2006.04.07



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#8

Telecom Italia: idrogeno per le centrali

Centrali telefoniche alimentate a idrogeno per Telecom Italia: inizia in Trentino Alto Adige la sperimentazione della centrali che sfruttano la fonte di energia alternativa in caso di black out elettrico. Il sistema di alimentazione a idrogeno è destinato a sostituire gradualmente l'attuale, basato sui normali accumulatori. Per ora situate nella provincia di Trento, le centrali a idrogeno diventeranno circa 100 entro il 2007, per un progetto che ha come scopo quello di ridurre gli impatti ambientali. Le strutture che già utilizzano la fonte di energia alternativa sono quelle di Vezzano, Calavino e Mattarello che, attraverso il sistema a idrogeno, costituito da celle a combustibile (fuel cells), riescono a garantire energia elettrica in caso di black out, facendo reagire l'idrogeno con l'ossigeno presente nell'aria. L'importanza dell'idrogeno consiste nel fatto che, in assenza di processi di combustione, non vengono emessi fumi né prodotti residui nocivi dal momento che la reazione dell'idrogeno con l'ossigeno produce solo acqua. Con il via alle tre centrali che utilizzano l'idrogeno, Telecom Italia prosegue il cammino intrapreso nel 2002 con l'adesione al Global Compact, il patto lanciato dalle Nazioni Unite per promuovere, tra gli altri obiettivi, la tutela dell'ambiente, incoraggiando lo sviluppo e la diffusione di tecnologie eco compatibili. (Jugo)

#7

Clima 3/4 ghiacci alpini sciolti nei prossimi 100 anni

Tre quarti dei ghiacci delle Alpi europee potrebbero letteralmente sciogliersi nel corso del prossimo secolo. Questo il risultato di una nuova ricerca presentata a Vienna dall'Osservatorio mondiale dei ghiacciai (World Glacier Monitoring Service) di Zurigo. I colpevoli sono sempre i cambiamenti climatici, che hanno rivoluzionato le temperature del Pianeta modificando la quantità di superficie occupata da questi serbatoi di acqua dolce, fondamentali anche per turismo, irrigazione ed energia idroelettrica. I dati sulla superficie delle Alpi ricoperta dal ghiaccio nel passato dicono molto: nel 1850 erano 4.474 km quadrati; nel 1970 il crollo e' evidente, con 2.902 km quadrati; nel 2000 si arriva a 2.272 km quadrati. Secondo quanto riferisce Michael Zemp (WGMS) alla Bbc-sito, la media delle perdite nel corso di una decade tra il 1850 e il 1970 e' del 2,9%, tra il 1970 e il 2000 invece e' dell'8,2%, soprattutto a partire dal

  1. Le previsioni non sono confortanti: secondo un gruppo di esperti climatologi svizzeri (Occc), le estati potrebbero riscaldarsi di tre gradi prima della fine del secolo, mentre le precipitazioni aumenterebbero del 10%. Secondo Zemp questa ipotesi comporterebbe l'innalzamento di 340 metri del livello necessario alla glaciazione. Una perdita, per le Alpi, del 75% dell'area ghiacciata. (Ansa)
#6

Crisi idrica per 63 milioni di persone nel 2025

Nel 2025, molti Paesi del Mediterraneo avranno sete: per oltre 63 milioni di persone, le risorse d'acqua scenderanno sotto la soglia della 'penuria' (500 m3 pro capite all'anno). Questo quanto ha affermato a Ginevra il co-autore di un rapporto sul Mediterraneo. Ma la crisi idrica non è la sola minaccia che grava sugli abitanti dei 22 Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, ''nel 2025, se non ci sarà una modifica della politica, il degrado delle risorse determinerà un peggioramento della qualità della vita con un impatto sull'economia, la società e la stabilita''. Questo quanto ha affermato Guillaume Benoit, co-autore del rapporto ''Mediterraneo: le prospettive del Piano Blu sull'ambiente e lo sviluppo'' del Programma dell'Onu per l' ambiente (Unep). Secondo le previsioni dello studio, nel 2025, la popolazione dei Paesi che si affacciano sul mare Mediterraneo passerà dai 427 milioni del 2000 a 524 milioni. Globalmente, infatti , verso il 2025 4mila chilometri supplementari di litorale potrebbero risultare invasi dal cemento (porti, strade, infrastrutture varie) portando al 50% la parte 'costruita' dei 46mila chilometri di coste. Senza un freno, anche la quantità di rifiuti potrebbe esplodere e raggiungere una tonnellata per ogni abitante dei Paesi del Nord del Mediterraneo. Nei Paesi dell'est e del sud, i danni sociali e ambientali provocati dalla desertificazione accentueranno la povertà delle zone rurali, la perdità della biodiversità e la rarità delle risorse idriche. Nei prossimi 20 anni, lo sviluppo di zone urbane e d' infrastrutture ridurrà di oltre un milione e mezzo di ettari addizionali le superfici agricole fertili, ammonisce il rapporto. Purtroppo, le previsioni più pessimistiche del primo rapporto del Piano blu, nel 1989, sono oggi divenute realtà. Ma l' allarmante situazione prevista nel nuovo rapporto per il 2025 può essere, almeno in parte, scongiurata. Il documento di 400 pagine propone anche un'alternativa fondata sui principi di sviluppo durevole. (Ansa)

