Le persone che si sono espresse sui quesiti posti dagli autogestiti sono state 726, contattate durante le varie attività promosse dal Molino. La prima domanda posta loro riguardava direttamente l’autogestione: “ Sei d’accordo che in Ticino sia riconosciuto concretamente il diritto all’autogestione inteso come la possibilità di partecipare in prima persona alla costruzione di un progetto collettivo basato su valori quali solidarietà, dignità, rispetto delle diversità, critica attenta e costruttiva alla società, il tutto nel rispetto di criteri organizzativi e decisionali elaborati e discussi in assemblea?”.
Plebiscitario il consenso registrato: i sì sono stati 722, pari al 99,45%. Una percentuale simile si è registrata anche nelle risposte alla seconda domanda: “ Sei d’accordo che l’autogestione, per poter sviluppare le proprie attività sociali, politiche e culturali ( mensa, bar…) necessita di uno spazio fisico idoneo, uno spazio nel quale sia mantenuta la più ampia libertà possibile rimanendo nei termini dell’autogestione?”. In questo caso i sì sono stati 719, pari al 99,04%. « Spazi inutilizzati dove potersi autorganizzare ce ne sono eccome – chiosa al proposito l’assemblea del Csoa il Molino rendendo pubblici questi dati – A Lugano esistono diverse strutture vuote da anni, alcune sempre più in rovina, che potrebbero benissimo venir utilizzate da chi rivendica luoghi dove poter costruire progetti collettivi di vario tipo. Non a caso però quando dei progetti concreti vengono presentati, come nel caso dell’Act e dell’ex- macello fra gli altri, subito salta fuori un progetto di ristrutturazione e di nuovo utilizzo » .
E a proposito della soluzione Act l’assemblea si toglie un sassolino dalla scarpa. « L’assemblea del Molino ha proposto l’Act come sede definitiva del centro sociale autogestito perché risponde ad una serie di criteri: spazi idonei alle attività da svolgervi, ubicazione nel tessuto urbano, inquinamento fonico limitato… e perché si tratta tutt’oggi di uno spazio quasi inutilizzato. Questa proposta è stata sottoscritta da quasi tutto il movimento che ha partecipato alla consulta ( 692 persone, pari al 95,32%, ndr). Alcune persone hanno anche espresso la volontà di prestarsi ad organizzare corsi di vario tipo, oppure a partecipare alla ricostruzione degli spazi. Come da copione, dopo l’annuncio del Csoa del suo interesse per gli spazi dell’Act, è stato reso pubblico il progetto del Comune di Lugano che intende destinare l’Act a sede del Deposito comunale dei trasporti » .
Più controversa invece la questione relativa all’accettazione di eventuali aiuti statali per rendere la futura nuova sede idonea e funzionale alle attività immaginate. Sebbene una solida maggioranza ( 591 persone, pari all’ 81,4%) si dichiari d’accordo con una simile eventualità, l’assemblea scrive: « Crediamo che il dibattito debba ancora essere ripreso, tenendo conto di quella che sarà la sede definitiva, dei no- stri mezzi, di eventuali ingerenze esterne che non potremmo accettare. Si tratta di una discussione importante perché mette in discussione uno dei principi dell’autogestione, ovvero l’autofinanziamento e l’autonomia da qualsiasi istanza esterna che potrebbe volerne influenzare il funzionamento. Il dibattito è aperto all’interno del movimento » .
Arriva poi l’espressione del difficile rapporto con l’autorità istituzionale nei confronti della quale vi è diffidenza circa la sua volontà di risolvere il problema dell’autogestione ( solo il 20,8% dei consultati era fiducioso sul buon esito delle trattative allora in corso e che si sono poi ben risolte grazie alla mossa di Lugano).
Ma il vero dato pregnante al’indirizzo delle autorità è quello che indica che l’ 88,57% dei consultati ( e cioè 643 persone) si è detto pronto per una nuova occupazione se questa si renderà necessaria. « La determinazione del movimento, la sua validità e la forza dimostrata in oltre due mesi di attività permanenti in piazza, ma anche per la prima volta un’apertura da parte del Municipio di Lugano ci hanno portati negli stabili dell’ex macello, nuova sede transitoria del Csoa il Molino. ma la lotta continua.
Quello che risulta dalla consulta è la volontà di rivendicare sempre il diritto all’autogestione, a degli spazi liberati, ad una sede definitiva » , conclude l’assemblea.
Analisi del Wef
Intanto stasera al macello dalle 21 si terrà un’assemblea pubblica in cui si analizzeranno le giornate di mobilitazione contro il Wef di Davos. Il 1o febbraio a Bellinzona si terrà invece una manifestazione per la libertà di Öcalan.

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