MANIFESTO DEL PRIDE 2001 Ad un anno dal WORLD PRIDE di Roma, sul piano dei diritti civili delle persone omosessuali e transessuali in Italia non è cambiato nulla. Mentre la situazione politica complessiva si è fortemente deteriorata, sono aumentati gli episodi di violenza e intimidazione, spesso gravi, verso tutte/i coloro che non si adeguano ai modelli imposti dal sistema - ormai mondiale - tendente a cancellare ogni forma di diversità. Quest'anno con il PRIDE catanese continuiamo dunque a rivendicare la dignità e l'identità delle persone omosessuali e transessuali, ma sentiamo anche di assumerci il compito di difendere la libertà e la fragile democrazia del nostro Paese. Vogliamo dare alla manifestazione un'impostazione fortemente rivendicativa ma allo stesso tempo propositiva, focalizzando la nostra attenzione su tematiche politiche che da troppo tempo vengono ignorate e sulle quali non si può più procastinare. Pertanto CHIEDIAMO: 1) Riconoscimento delle unioni civili (adeguamento al trattato di Amsterdam firmato nel 1997) con il conseguente riconoscimento dei diritti negati alle coppie omosessuali (adozioni, riproduzione assistita, reversibilità delle pensioni e dei contratti d'affitto, permessi parentali, agevolazioni fiscali) 2) Adeguamento della legge Mancino per i reati di omofobia. Normativa posta a tutela delle persone omosessuali e transessuali sul luogo di lavoro 3) Campagna di informazioni volta a educare tutte le persone che operano nel sociale (scuola, polizia, servizio sanitario) 4) Elaborazione di un sistema di norme atto a migliorare e garantire le qualità delle vita delle persone transessuali, adottando subito la piccola soluzione (come nella legge tedesca) che riconosce il cambio del nome sui documenti prima dell'intervento di riattribuzione chirurgica del sesso 5) Lotta al sistema dei valori del patriarcato, responsabile, a nostro avviso, della cultura dello sfruttamento economico, dell'oppressione sociale, analisi già tra l'altro elaborata da tempo dal movimento femminista che appoggiamo incondizionatamente 6) Adesione al movimento globale che combatte i crimini della globalizzazione e solidarietà per la lotta di liberazione dei popoli oppressi (Chiapas, Kurdistan, Africa). Contro lo strapotere della chiesa cattolica, ribadiamo le nostre convinzioni che solo l'assoluta laicità dello Stato e delle sue leggi può garantire le libertà di tutti/e. Denunciamo il comportamento discriminatorio delle istituzioni locali che, negandoci gli spazi pubblici in maniera arbitraria e pretestuosa, hanno mostrato il chiaro intento di eliminarci come soggetto sociale in ambito politico e culturale. Questa situazione di per sè già penalizzante è aggravata dalla fortissima incidenza della cultura mafiosa in ogni ambito della vita politica, economica e sociale. E' per questi motivi che chiediamo il 28 giugno a tutte le persone che credono nella libertà e nei diritti di cittadinanza di sfilare con noi per continuare e vincere questa battaglia per la civiltà
TESTIMONIANZE Qui trovate alcune foto scattate ai vari appuntamenti e al corteo, ma ne arriveranno presto delle altre! |