All’unanimità, lo scorso 2 dicembre il Gran Consiglio aveva approvato – unico caso in Svizzera – l’inasprimento della norma, suscitando la vivace reazione di privati e associazioni, fra i quali il sin dacato della Comunicazione, il Centro sociale il Molino, Gioventù Biancoblù (i tifosi della curva Sud dell’Ambrì Piot ta) e tre avvocati luganesi (Castelli, Wei bel e Guglielmoni), che ieri hanno spie gato le ragioni del loro ricorso in una conferenza stampa a Bellinzona.
« Sono profondamente indignato – ha detto Angelo Zanetti, segretario del sindacato della Comunicazione –. Quale sindacalista che ha già ricevuto delle de nunce e come organizzazione siamo mol to preoccupati, perché questa estensione della legge limita la libertà d’opinione e di riunione ». E aggiunge: « Come sinda cato abbiamo la necessità di poterci riu­nire, di poter manifestare e protestare per quello che succede nel mondo del lavoro ». E si dice dispiaciuto dal fatto « che que sta norma sia stata votata all’unanimità anche da quella parte politica ticinese che dovrebbe essere più sensibile ai temi della giustizia sociale e del progresso » .
Un chiaro riferimento ai partiti della si nistra.
« Si tratta di una legge basata sul so spetto – continua Zanetti –. Se un poli ziotto vede, per esempio, un rappresen tante sindacale particolarmente attivo e reputa che il suo atteggiamento sia vio lento, può far scattare la misure previste dalle legge anti-hooligan ». In pratica le forze dell’ordine potranno impedirgli l’accesso a determinate aree, imporgli di presentarsi al posto di polizia in pre visione di altre manifestazioni oppure decidere per un fermo preventivo fino a dieci giorni. Le generalità della persone fermata verranno poi inserite in una banca dati.
Per Roberto, esponente del Molino, « Questi mezzi, che sono stati sollecitati dalla destra estrema cantonale – dice – vanno inevitabilmente ad erodere sem pre di più la libertà individuale e i diritti fondamentali in nome della falsa sicu rezza. Oltre a ciò, non condividiamo l’e stensione della legge alle manifestazioni pubbliche, perché sono incompatibili con la volontà di affrontare ed eventualmen te soluzionare determinate questioni » .
Le leggi anti-hooligan erano state in trodotte in occasione dei campionati Europei di calcio del 2008 e subito dopo i gravi incidenti avvenuti al termine del la partita Basilea-Zurigo del 2006, quan do un gruppo di tifosi renani aveva in vaso il terreno da gioco del Sankt Jakob Park e inscenato ad una vera e propria caccia all’uomo.
« Queste misure – ha spiegato Lore na,
rappresentante di Gioventù Bian coblù – potrebbero insinuare la cultura del sospetto. Basta un nonnulla per sca tenare delle reazioni sbagliate o sconsi derate da parte di chi gestisce l’ordine pubblico. Al proposito, noi abbiamo già vissute sulla nostre pelle delle esperien ze negative ». ANTO

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