#5

Ue: dal 4 al 6 aprile si è tenuta la Conferenza europea sulla coesistenza tra colture ogm e non. Il 5 per le strade di Vienna ha sfilato l'Europa ogm free

Dal 4 al 6 aprile si è svolta la conferenza organizzata dalla presidenza austriaca dell'Unione europea sul tema: "Coesistenza tra colture geneticamente modificate, convenzionali e biologiche. Liberta' di scelta". I lavori sono entrati nel vivo la mattina del 5 aprile, con gli interventi del ministro dell'Agricoltura austriaco Josef Proell; dei commissari all'agricoltura Mariann Fischer Boel ed all'ambiente Stavros Dimas e del vicepresidente della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo Friedrich-Wilhelm Graefe Zu Baringdorf. Dopo le relazioni principali, che spiegheranno la normativa sulla coesistenza in vigore in Danimarca, Germania ed Olanda, i partecipanti si sono divisi in tre gruppi di lavoro: il primo sulla regolamentazione regionale e nazionale relativa alla coesistenza, al quale ha partecipa to Susanna Cenni, assessore all'Agricoltura delle regione Toscana e coordinatore della rete delle regioni e dei comuni ogm-free; il secondo sugli aspetti economici e tecnici della segregazione lungo tutta la filiera e un terzo sull'atteggiamento dei consumatori e la risposta dei mercati agli ogm. Il 6 aprile sono stati pesentati i risultati dei gruppi di lavoro e gli interventi di Proell e di Fischer Boel, hanno concluso i lavori, ma nel momento in cui scriviamo non conosciamo ancora il contenuto delle conclusioni. Intanto mercoledì, sempre a Bruxelles, è scesa in piazza l'Europa Ogm free, oltre 10 mila persone in rappresentanza di 172 regioni e 4500 autorità locali europee, di cui 15 regioni e oltre 1300 comuni italiani che hanno ribadito la richiesta di «una moratoria per le coltivazioni transgeniche in Europa, vista la mancanza di una normativa, chiara e rigorosa, che possa impedire la contaminazione tra le diverse colture», richiesta contenuta anche in un appello distribuito da Legambiente e Friends of the Earth. Nell'occasione i promotori della manifestazione hanno presentato la "Dichiarazione di Vienna per un'Europa ogm free". (B@n)

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#4

Tre coltivatori "custodi" premiati dalla Fondazione Slow Food

Si chiamano coltivatori "custodi" ed hanno il compito di mantenere in vita la specificità di alcuni prodotti agricoli tipici della Toscana preservandone i semi. Sono 58 i coltivatori "custodi" che, sotto il controllo dell'Agenzia regionale per lo sviluppo e l'innovazione in agricoltura, hanno già riprodotto più di 400 campioni di semi conservati presso la Banca regionale del germoplasta. Un'attività costantemente seguita da tecnici agronomi che verificano lo stato delle piantine per l'eventuale iscrizione al repertorio della Toscana per la tutela delle risorse genetiche regionali. Tre coltivatori "custodi" sono stati premiati dalla Fondazione Slow Food per la biodiversità a Terra Futura. I premiati sono Renzo Del Prete, di San Ginese, nel comune di Capannori (Lucca), Piera Cucchiara, di Colle Val d'Elsa (Siena), Valdemaro Peruzzi, di Terranova Bracciolini (Arezzo). Il pr imo si è specializzato nella coltura dei fagioli della lucchesia (il Cannellino di San Ginese, il Rosso e lo Scritto di Lucca) che sono in via d'estinzione; la seconda conserva e produce nella sua azienda il cavolo nero fiorentino e il pomodoro costoluto fiorentino; il terzo è stato premiato per aver salvaguardato la zucchina fiorentina e il cavolo nero fiorentino. (SloWeb)

