2007.04.18



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#2

Il cibo cresce nei bio-grattacieli? (vertical farming)

To: gas@liste.retelilliput.org

Dalla "Stampa" di oggi...fantascienza?

Con il vertical farming si abbandonano i campi tradizionali per creare coltivazioni hi-tech nelle città. "Sarà l'unico modo per riuscire a sfamare i miliardi di persone che si stanno concentrando nelle metropoli"

FRANCESCO DE PRETIS

Immaginate il centro di Torino, Milano o Roma costellato di grattaceli di 30 piani, pieni di pannelli solari e di coltivazioni di ogni tipo, capaci di purificare acque inquinate e produrre energia pulita: fantascienza? Secondo il professor Dickson Despommier della Columbia University, molto presto questi polmoni verdi potrebbero fare compagnia alla Mole, al Duomo, al Colosseo.

Microbiologo e scienziato ambientale di fama internazionale, Despommier è sicuro che l'agricoltura, dopo un lungo periodo di assenza, giocherà di nuovo un ruolo fondamentale nell'evoluzione delle società umane del XXI secolo: a fronte del riscaldamento globale e del boom demografico dei nuovi Paesi emergenti, il Pianeta Terra e il genere umano potranno sopravvivere solo se saranno capaci di ribaltare le regole del gioco, partendo proprio dall'agricoltura. La parola d'ordine di Despommier è infatti «vertical farming», coltivazioni non più orizzontali ma sviluppate verticalmente in gigantesche «bio-towers» - le bio-torri - totalmente autosufficienti e sostitutive del lavoro dei campi. Agricoltura non più nelle campagne, ma hi tech e direttamente nelle metropoli.

Il Piano Al Gore

L'idea potrebbe sembrare bizzarra, ma sta riscontrando grande interesse nella comunità internazionale: il governo olandese si è dimostrato decisamente interessato al progetto e anche l'emirato di Dubai vorrebbe investire parte delle proprie ricchezze petrolifere in un centro di ricerca di agricoltura urbana. Come mai tutto questo interesse?

Molta della fortuna che il «vertical farming» sta riscontrando è dovuta a una possibile soluzione che questo nuovo modo di coltivare conterrebbe dentro di sé: la soluzione a un grave e complicato problema. Il professore di New York ne è convinto: coltivare dentro grattaceli ecosostenibili potrebbe fermare il riscaldamento globale.

Secondo Despommier, infatti, le attuali proposte di riduzione del consumo energetico (a cominciare dall'ormai famoso «Piano Al Gore») non riusciranno a incidere più di tanto sulla «febbre» della Terra e al massimo potranno rallentare l'evoluzione di un fenomeno sempre più catastrofico. Le «bio-towers», al contrario, sfruttando spazi urbani decisamente inferiori alle attuali superfici coltivate, permetterebbero il ritorno alla grande delle foreste sui terreni non più sfruttati in modo intensivo da milioni e milioni di contadini, bloccando così il continuo aumento delle temperature terrestri.

Dall'analisi eseguita dal gruppo di ricerca della Columbia University emerge un dato particolarmente interessante: al crescere delle «bio-towers» il correlato aumento dei territori boschivi potrebbe riequilibrare nell'atmosfera l'eccesso di anidride carbonica e in modo molto più consistente di quello finora seguito per limitare i consumi e gli sprechi energetici.

Opportunità hi-tech

Appurato questo ruolo positivo, perché costruire le «bio-towers» nelle città e non nelle campagne?

Sempre secondo lo studio, le aree urbane garantiscono maggiore sicurezza e opportunità alle coltivazioni: se l'agricoltura è controllata nelle metropoli, in caso di disastri naturali i terreni sono più protetti e si evitano perdite su larga scala (come, per esempio, a seguito degli uragani nel Sud-Est degli Stati Uniti). Inoltre le coltivazioni possono essere seguite con logiche hi tech nuove, che, finora, sono state raramente applicate. E si possono razionalizzare anche molte forme di allevamento. Si aggiunge, poi, la questione della pressione demografica: entro il 2050 quasi l'80% della popolazione mondiale vivrà nelle città o in zone limitrofe e le «bio-torri» funzionerebbero quindi da granai per una domanda alimentare iper-concentrata nelle megalopoli.

Despommier è convinto che il «vertical farming» possa trasformarsi presto in un sistema di produzione agricola per tutte le principali città degli Usa già in un quindicennio: sogni o realtà?

#1

"UN DESERTO CHIAMATO VII PROGRAMMA URBANO PARCHEGGI"

APERITIVO-PRESENTAZIONE

del breve documentario sulla progettazione dei parcheggi a Milano

"UN DESERTO CHIAMATO VII PROGRAMMA URBANO PARCHEGGI"

23 APRILE 2007 - ore 18

LIBRERIA FELTRINELLI

Via Manzoni, 12