Ma sicuramente la citata sofferta decisione non è stata presa per il motivo sopracitato, ma perché, in segno di protesta per l’inerzia governativa, il Municipio di Canobbio avrebbe questa volta dato le dimissioni in corpore, facendo fare così una figura barbina ai nostri ministri. A tutt’oggi non c’è la volontà di fare rispettare, come sarebbe compito dello Stato, a questi ” Molinari- company” le Leggi e l’ordine pubblico. Secondo il nostro buon direttore del Dipartimento di polizia l’ordine va fatto sì rispettare ma con le buone maniere. Niente violenze, neanche in risposta ad atti teppistici dei manifestanti: i poliziotti non devono reagire a sberleffi e insulti e, se i protestatori poi se ne fregano, devono lasciare perdere il rispetto dell’ordine pubblico e lasciarli fare. Anzi, collaborare nel fermare il traffico dove i nostri decidono autonomamente di insediarsi. L’importante è che la scorribanda la si possa poi definire pacifica, solo con qualche vandalismo e piccoli tafferugli! Particolarmente penoso è stato il dibattito a TeleTicino, dove si sono visti i ” rappresentati della autorità” subire mestamente gli sberleffi, gli insulti, le minacce e le pretese del battagliero ” molinaro”.
Annaspando nella ricerca di motivazioni che non siano quelle della illegalità creatasi al Maglio.
Motivazione come quella del segretario cantonale, che ha giustificato l’operazione spiegando che lo stabile ( di proprietà cantonale) è malandato e insicuro e che potrebbe succedere un incendio o un crollo.
Deciso dunque lo sgombero per la salvaguardia degli occupanti, tanto più che lo Stato ne sarebbe responsabile.
Il sindaco di Lugano ha voluto dimostrare il suo interessamento per l’apertura di un nuovo centro autonomo. Ma non a Lugano, meglio se nella periferia, e magari ancora al Maglio ( attenzione comuni candidati alla GrandeLugano…). Per finire non è mancata la paternale, che è stata il momento più patetico della trasmissione.

Luciano Turba, Giubiasco

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