#3

Ogm: circolare Alemanno conferma divieto coltivazione

Il ministro delle Politiche Agricole Gianni Alemanno ha emanato un circolare in base alla quale, dopo aver acquisito il conforme avviso delle regioni, reso nel corso della conferenza permanente per i rapporti tra lo stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano nella seduta del 28 marzo scorso, vengono confermate le disposizioni in materia di coltivazione di ogm come prevede l'ordinamento vigente. 1) la coltivazione di ogm non e' consentita nel nostro paese fino alla adozione degli strumenti normativi regionali idonei a garantire la coesistenza tra colture convenzionali, biologiche e transgeniche ed alla individuazione di soluzioni adeguate tra regioni confinanti per la gestione della coesistenza nelle aree contigue. 2) circa le soglie di tolleranza rimane in vigore il decreto ministeriale 27 novembre 2003 che prevede l'assenza di organismi geneticamente modificati nelle sementi. 3) il mancato rispetto del divieto di coltivare ogm – nelle more di qua nto previsto al precedente punto 1) - comporta l'applicazione della sanzione di cui all'articolo 1, comma 5, del decreto legislativo 24 aprile 2001, n. 212 secondo cui "chi mette in coltura prodotti sementieri di varieta' geneticamente modificate senza l'autorizzazione di cui al comma 2 (di cui sopra si e' detto) e' punito con la pena dell'arresto da 6 mesi a 3 anni o dell'ammenda fino a 100 milioni di lire". (Agrapress)

#2

I cosmetici "non testati sugli animali" sui banchi Coop

I cosmetici non sperimentati sugli animali da qualche mese hanno conquistato un nuovo e importante canale di vendita: i supermercati Coop. Si tratta di cosmetici riconoscibili dal marchio "non testato sugli animali", garantiti da Icea per conto della Lav, sulla base di un sistema di criteri (standard) messo a punto dalle 50 maggiori associazioni anti-vivisezioniste e animaliste del mondo. In Italia Icea è l'unico organismo cui è affidato il loro controllo. Per la cura delle persone sono complessivamente 700 ormai i prodotti bio certificati da Icea: il settore della bio-ecocosmesi certificata vanta oggi il più alto tasso di crescita del biologico (+40% i prodotti, +65% le aziende). Il sistema di criteri su cui la certificazione Icea e' basata, e' elaborato dalla Aiab (Associazione ita liana agricoltura biologica) e da un gruppo selezionato di produttori. Il rispetto dello standard è garantito da ispezioni periodiche e analisi di laboratorio. L'elenco completo dei cosmetici e delle aziende certificate è consultabile sul sito Icea, www.icea.info. (Icea)

#1

Toscana: frutta e verdura cancerogena? No, grazie!

Sempre più di frequente in Toscana si verificanoo contaminazioni dei campi bio causate dai prodotti chimici utilizzati da aziende convenzionali e da agricoltura integrata, nonostante tutti gli accorgimenti messi in atto dai produttori biologici in atto per scongiurare tale fenomeno, con gravi danni alle aziende, poiché i prodotti inquinati, anche se in misura minima, non possono essere commercializzati come biologici. Soprattutto il Procimidone, sostanza usata come antifungino in viticoltura ed orticoltura, si trova sempre più spesso come residuo nei prodotti agricoli: il prodotto può causare danni tossicologici all'uomo ed agli animali, ha persistenza elevatissima nell'ambiente ed in particolare nelle sostanze grasse. L'EPA lo ha classificato come probabile cancerogeno, insieme ad altre sostanze quali il captan, il dimetoato, il metidation e il vinclozolin classificate "pericolose" per l'ambiente, gli organismi acquatici, api e uccelli anche da ARPAT. Nel 2004 è entrata in vigore la Convenzione di Stoccolma sugli Inquinanti Organici Persistenti (POP) che mette al bando i 12 POP più pericolosi tra cui il Procimidone. Il suo uso però, non vietato in Italia, è addirittura promosso dalla Regione Toscana, in quanto rientra nei principi attivi utilizzabili nei disciplinari dell'Agriqualità toscana, ovvero i prodotti a marchio "Farfalla bianca", così spesso confusi dai consumatori per prodotti biologici o rispettosi dell'ambiente ( www.arsia.toscana.it/agriqualita). In Toscana ben 18.000 aziende hanno ricevuto premi attraverso le Misure Agroambientali per la riduzione degli input chimici. Sembra assurdo, ma per il PSR 2007-2013 la Regione propone ora di premiare sia le aziende aderenti al marchio Agriqualità su tutto il territorio regionale sia le aziende che adottano l'agricoltura integrata (simile per disciplinari all'Agriqualità ma priva di certificazione, organismo di controllo e marchio sui prodotti) nelle aree vulnerabili o con problematiche ambientali. Il Coordinamento Toscano per l'Agricoltura Biologica chiede alle autorità competenti di indagare sul fenomeno e di vietare l'uso del Procimidone su tutto il territorio regionale, soprattutto non incentivandonel'uso con risorse pubbliche. (CTPB)