« Ripristinare sull’area dell’ex macello la completa legalità il più presto possibile, ma al più tardi entro il 31 dicembre 2003 » : è questo il tenore della risoluzione votata lunedì sera dalla maggioranza del Consiglio comunale di Lugano ( cfr. GdP di ieri). Una risoluzione definita unanimamente come clamorosa, soprattutto perché a prima vista cozza contro l’intendimento del Municipio. « Una risoluzione che va interpretata per quello che realmente vale – spiega uno dei suoi promotori, il popolare democratico Paolo Sanvido – senza farsi prendere la mano dalla frenesia e da interpretazioni affrettate » . Prima di lasciar spazio alle parole del consigliere, è bene sottolineare che nel caso specifico la risoluzione non ha alcun valore vincolante: il che significa, come ci ha confermato l’Ufficio giuridico della Città, che il Municipio non è legato a corda doppia a quanto deciso l’altra sera dal Legislativo. Ricordiamo però anche che il sindaco Giorgio Giudici, dopo aver apertamente parlato di « consiglieri totalmente ipocriti » , aveva aggiunto a caldissimo che il Molino dovrà lasciare il macello effettivamente entro la fine dell’anno. Una posizione ( comunque stemperata ieri in giornata) non condivisa dal municipale Giuliano Bignasca, da noi contattato nel pomeriggio: « Il Municipio ha un accordo preciso con i molinari e ha concesso loro una deroga fino al 31 gennaio 2004: è quella la data che fa stato. Personalmente
non vedo la ragione di intervenire prima. Chiaro è che una soluzione va trovata e che l’invito del Legislativo rappresenta uno stimolo in più » . Detto questo, torniamo da Sanvido. « La risoluzione è un segnale preciso che abbiamo voluto dare al Municipio, il quale deve prendere in mano la situazione. Abbiamo inoltre voluto fissare dei punti chiave, ossia: l’ex macello deve essere destinato agli scopi previsti dal relativo messaggio ora sotto gli occhi della commissione preposta; inoltre, bisogna ripristinare la legalità. E per ripristino della legalità si intende che il Municipio adempia alle sue responsabilità, facendo i passi necessari per verificare la sicurezza e l’abitabilità dell’ex macello e anche per definire cosa si può fare lì e cosa no. Ci cono tante cose da metter a posto. Nessuno ha comunque mai parlato di sgombero: questa è solo l’interpretazione che vuole dare il Municipio » . Senza contare che i molinari hanno tutte le ragioni per rimanere all’ex macello almeno fino al 31 gennaio 2004: l’accordo con la Città, quello sì, è vincolante.
Ancora tre segnalazioni. Primo: i molinari si sono riuniti ieri in tarda serata in assemblea e comunicheranno oggi il loro punto di vista e le loro osservazioni. Secondo: sembra già in agenda per gennaio 2004 l’ennesimo incontro chiarificatore tra Municipio e autogestiti. Terzo: l’UDC Umberto Marra e firmatari attraverso un’interpellanza hanno chiesto lumi al Consiglio di Stato sulla firma che la direttrice del DSS Patrizia Pesenti ha posto sulla petizione a sostegno della permanenza dell’autogestione all’ex macello: « Trattasi di incauta intromissione nella delicata vicenda? » . ( GAB)

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