PAGIANNUNZ: LA NATURA DELLE COSE

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Abbiategrasso ha uno storico e importante imprenditore, l’ingegner Castoldi, presidente della storica e importante azienda BCS. L’ingegner Castoldi in queste settimane si è esposto a favore della tangenziale Vigevano-Albairate-Magenta e ha messo in discussione il valore simbolico e reale del Pagiannunz.
L’ingegner Castoldi ha fatto a questo proposito un appello “al senso di correttezza, alla verità”.
Nei tempi opportuni avremo modo di intervenire sulla questione tangenziale dicendo subito solo una cosa: questa inutile colata di cemento e asfalto devasterà questo territorio non solo da un punto di vista ambientale, ma anche economico e sociale.

Sulla questione Pagiannunz proviamo invece a raccogliere l’appello al senso di correttezza e verità dell’ingegnere adoperandoci nell’esporre in modo oggettivo alcune questioni per noi importanti. Cercheremo quindi di correggere alcune delle inesattezze tecniche apparse sull’ultimo numero del settimanale “Ordine&Libertà”.
Per correttezza e verità partiamo da due punti:

Il primo. La risposta alla domanda che l’ingegner Castoldi pone ai Comitati. L’ingegnere chiede: “non sarà mica che i comitati vogliono difendere l’area umida per impedire la costruzione del centro commerciale?” La risposta è sì, certo. Difendiamo l’area umida perché siamo contrari a qualsiasi progetto immobiliare sul Pagiannunz sia questo un centro commerciale, un residenziale, sia logistica, capannoni, multisala, commerciale.

Il secondo. Per amor di correttezza e verità il Presidente Castoldi dovrebbe dire che una parte dei terreni del Pagiannunz appartiene alla BCS e che una delle idee del gruppo BCS è proprio costruire dei capannoni per ospitare terziario, artigianato e commercio.

Quindi per amor di correttezza e verità riteniamo plausibile esplicitare questa domanda: Non è che il presidente della BCS dice che l’area umida non ha nessun valore ambientale, paesaggistico e sociale perché non vuole avere vincoli che ostacolerebbero la costruzione di centri commerciali, capannoni, case e cemento sui terreni di proprietà della BCS?

Per amor di correttezza e verità veniamo a riproporre altre dichiarazioni di questi giorni a cui (contrariamente per quanto avvenuto per le esternazioni del Castoldi ingegnere) è stata riservata poca visibilità o ne è stato travisato il senso nonostante l’importanza.
Il responsabile della roggia Cardinala, Ettore Perini, con una nota alla stampa ha smentito categoricamente le dichiarazioni dell’avvocato della proprietà Essedue srl e tutti coloro che la pensano come lui. Perini scrive in modo chiaro che sono stati fatti degli atti illegittimi per prosciugare l’area umida. Perini dice una cosa corretta e di valore, il suo è un parere tecnico e professionale (chi meglio di lui conosce la Cardinala!?!), perché le sue dichiarazioni potrebbero mettere in discussione la sentenza del TAR (qua dovrebbe essere l’amministrazione a prendere la palla al balzo) e soprattutto perché queste dichiarazioni confermano quello che da oltre un anno sostengono i comitati.
Prima di queste dichiarazioni si dava per scontato (soprattutto per la stampa e per i tribunali) che Contini NON aveva fatto atti illegittimi per far defluire l’acqua e che i suoi interventi fossero agricoli. Ora arriva il responsabile della Cardinala e dice chiaramente da un punto di vista tecnico e di responsabilità che gli interventi dell‘ESSEDUE srl su quell’area SONO ILLEGITTIMI: “sono state create delle incisioni negli argini (senza il consenso dei responsabili della Cardinala) per prosciugare l’area umida del Pagiannunz.”
Siamo consapevoli che ci voglia molto coraggio e un supporto politico per approfondire e dare concretezza alle dichiarazioni del responsabile della roggia Cardinala. Dichiarazioni, lo ribadiamo, che hanno una rilevanza importante giuridicamente, civilmente e socialmente. Sappiamo che è molto difficile affrontare tali responsabilità. L’esseduesrl gli abbiatensi hanno imparato a conoscerla… per questo esprimiamo massimo rispetto e stima per il signor Perini.
Nel frattanto Contini continua a fare canali di scolo e triturare nell’area umida, ma non riesce nonostante i mezzi tecnici a disposizione, dopo un anno, ad averla vinta sulla natura.

Sì perché nonostante tutto l’area si rigenera, è viva, è ancora umida. 

Infine veniamo all’articolo apparso sulla Libertà di questa settimana. Articolo che contiene inesattezze tecniche, storiche e geologiche.
Nell’articolo si dà per scontato che quella sia un’area destinata ad attività agricola senza far distinzioni su che tipo di attività agricola. È ormai assodato che l’agricoltura non sia un bene di per sé. È stato già già detto e lo ribadiamo: l’agricoltura che Contini sta facendo nei terreni del Pagiannunz è l’agroindustria peggiore che si possa fare. L’agroindustria è un processo produttivo che ha cancellato parecchie feconde specificità contadine avvelenando i terreni e compromettendo la biodiversità dei singoli territori nel pianeta e favorendo irrimediabilmente il degrado ambientale.
L’agroindustria effettuata nei terreni dell’Essedue srl è fatta di sorgo e mais per biomasse: agroindustria che non produce cibo per l’alimentazione umana e nemmeno valorizza le specificità esistenti o potenziali dell’agricoltura abbiatense.
Nell’articolo inoltre si dà enfasi alla NON naturalità dell’area umida del Pagiannunz alludendo ad una presunta artificialità dell’area. Questa tesi è a nostro avviso fuorviante dalla questione Pagiannunz e piena di malintesi grossolani.
L’agricoltura è il primo intervento urbanistico che ha cambiato il paesaggio e la natura dei luoghi. Per i primi sei milioni di anni dell’esistenza ominide la società fu organizzata intorno alla caccia e alla raccolta, poi arrivò l’orticoltura e infine l’agricoltura contadina. L’agroindustria meccanica (coi trattori, le ruspe, i trattamenti chimici e le monocolture) è cosa recentissima- del ‘900- nella storia dell’uomo. Oggi abbiamo anche la bioingegneria.
Veniamo all’area umida. In quella specifica porzione di territorio se l’uomo NON interviene con mezzi meccanici si crea naturalmente un’area umida (grazie alle acque delle roggie , della falda e delle piogge. Acqua, lo spiegano anche nelle scuole, che è trattenuta dal terreno tipicamente padano argilloso e poco filtrante). Se l’uomo interviene con trattori, ruspe e benne (facendo canali di scolo, arando, posizionando montagne di terra) l’area umida NON si crea.
La domanda che giriamo alla cittadinanza è dunque: quale delle due situazioni è artificiale e quale è naturale?

IL PAGIANNUNZ NON SI TOCCA. NO ALLA TANGENZIALE

L’assemblea del 2 aprile per la difesa del territorio

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