Venerdì 31 dicembre 2004 ci riprenderemo le strade per portare la nostra solidarietà a tutti/e i/le detenuti/e del carcere della Stampa e a tutte le persone sequestrate e recluse nelle galere del mondo. Un’azione di solidarietà, riflessione e festa (previsto il concerto dei Fleischkäse combat rock militante) per passare un fine-inizio dell’anno lontano dalle logiche di cultura effimera e commerciale che il comune di Lugano e il Ticino in generale propongono.
La festa-solidale servirà per esprimere la nostra contrapposizione contro il carcere e contro il sistema che
lo ha creato, contro questo potere che crea le leggi per difendere i suoi interessi e le sue ricchezze, che continua a bombardare intere popolazioni per il controllo delle risorse, che ci inquina e avvelena con i sui prodotti e il suo falso progresso, che riduce alla fame e alla povertà milioni di persone sia nei cosiddetti paesi poveri sia in quelli industrializzati, che controlla il mercato mondiale del traffico di droga e armi, che
ci sorveglia e controlla costantemente, che ci disinforma facendoci credere che questo sia l’unico mondo possibile, che ci obbliga a lavorare e produrre per loro, che ci ridicolizza facendoci consumare e pagare a caro prezzo ciò che noi stessi/e realizziamo (alimenti, case, servizi, …).

I governi, le élites economiche, l’Onu, la Nato, le multinazionali, le banche, i servizi d’informazione asserviti al potere, il padronato, le polizie e gli eserciti di tutto il globo continuano da tempi immemorabili con la loro politica criminale di repressione e guerra totale interna ed esterna.
Le carceri sono solamente l’anello finale della catena della repressione e del controllo sociale, dei luoghi “non-luoghi” in cui OVVIAMENTE i comportamenti criminali, anche i più efferati, delle classi dominanti (v..Bush, Berlusconi,…) vengono molto raramente puniti, coperti dalla complice omertà di chi dovrebbe far rispettare una legge uguale per tutti/e.
Inaccettabile se pensiamo a quanto l’aumento della repressione nel quotidiano (precarietà nel lavoro, diminuzione del potere di acquisto dei nostri salari, affitti sempre più alti, assicurazioni obbligatorie sempre più costose e meno tutelanti, ipercontrollo del territorio e delle persone,…), faccia sì che sempre più persone vengano messe nella condizione di commettere dei delitti o scelgano di lottare per modificare questo stato di cose. Esempi sono i clandestini che per sopravvivere sono costretti ad entrare sempre più spesso nell’illegalità o il movimento antiglobalizzazione che viene sempre più criminalizzato e intimidito semplicemente per esercitare dei diritti.
L’istituzione carceraria si rivela così un apparato repressivo classista, dove carenze alimentari, sovraffollamento, malasanità, criminalità e il non rispetto della dignità e della vita umana dilagano. Come se ciò non bastasse è pure un grande business economico, il/la detenuto/a crea lavoro: direttori, guardie carcerarie, magistrati, avvocati, assistenti sociali, infermieri, medici, psicologi e imprese di costruzione ma è anche una forza lavoro pregiata perché non può essere difeso/a da un sindacato e produce a basso costo. Non a caso si sta importando sempre di più il modello statunitense di privatizzazione delle strutture penitenziarie, che, unito al concetto di tolleranza zero tanto caro anche ai nostri governanti (ad esempio si vedano le nuove punizioni contro l’alcool e la canapa al volante), ha portato 700 abitanti su 100mila in carcere (all’incirca 6 milioni di statunitensi sono sotto tutela penale, il 60% sono minoranze etniche) e a più di mille nuove prigioni costruite negli ultimi 20 anni!!
In Ticino molto criticata é la situazione delle pretoriali, che ha visto recentemente il presunto suicidio (così ci hanno detto…) di Anthony causato da condizioni detentive abominevoli.

La sola stessa idea di rinchiudere per mesi, giorni, anni una persona risulta agli occhi di un individuo libero e non condizionato una semplice follia, forse il più grande sopruso in materia di diritti umani.
A questa situazione di intollerabile ingiustizia consumata nell’ isolamento e nell’ impunità, noi proponiamo, al fine di realizzare il tanto auspicato reinserimento sociale del/lla detenuto/a, una pena decisa collettivamente dalla popolazione, che rimedi il più possibile al danno fatto, rendendo un servizio utile all’ interno della comunità lesa. Chi uccide qualcuno/a non cambia la situazione passando il resto della vita recluso, lo farebbe se fosse obbligato/a a prendersi cura di chi distrugge con il suo orribile gesto!

In molte carceri del mondo molti/e detenuti/e sono in rivolta costante. Scioperi della fame, suicidi politici, evasioni e sommosse. Un disperato grido di rabbia contro le catene dell‘oppressione. Un gesto estremo per difendere la propria vita, la propria lotta e la propria dignità!

Solidarietà con tutti/e i/le incarcerati/e e le loro famiglie (che nel caso della stampa ancora aspettano un mezzo pubblico per recarvisi come compreso dalla legge!)
Per la chiusura definitiva delle carceri pretoriali

Libertà per marco camenisch detenuto politico svizzero!

I criminali stanno al governo, i proletari nelle galere!

Liberare tutti/e vuol dire lottare ancora…

Oggi come in passato la repressione non riuscirà ad uccidere le nostre idee e la nostra lotta!

Ritrovo al CS(O)A Il Molino
Vle Cassarate 8-Lugano
Tra le 19.00 ( cena popolare) e le 21.30

La testa è integra, il muro ha una crepa
(M. Camenisch)

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