Le ultime accuse, riportate in questi giorni con il consueto terrore mediatico, rasentano il grottesco! I due municipali leghisti (ehm..) – il nuovo aderente Bertini e Biancaneve Foletti – con un’ampia dose di menzogne, cavalcano vecchi incubi alla ricerca di nuovi splendori elettorali. Uno spettacolo surreale e ridicolo, appoggiato da una stampa servile e compiacente (vedremo se questa smentita troverà lo stesso spazio), di un regno che decade con l’acqua alla gola.

Patetici. Perchè di fronte all’evidente fallimento del loro ideale di città bianca e pura, fatta di banche, aperitivi à la mode, telecamere e polizia, dove i poveri sono un pericolo da espellere e una placca di marmo indiano “Verde del Guatemala” del futuro Lac per soli ricchi vale migliaia di franchi, sono infine costretti a mendicare noccioline (CHF 50’000) come aiuto per le loro incapacità di gestirsi.

Alle spalle di chi l’autogestione la vive quotidianamente da 18 anni.

Per venire al dunque:
L’Assemblea del Centro Sociale il Molino rimanda al mittente l’accusa del municipale Michele Foletti di  “non aver mai pagato le fatture AIL, acqua e affitto. Il Centro Sociale, dal suo insediamento all’interno dell’ex-Macello, ha regolarmente pagato TUTTE le fatture AIL recapitate, per un importo di almeno CHF 28’590.50, anticipando pure un deposito cauzionale presso le stesse AIL. Nessuna richiesta di pagamento da parte delle AIL SA nei confronti del CS()A il Molino è rimasta inevasa!

Il consumo d’acqua, come a suo tempo indicato dai rappresentanti dello stesso municipio (lo stesso Schnellmann per anni sponda “tecnica” del municipio dovrebbe ricordarsene…) è irrisorio e difficile da quantificare tra tutti gli utilizzatori dell’area.
I rifiuti li gestiamo e ricicliamo noi, direttamente all’ecocentro di Lugano e mai ci siamo opposti al pagamento di tasse che peraltro Lugano non ha mai chiesto. Da ultimo nessun affitto è mai stato pattuito nella convenzione e dal momento che il Molino è ritenuto un’occupazione illegale non vediamo perchè entrare in questioni mai concordate. Appare piuttosto evidente che chi intende farsi la cresta sono gli stessi che gridano allo scandalo.

Ci preme comunque sottolineare che il CS()A il Molino ha sempre pagato regolarmente tutti i sui impegni verso terzi (fornitori, produttori, piccoli commercianti, artigiani) e non ha pendenti alcuni o richieste di pagamento inevase. I ricavati generati dallo spazio sono usati per la manutenzione dello stesso (non si è finora chiesto un franco a nessuno – e neppure se ne ha l’intenzione! – e l’unico lavoro che il municipio  ha preteso  di realizzare è stata la sistemazione del tetto dello spazio cinema, appaltatando il lavoro alla ditta Bignasca allora municipale di Lugano…) e in solidarietà a progetti ed esperienze affini, di conflitto, di rottura e di costruzione dal basso o a situazioni e persone colpite dalla repressione o in carcere.

Foletti dovrebbe quindi assicurarsi di aver fatto bene i compiti prima di lanciare accuse false, con l’intento di deviare l’attenzione dai veri problemi della città e di mendicare quattro spicci al cantone, che secondo noi non dovrebbero essere dati!

Ricordiamo infine al giovane Bertini, a cui tanto sta a cuore il ripristino del Macello per i suoi cittadini, che 12 anni fa quando recuperammo uno spazio in totale abbandono e degrado, Lugano era nel pieno trend d’abbattimento di qualsiasi area individuata come sede del CSOA e se non ci fossimo entrati  probabilmente sarebbe un ennesimo caso di devastazione edilizia tanto cara a questo cantone!

Il Molino è semmai prova della capacità d’autogestirsi e di ridare vita a un’area dismessa e rimane uno spazio necessario e fondamentale nel vuoto territoriale ticinese. Lo provano le centinaia di persone che settimanalmente partecipano alle attività proposte. Al posto di spargere spazzatura e odio ai quattro venti, sarebbe ora di capire che l’Auotgestione resta dov’è, non si ferma e non si arresta e che sarebbe forse ora di cominciare a valorizzare tutti quei luoghi altri d’aggregazione sociale e culturale (osterie, teatri, sale concerti, case) che chiudono, che vengono ostacolati e abbattuti dall’idiozia imperante che impone un territorio votato unicamente al consumo, al profitto, all’egoismo e allo sfruttamento.

L’Assemblea del CS()A il Molino // 19 dicembre 2014

 

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