2011.02.07



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La progettazione e l'attività costruttiva devono contribuire a risanare il pianeta
     — Nancy Jack Todd, John Todd - Progettare secondo natura

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#1

passaggi di madre

From: Silvia Makita
Date: Tue, 1 Feb 2011 12:04:41 +0100

I passaggi di madre

A novembre o forse a fine settembre, non ricordo con precisione, ci siamo trovati a bere due bicchieri di vino al bar da Paolo. Era una di quelle serate in cui si puo' decidere ancora di sedersi al tavolino all' aperto, avendo pero' uno scialle in piu'.

Io vestivo con la palandrana verde che misi al matrimonio di mio fratello e avevo una sciarpa larga beje tessuta a mano della mamma di Andrea. Ero appena tornata dal funerale del padre di Olaf, mio caro amico, avevo cucinato per la sua famiglia, avevo pianto insieme alla sua famiglia. Al bar alla sera, caso volle, incontrai uno della banda degli ottoni che aveva appena suonato in pomeriggio con tutti quelli della banda sul sagrato della chiesa. Ultimo sguardo annebbiato di lacrime: la bara, il sole tra i rami, i sassofoni e le trombe.

Al bar eravamo io , Marco, Andrea e poi si e' aggiunta Sara in bicicletta.

Chiaccheravamo, ho cercato di fare un po' di maglia, ma il fatto l' ho dovuto poi disfare il giorno dopo.

Tra le chiacchere e' venuta fuori una cosa detta, che ancora mi stupisce perche' non e' stata smentita: per "la madre" non ero pronta. Quel grado di cura a me stessa non sarei stata capace di regalarmelo, mi poso sulle fondamenta della mancata visione dei gesti dell' amore filiare.

Ancora ieri sera sulla tavola imbandita da Andrea potevo intristirmi fino alle lacrime per l' impedimento mio a passare in simili impasti la cura che vorrei dedicare ai miei figli.

Devo dire che, in realta', prontamente mi hanno consolato tutti: Tobia, sulle ginocchia mi diceva, teneramente concentrato nel trovare le parole giuste, " ...mamma non ti preoccupare i tuoi pentolini sono buoni, e poi-sai- gli altri riescono a fare le torte perche' sono giovani...". Mai ricevuto un dis-complimento piu' dolce.

In serata, mi sono scritta, che mi rendo conto che ai bimbi vado benissimo imperfetta, anzi gli sono piu' simpatica imperfetta.

Va be' ora, tornando al bar da Paolo, e lasciando perdere le digressioni introspettive, accadde che quella sera era Andrea a dichiararsi pronto alla Madre, e cosi' pure Sara; mentre io li guardavo come da un punto leggermente piu' lontano, e la palpebra mi pesava un po' di piu' sul bulbo oculare asciutto.

Cosicche' in un pomeriggio dei seguenti, eravamo da Marco: un asse sul tavolo, una ciotola, stava strappando la nostra Madre dalla sua, stava depositando la madre in un bel panno del loro corredo e da allora stiamo mangiando pane della stessa Madre.

Andrea ci si dedica, non salta una settimana.

Poco tempo dopo a Sara la stessa Madre nello stesso strofinaccio prezioso.

Sara, e delle volte suo papa', ci si dedica tutte le stimane.

Arriva dicembre e sento, nelle chiacchere lungo il marciapiede di via Alessi, che anche Angelica ha voluto e ricevuto la Madre da Marco. Le dico che al vin brule' per natale a casa nostra deve venire con uno suo pane; io ci metto il miele.

Il pane di Angelica.

Molto buono, la cura fatta in dolce, crosta color ambra. Ci dice che ci ha messo miele, olio, sale...tra le altre cose ci dice che suo padre sta soffrendo molto, che ha invocato la signora Morte che lo venga a prendere. Tra me penso '...meno male che di la' in cucina effondeva il suo caldo fiato questo pane...'. Il papa' di angelica, il dott. Leonelli, tanto stimato nella nostra famiglia, manco' qualche giorno dopo natale.

Quel giorno del vin brule' il pane di Angelica conquisto' Jacopo-Alessandra e famiglia.

Il giorno 25 dicembre, al pranzo di Natale, portiamo a Jacopo e fam. la Madre insieme ad altri piccoli doni.

