Comunicato contro il 41 bis
27-10-2005

Il razzista Castelli, ministro della giustizia del governo reazionario, clericale e fascista di Berlusconi, annunciava ai media nazionali a inizio mese l'applicazione del 41 bis ai prigionieri delle nuove Br. Il motivo di questa barbara misura blaterata dal ministro leghista, mirava ad evitare che questi detenuti continuassero a commettere reati di terrorismo. Una dichiarazione questa del ministro veramente ipocrita. Ma soprattutto una dichiarazione arrogante degna di chi, forte del potere politico ed economico e al comando del monopolio della violenza (lo Stato e tutti i suoi apparati repressivi), in questi anni hanno scatenato una campagna vasta e sistematica di repressione e persecuzione contro i comunisti, i rivoluzionari, gli antimperialisti, gli anarchici, gli arabi democratici, gli islamici antimperialisti, le avanguardie di lotta dei movimenti rivendicativi, i sindacalisti combattivi e in generale contro i lavoratori, gli immigrati, le masse popolari, i giovani e le donne in lotta contro le politiche antipopolari e liberticide della borghesia imperialista.

Il governo italiano, naturalmente in primo luogo il ministro degli Interni Pisanu che non manca mai di lanciare studiati allarmi sul terrorismo che incombe, perseguono la strategia della paura e della violenza contro chiunque in Italia si pone alla testa delle masse popolari che si ribellano contro la guerra di sterminio non dichiarata della borghesia. Questa guerra non dichiarata che ha le sue fondamenta nel sistema capitalista in crisi, uccide veramente quotidianamente milioni di uomini, donne, vecchi e bambini: sono milioni di morti per fame, per malattie curabili, per miseria, per disoccupazione, per infortuni sul lavoro, per disastri naturali prevedibili e causati dallo sfruttamento selvaggio dei capitalisti.
Milioni di esseri umani muoiono inoltre ammazzati dalle vere guerre, che gli imperialisti conducono in ogni angolo del pianeta, per soffocare popoli e nazioni e razziare le loro risorse come sta avvenendo in Iraq, in Afganistan e in Palestina ad opera degli imperialisti USA e Britannici, appoggiati a loro volta in questa politica criminale dalla banda Berlusconi, notoriamente super inquisita per vari reati da codice penale ai danni delle masse, ma nei fatti, guarda caso, mai finita in galera.

Nel nostro Paese la repressione è sempre più asfissiante e le carcerazioni politiche sono sempre più frequenti. Il trattamento speciale applicato ai prigionieri politici è più che palese nel suo obiettivo di annientamento. L'annientamento è contro coloro che non vogliono rinunciare alle idee rivoluzionarie e alle idee di vera solidarietà e giustizia sociale.
Il 41 bis, misura restrittiva estrema applicata ai prigionieri delle Br e ad altri prigionieri accusati di terrorismo, non è altro che una pura tortura e di fatto una violazione dei principi fondamentali dell'uomo, che contrasta apertamente con le stesse Costituzioni democratiche borghesi e le Convenzioni internazionali sui diritti umani.
Non è vero che con l'applicazione del 41 bis si vuole impedire al prigioniero politico di commettere altri "reati di terrorismo", questa è una panzana che racconta il ministro Castelli, è un'affermazione semplicemente ridicola, vergognosa e offensiva per la ragione umana. La verità è che con una misura così coercitiva e disumana come il 41 bis, si vuole esercitare una vendetta, si vuole castigare ulteriormente chi non sottomette la propria coscienza rivoluzionaria all'ordinamento infame di sfruttamento della borghesia. Come se non bastassero i processi e le condanne esemplari a cui vengono sottoposti i prigionieri politici, i tribunali borghesi aggiungono agli anni maggiorati di pena, la tortura del 41 bis per rendere ancora più orribile la condanna.
Questo metodo giudiziario serve a mostrare e a terrificare quanti fuori ancora dalle carceri pensano o potrebbero incominciare a pensare, che è ora di cambiare le cose, di rivoluzionare il mondo, di costruire il socialismo o nuove democrazie, perché della barbarie borghese le masse popolari e il proletariato non ne possono proprio più.
Le condanne eccezionali contro i prigionieri politici vengono comminate oggi da una reale magistratura speciale, come ai tempi dei tribunali del tristemente ventennio fascista in cui centinaia di comunisti, anarchici, rivoluzionari e democratici venivano condannati al carcere e al confino. In quei tribunali e in quelle carceri fasciste dove Antonio Gramsci, dirigente del vecchio partito comunista italiano, fu lasciato ammalare e fatto morire.
Il giudice speciale (inquirente o giudicante) chiede ed elargisce le pene non per il reato in se, per un reato più o meno grave commesso da un singolo o da un gruppo, ma chiaramente chiede e condanna in base a ciò per cui il reato è stato commesso: per una società senza classi, per il socialismo, per la liberazione di un popolo oppresso o per l'indipendenza del proprio paese da uno Stato oppressore. È questo ciò che qualifica il prigioniero politico. L'oggetto della condanna o della persecuzione è il fine e non il mezzo. Ciò è confermato dalle leggi sul pentitismo e sulla dissociazione dalla lotta di classe. Tra queste leggi, la Gozzini è quella che si basa sul premio della "libertà" ai prigionieri che si allontanano dagli ambienti della politica rivoluzionaria.

