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Marco Borradori ammette l’imbarazzo in seno al Municipio sulla futura sede delle Scuole medie 1

L’ex Macello divide l’esecutivo

di Alfonso Reggiani
Rientra dalla finestra e finisce sotto l’albero di Natale un tema annoso, quello dell’autogestione e del sedime in cui venne ‘posteggiata’ una decina di anni fa. Un sedime che a gran voce si vorrebbe usare per l’Istituto scolastico.

TI-PRESS Sotto la lente anche i vincoli previsti dall’inserimento nei beni culturali

È una posizione difficile e scomoda quella del Municipio di Lugano. Da una parte, ci sono la raccolta di firme e diverse prese di posizione politiche che chiedono di destinare il sedime ex Macello quale nuova sede della Scuola media 1. E la soluzione, al di là delle osservazioni di Manuele Bertoli direttore del Decs si presenta delicata per la presenza tollerata del centro sociale da oltre dieci anni. Dall’altra, il Decs che vorrebbe iniziare la progettazione della nuova sede all’interno del comparto Palazzo studi, nel terreno di sua proprietà.

Un garbuglio non da poco, per cui abbiamo chiesto aiuto al sindaco di Lugano Marco Borradori. Cominciamo dalla Scuola media 1.

Perché non avete una posizione chiara sulla futura sede?

Posso dirle che il Municipio è diviso e ci sono posizioni contrastanti. Come luganese e come esecutivo di Lugano ripeto non possiamo chiudere gli occhi di fronte a quello che sta montando. D’altro canto è anche vero che con Bertoli, bisogna essere onesti, non abbiamo mai sollevato enormi perplessità rispetto alla soluzione comparto Palazzo studi. Anzi abbiamo detto: il terreno è vostro, cerchiamo di fare le cose per bene. Capisco che il capo del Decs possa essere un attimo risentito con noi. In effetti, ieri abbiamo detto che per ora non ci schieriamo magari facendo anche un po’ di dietrologia. Se ci fossimo schierati dalla parte del Cantone, tout court, senza fare ulteriori approfondimenti, avremmo aperto la strada a tutti quelli che non ci sopportano per partito preso che si sentiranno in diritto e in dovere di spararci addosso dicendo che siamo affossatori di verde e quant’altro. Allora abbiamo optato per un ulteriore approfondimento che riguarda il piano regolatore chiedendo anche un altro incontro con Bertoli.

Qual è la posizione del Municipio sul futuro del sedime ex Macello?

Non ne abbiamo discusso. Avevamo previsto un sopralluogo che avrebbe dovuto tenersi circa tre settimane fa, poi lo abbiamo rinviato all’inizio del prossimo mese di febbraio, perché siamo occupati dalla questione finanziaria. Sul futuro di quel sedime dobbiamo farci una consapevolezza di com’è la situazione e in seguito fare alcune riflessioni.

Alla luce della petizione e della richiesta di destinarlo quale sede della Scuola media cosa dice?

Non ne abbiamo parlato in Municipio. Abbiamo deciso però di incaricare alcuni settori dell’amministrazione di fare una valutazione sullo stato di salute della struttura, sui costi di una eventuale ristrutturazione, e di farci avere un rapporto prima del sopralluogo. Il tutto diventa più attuale adesso e prenderà un’accelerata proprio perché se ne parla come possibile sede della Scuola media 1 di Lugano. Noi l’avremmo fatto comunque il sopralluogo, ma volenti o nolenti il tema verrà affrontato con un’attenzione maggiore.

Quindi non c’è un nuovo orientamento?

No, però ci sarà presto, perché se arriveremo a dire no alla destinazione scolastica, poi dovremo decidere cosa farne.

Ma potrebbe cambiare qualcosa rispetto alla via della ‘tolleranza’ (col naso turato) intrapresa dall’ex Municipio e dall’ex sindaco Giorgio Giudici con l’accordo implicito di Giuliano Bignasca?

Quella era una via d’uscita, da un certo profilo, pragmatica. Per adesso è sempre stato così. Non posso dire se cambierà. Diciamo che l’ex Macello è stato lasciato sul tavolo per tanto tempo, senza pensarci su troppo. Il nostro obiettivo è di fare un sopralluogo, valuteremo il tutto e se arriveremo a lasciare lì gli autogestiti, vedremo di regolare la situazione. Se invece si decidesse un’altra destinazione, lo diremo e lo faremo. Sicuramente, qualcosa faremo in un senso o nell’altro. Non possiamo chiudere gli occhi, andremo a vedere com’è, cosa potrebbe essere, i costi, che tipo di coesistenza è possibile poi prenderemo una decisione.

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