Partiamo tutti per le vacanze con la nostra Madre.

Chiedo a Sara di passare a prendere la slitta che Jacopo ha recuperato nel nostro studio. Le dico, per sms, non lo conosci bene ma -sai- lui in realta' e' della 'Confraternita della Madre', nome coniato da lui stesso per noi altri panificatori.

Il nostro viaggio prevede di andare a Lucca e da li' in un rifugio sui monti di Chamoix.

Andrea propone, per essere certi di non avariarla, di lasciare la Madre in frizer a Lucca. E cosi' abbiamo fatto.

Tornati a Milano Sara ci passa la sua Madre, in uno strofinaccio rosso che ancora devo restituirle e Andrea prosegue le sue panificazioni con quella, mentre l' altra ci attende in toscana.

In uno dei primi caffe' lenti post natalizi, racconto a Marco e Cristina della denominazione sacra che ci ha trovato Jacopo. Accenno che qua sarebbe bello iniziarsi ad appuntare 'i passaggi di madre', bisognerebbe quando 'la si da'' dire di riferire al precedente 'a chi la si e' passata'.

Una mattina a scuola Alessandra arriva con un sacco di tela, dentro il sacco un panno, dentro il panno un pane. Alessandra dice 'questo e' per voi, in cambio di tutti quei doni'.

Arriviamo a casa, per merenda tiro fuori il pane con le noci di Alessandra. Lo mangiamo con del miele, e' molto gustoso, compatto ma per niente duro.

Uno dei primi fine settimana di rientro dalle vacanze decidiamo di andare in gita verso le cascine Orsine. Andrea dice ' vorrei fare degli scatti', io dico 'portiamoci delle sedie, ho appena scritto 'la yurtha d' inverno', mi ci vedo fare la maglia nelle risaie'.

Tornati dalla gita, vedo gli scatti fatti e scrivo un appunto e lo mando a Marco e Cristina,

GRUPPO 'MIRAGGI PERMANENTI'
Gruppo sciolto di persone,
radunabile su vari campi
per realizzare immagini concrete di
"riflessione totale di raggi luminosi
sugli strati piu' bassi dell' atmosfera"(diz.).

Per impeccabile coincidenza,
il gruppo mi pare coincidere
con quello che altri hanno nominato
come confraternita della madre(*),
ovvero amici uniti
dalla metabolizzazione dello stesso
lievitante fermento,
ovvero
"microrganismo
capace di provocare
la trasformazione chimica
delle sostanze organiche
senza prendervi parte"(diz.).

Precisamente questo appunto l' ho scritto quando con Andrea abbiamo pensato che sarebbe stato bello uno scatto in cui siamo in tanti.

E tutti e due abbiamo preso atto che, caso vuole, i coinvolgibili nei 'Miraggi' sarebbero stati poi quelli della Confraternita.

Tornando ai passaggi di Madre.

Passa il tempo e siamo a fine gennaio.

In una telefonata con Martina Gerosa, che mi invita ai lunedi' sostenibili per Darsena Pioniera, le dico che ormai sono impegnata in altro, piu' sul filone del testo ' Le madri' che avevamo scritto insieme. Le dico che e' appena stato pubblicato un trafiletto sulla 'yurtha urbana' su mixamag, e- caso vuole- che anche se Il gruppo e' poco identificabile, ha pero' inconsciamente in comune il fatto di condividere la stessa Madre. Alche' Martina esclama "ma...anche io la voglio!...".

E' così che nel frigorifero ci sono oggi due paste madri staccate ieri sera da Andrea per passarle in opportuno panno prezioso. Una e' per Martina Gerosa con tanto di appunti e l' altra, di cui non ho ancora raccontato i retroscena, e' per Alessandro Nassiri, nostro amico artista che condivide lo spazio-studio con noi.

Di questo ultimo passaggio di Madre, ad Alessando, so poco ma credo sia responsabile il fatto che nella nostra casa il forno e' situato in studio, dove vi e' rimasta la nostra ex- cucina. L' aroma di pane diffondendosi nell' ambiente - si sa- sprigiona una fame ancestrale proprio di quel sacro alimento.

Il resto vien da se'....e dalla allegra voglia di fare del buono per se'.

17:04 PaNe#11