A guardare le carceri della tortura gestite dagli imperialisti USA e dal loro capo banda Bush a Guantanamo, Abugraib, Bagram, o quelle gestite dal boia Sharon nel deserto del Neghev della Palestina occupata dai sionisti, o le carceri dell'isolamento di tipo "F" per migliaia di prigionieri politici della Turchia, gestite dal governo fascista del boia Erdogan; osservando le carceri di massima sicurezza europee come in Francia dove ci sono ormai oltre 350 prigionieri politici tra baschi, bretoni, corsi, comunisti e anarchici; e ancora come in Spagna che conta un migliaio di prigionieri prevalentemente indipendentisti baschi; e per finire l'Italia dell'oscurantista governo Berlusconi con un centinaio di detenuti politici in regime di EIV (elevato indice di vigilanza), di 41 bis, e le detenzioni amministrative (vale a dire carcere senza aver commesso reati e ricevuto condanne) per migliaia di immigrati tenuti in condizioni di vita disumane nei CTP (Centri di Permanenza Temporanea) pronti ad essere espulsi; se guardiamo a tutto ciò, probabilmente anche Cesare Beccaria avrebbe avuto da dire qualcosa di critico nel suo famoso trattato "Dei delitti e delle pene" pubblicato in forma anonima nel 1764. Ma allora, 250 anni fa circa, la borghesia era progressista e in lotta contro i regimi ecclesiastici e feudali. Dal momento che la classe operaia da ben 150 anni ha preso coscienza di sé e ha incominciato ad essere indipendente e a lottare per la propria emancipazione, la borghesia è tornata al metodo della giustizia feudale per reprimere con il carcere, la tortura, la pena di morte dichiarata o meno, le temute avanguardie delle classi subalterne che alla fine vinceranno la lotta per il nuovo mondo senza classi.

Noi dobbiamo combattere la barbarie del 41 bis e per questo che vogliamo partecipare attivamente alla campagna di lotta avviata di fatti, da più parti e da più organismi, per l'immediata abolizione di questa misura carceraria.
Per tutto ciò diciamo che assemblee pubbliche e di massa, presidi e manifestazioni sono necessarie per rafforzare la campagna per l'abolizione del 41 bis, per la chiusura dei CTP, per denunciare le leggi e i tribunali speciali contro i prigionieri politici, per rivendicare lo Status dei prigionieri politici, per lottare contro la persecuzione dei comunisti, dei rivoluzionari e di tutti coloro che lottano contro il regime reazionario della borghesia.
Ovunque siamo presenti promuoveremo o parteciperemo alle iniziative che intendono denunciare questo stato di barbarie e in difesa dell'integrità psicofisica dei rivoluzionari prigioni, in difesa della loro dignità umana e soprattutto della loro identità politica ed ideologica.
Per essere più concreti, l'ASP a breve organizzerà un primo presidio di lotta presso il carcere di Secondigliano (NA) in cui è rinchiuso in regime di 41 bis il prigioniero politico delle Br Marco Mezzasalma. Invitiamo anche tutti gli altri a partecipare a questo presidio o ad organizzarne altri dove sono detenuti compagni e prigionieri politici a regime di 41 bis come a Sollicciano e altrove. Lavoriamo per una mobilitazione nazionale.


Mobilitiamo le masse popolari contro il 41 bis!
Rafforziamo la resistenza dei rivoluzionari prigionieri contro le vessazioni infami dei carcerieri della borghesia imperialista!
Lottiamo per il riconoscimento dello Status dei prigionieri politici, per i loro raggruppamento e contro il regime d'isolamento a cui vengono sottoposti!
Allarghiamo la battaglia di solidarietà a livello europeo!
Costruiamo un fronte ampio contro la repressione, le liste nere e le leggi speciali che perseguitano comunisti, rivoluzionari, anarchici, indipendentisti e i democratici delle nazioni oppresse!


Associazione Solidarietà Proletaria (ASP)

aspilbollettino@virgilio.it