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La questione dell’ex Macello di Lugano fa parlare da anni. Municipio e occupanti non sembrano per il momento aver trovato una soluzione. L’opinione di Leandro.

30.08.2018 - “Sgomberare il Macello è un errore” (tink.ch)LA STORIA DEL CENTRO AUTOGESTITO

Erano gli anni ’80 quando in Ticino si rafforzarono i movimenti che rivendicavano la creazioni di centri autogestiti; delle realtà già ben radicate in altre parti della Svizzera. Nel 1996, il gruppo Realtà Autogestita, durante un’importante manifestazione, occupò e si instaurò nella sede degli ex Molini Bernasconi a Viganello. Dopo un solo anno di autogestione un incendio – di probabile origine dolosa – divampò nello stabile e, su mandato del Cantone, ai cosiddetti Molinari (nome dovuto alla precedente occupazione del Molino Bernasconi) venne assegnato l’ex ristorante Al Maglio a Canobbio. Cinque anni dopo, nel 2002, un altro spostamento venne imposto dalla polizia cantonale che sgomberò la sede per mezzo della forza. A quel punto s’instaurò un dialogo tra i Molinari e il Municipio, il quale concesse agli autogestiti le chiavi dell’ex Macello di Lugano, senza tuttavia conferirne il carattere di ufficialità.

Negli anni seguenti la natura del movimento cambiò e i Molinari assunsero una linea più rigida, rendendo il dialogo con il Municipio ulterioremente ostile.
Da ormai qualche anno il governo cittadino vorrebbe riqualificare l’area (assai pregiata) dell’ex Macello, senza però offrire un progetto alternativo agli attuali occupanti dello spazio autogestito. Attualmente si parla di uno scontro a «muro contro muro», dato che negli anni la comunicazione tra gli occupanti e il municipio di Lugano si è fatta sempre più critica.

IL VICESINDACO BERTINI PARLA DI «RESTITUIRE IL MACELLO AI LUGANESI», MA LE CENTINAIA DI PERSONE CHE VI SI RECANO OGNI WEEKEND DA DOVE VENGONO?

“Spuntano dai tombini o volano da Marte? No Michele, quelle persone sono i giovani di Lugano, che di giorno lavorano o studiano e di sera si recano al Macello sapendo di non dovere pagare 25CHF di entrata, laccarsi i capelli e sfilare in mezzo ad addetti alla sicurezza dall’aria violenta. Al Macello vanno quelli a cui piace ascoltare dal vivo giovani band locali che cercano un palco sul quale potersi esibire per la prima volta, proponendo reggae, rock, rap, elettronica e altro ancora.

Il Municipio parla di alloggi per turisti, ma non abbiamo gli alberghi mezzi vuoti? Parla anche di attività culturali, ma i 200 milioni di franchi che abbiamo appena speso per il LAC non sono già abbastanza?

Se mi concentro, chiudo gli occhi e provo ad immaginarmi il progetto una volta ultimato, con il suo caffè letterario, il punto di ristorazione, l’area coworking e quella costudying, l’immagine che si materializza nella mia mente non ha niente di particolarmente interessante: di caffè ne abbiamo già, di punti di ristorazione e centri culturali pure. Ciò che vedo è un altro insieme di edifici bellocci, tirati a lucido, con qualche sporadico turista ed alcuni clienti con l’aria seria che chiacchierano sottovoce sorseggiando un caffè. Ciò che non vedo più, invece, è il fermento, il movimento, i colori dei graffiti ed i concerti che fanno dell’attuale spazio autogestito un caso quasi unico a Lugano: un luogo di espressione fuori dagli schemi, originale e, soprattutto, uno spazio vivo. C’è chi lamenta che Lugano è una città morta, noiosa, che gli studenti ed i giovani professionisti lasciano per stabilirsi oltralpe. Io credo di poter parlare a nome di tutte queste persone quando dico che ciò di cui la nostra città ha bisogno non sono altri centri culturali o caffè dall’aria intellettuale con il cappuccino a 5CHF, ma ritrovi giovani, vivi, vibranti, proprio come il centro autogestito che si vuole sgomberare. Ora mi rivolgo al Municipio: se siete determinati ad andare a fondo con la riqualificazione, almeno preoccupatevi di trovare un’alternativa valida per il Molino, perché il centro con le sue pareti colorate e l’aria trasandata, paradossalmente, è ossigeno per questa città, molto di più di quanto non lo sarà il nuovo lucente centro «per i Luganesi»”.

Fonte: https://tink.ch/it/2018/08/sgomberare-il-macello-e-un-errore/

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