso di sgombero a tornare
vuota per decenni, in uno stato di degrado e abbandono.
La riapertura e il
riutilizzo dell’ex-Colorificio costituiscono oggi un modello a livello
nazionale per una pratica di costruzione dal basso di una forma di democrazia,
ma possono rappresentare anche una risposta alla crisi sociale, economica e
culturale che colpisce l’Italia. La proposta di una ripresa di nuove attività
produttive all’interno dell’ex-Colorificio è la scommessa che il Municipio sta
cercando di portare a compimento, rimettendo al centro, con una pratica
concreta, il nodo del lavoro, dei diritti e di nuove forme di economia.
La
riproducibilità di quanto sta avvenendo oggi a Pisa fa paura perché, con le sue
attività quotidiane e le campagne emerse durante la tre giorni di United Colors
of Commons, il Municipio dei Beni Comuni pone una questione trasversale a tutti
i territori italiani, proprio a partire dai grandi interessi e patrimoni del
nostro paese: ripensare il futuro delle tantissime aree industriali dismesse e
del loro riutilizzo, un tema con cui la politica deve confrontarsi ascoltando
le esigenze dei cittadini e non sempre e soltanto gli interessi dei grandi
speculatori.
Vincere
la battaglia contro lo sgombero dell’ex-Colorificio Liberato significa dare una
possibilità concreta ad un’altra forma di società. I termini del conflitto e
della posta in gioco sono chiari: da un lato la difesa dei beni comuni,
dall’altro gli interessi dei poteri forti. Occorre scegliere da che parte
stare. Il silenzio dell’amministrazione comunale in tutti questi mesi è indice
ancora una volta della politica che l’amministrazione Filippeschi ha condotto
non solo sulla questione degli spazi sociali, ma del modello di città che
intende favorire, in contrasto con le tendenze del resto d’Europa, dove
esistono numerose esperienze positive di autogestione e auto-recupero di aree
industriali dismesse. È tutta questione di volontà politica, di progetti su cui
si vuole investire: è eloquente il fatto che in Italia molte esperienze di
liberazione di spazi sociali siano sotto attacco.
Oggi
il Municipio dei Beni Comuni non è solo una rete di associazioni, non è solo
uno spazio sociale per decine di attività, un luogo di incontro e produzione
politica e culturale per centinaia di soggetti, una pratica quotidiana di
cittadinanza, ma un vero bene comune e a difesa di tutto questo scenderà in
piazza questo scenderà in piazza il 16 febbraio
per mandare un messaggio di speranza contro quegli ostacoli di ordine economico
e sociale che limitano "di fatto" la libertà e l'eguaglianza dei
cittadini.
La
risposta del Municipio dei Beni Comuni a chi ci vorrebbe isolare in una logica
dell’emergenza e di ordine pubblico rimane come sempre soltanto: il lavoro e le
attività quotidiane, continuando sul solco individuato durante United Color of
Commons. Noi vogliamo una città fatta di luoghi aperti e corpi liberi di
circolare, dove si costruiscano opportunità per i lavoratori precari e per i
migranti e si garantisca realmente l’accesso ai servizi, alla scuola, alla
sanità, alla casa, al lavoro. Non vogliamo una città in mano agli imprenditori
e ai grandi proprietari immobiliari, che rischia di vedere il suo territorio
sempre più devastato.
La città
promossa dal Municipio dei Beni Comuni e che già trova spazio
nell’ex-Colorificio Liberato si fonda sull’incontro tra le differenze, sulle
risposte ai bisogni di una cittadinanza multiforme. Parla di un’altra città,
più grande, che sappia imparare ad essere più generosa nelle sue strade e nelle
sue piazze, nei suoi mille edifici da sottrarre alla speculazione e
all’incuria, capace di aprire le scuole e le università ai quartieri, impedendo
la costruzione di ghetti e l’innalzarsi di muri tra chi vi risiede, lavora e
studia. Una città che sappia riconoscere un libero e autentico sviluppo
culturale e fermento artistico e musicale, necessari per la crescita sociale e civile,
attività che hanno bisogno di spazi per poter nascere, crescere e arricchirsi.
Il Municipio dei Beni Comuni non permetterà che una rovina
della modernità industriale torni ad
essere il grigio ammasso di ferraglia dismessa che è stato fino a ieri. I
colori che hanno ripreso vita in questi tre mesi devono continuare a
moltiplicarsi e mescolarsi. Per tutto questo invitiamo tutte e tutti, il 16
febbraio a scendere
in piazza in difesa degli spazi di partecipazione e di socialità come beni
comuni a disposizione della cittadinanza. Contro lo sgombero del Municipio dei
Beni Comuni e di tutte le esperienze di liberazione di spazi sociali e di autogestione
che nella nostra regione come nel resto d'Italia sono a rischio di essere
cancellate.
Municipio dei Beni Comuni – Pisa
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