Maggiori info seguiranno…

Samedi 31 janvier à Genève, 14h00, rue du Mont Blanc.

Manifestazione contro il capitalismo e il suo Forum Economico Mondiale (WEF).

Nel momento in cui la crisi dei subprime scuote il mondo intero e colpisce il capitalismo nella sua totalità, facendo così precipitare gli Stati Uniti d’America e l’Europa nella recessione, mentre sono i popoli attualmente a pagare la fattura del capitalismo, l’élite economica e politica si è data ancora una volta appuntamento a Davos dal 28 gennaio al 1° febbraio 2009.

Secondo Klaus Schwab, fondatore e presidente del Wef, il 39esimo Forum Economico Mondiale sarà un incontro «da primato in quanto alla quantità e allo statuto (nel senso di caratura, valore, ndr) dei partecipanti. Ciò riflette la nostra aspirazione nel trovare una soluzione comune ai problemi spinosi che si profilano davanti a noi » (sito internet del Wef). Il boia della Cecenia, Vladimir Putin aprirà il forum, questo dà il tono a una riunione che sarà diretta e condotta dall’élite del capitalismo mondializzato (globalizzato) che non esita ad affamare tutta una parte della popolazione del pianeta e a distruggerne le condizioni di esistenza. Possiamo dedurne che coloro che hanno prodotto e approfittato della crisi troveranno delle soluzioni a corto termine per salvare i loro interessi. Quella in corso è una gigantesca operazione di spoliazione e di furto che sarà portata avanti: privatizzazione dei profitti e socializzazione delle perdite.

Crisi, cambiamenti climatici, guerre: questo è il capitalismo. Contrariamente alla propaganda del potere, questa crisi non è il risultato di una sfortunata serie di circostanze e coincidenze o di speculazioni rischiose: le sue radici sono sistemiche (strutturali), è quindi lo stesso sistema con la sua struttura e i suoi meccanismi che bisogna rimettere radicalmente in causa. Il fallimento del modello capitalista non è mai stato così evidente come oggi: l’attestano le crisi alimentari, ecologiche ed energetiche oltre che la precarizzazione dei lavoratori, lo sfruttamento, le guerre neocoloniali e il montare permanente del razzismo e del sessismo in tutte le loro forme. Questo modello, sostenuto dai membri e dagli invitati del Wef, è inaccettabile. È necessario trarne le dovute conseguenze e lottare per delle trasformazioni sociali radicali.
Mobilitato da numerosi anni per denunciare il Forum di Davos e le decisioni che vi vengono prese, il movimento anti-Wef subisce da anni la repressione sistematica e la criminalizzazione da parte dello stato. La lista è impressionante: pestaggi da parte delle forze dell’ordine, rastrellamenti, attacchi al gas lacrimogeno, arresti e schedature di massa, circoscrizione e militarizzazione del territorio con chiusura delle frontiere, «misure preventive»… La repressione della contestazione anti-Wef fa parte della messa in opera di politiche d’eccezione. L’obiettivo del potere è chiaramente quello di mettere a tacere il movimento, ma nonostante tutto per il momento non è riuscito a convincere la popolazione che l’ordine dominante attuale sia il migliore e ancora meno in questo periodo di crisi. La legittimità della critica si rinforza e noi dobbiamo, mobilitandoci, mostrare la nostra determinazione a proseguire, anche se tutto ciò disturba l’ordine stabilito.

Nelle strade contro il WEF, per un altro mondo!
Organizzare una grande manifestazione a Ginevra nel gennaio del 2009 ha ancora più senso nell’ora della crisi mondiale del capitalismo. Ginevra si piazza nel cuore di questo sistema in quanto città dei banchieri privati, in quanto sede del Wef e sola città al mondo con il principato di Monaco a esserne membro, in quanto paradiso fiscale – rifugio del denaro estorto alle popolazioni – in quanto piazza finanziaria privata e in quanto borsa mondiale di materie prime, in particolare dell’oro e del petrolio.
Manifestare a Ginevra in maniera pacifica ma con un contenuto radicale, nel quadro della costruzione di un largo movimento sociale, significa dunque portare le nostre rivendicazioni nel cuore del sistema capitalista.
Noi vi invitiamo a costruire insieme un ampio fronte di resistenza su scala internazionale per gettare le basi di un nuovo modello politico, sociale, economico e ambientale radicalmente differente.

È il Capitalismo che crea la crisi
È con il Capitalismo che bisogna finirla!

Organizzazioni firmatarie (al 10 dicembre):
Action Autonome, ATTAC Suisse, CSOA il Molino, Gauche anticapitaliste, Organisation socialiste libertaire (OSL) Lausanne, Parti du Travail Genève, Parti suisse du travail, POP & Gauche en mouvement, Revolutionärer Aufbau Schweiz, Revolutionäres Bündnis Region Zürich, Révolutionnaire contre le WEF

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