Primo firmatario dell’appello è Mauro Arrigoni, docente al Liceo cantonale di Mendrisio. Seguono – come detto – le firme di oltre 180 persone caratterizzate dai più svariati profili professionali. Firme che, per ragioni di spazio non pubblichiamo. Diamo invece risalto al testo integrale dell’appello.
Il testo sottoscritto:
Nel nostro paese da alcuni decenni risulta sempre più avvertita da parte dei giovani la necessità di poter disporre di spazi che consentano e favoriscano forme di aggregazione. Se nel resto della Svizzera, grazie anche agli orientamenti suggeriti dalla Commissione Federale per la gioventù, non mancano in questo senso esempi di esperienze pluriennali, in Ticino tale richiesta è stata soddisfatta solo in maniera limitata. Il 2 ottobre 1996 il nostro Cantone ha varato una Legge sul sostegno e il coordinamento delle attività giovanili (Legge giovani) che sembrava voler colmare il vuoto nella politica giovanile e il cui scopo era chiaramente espresso nell’articolo 1: Il Cantone sostiene e coordina, per il tramite della presente legge, attività giovanili finalizzate alla partecipazione dei/delle giovani in uno spirito di autodeterminazione. Da quel momento sono nati alcuni centri coordinati a livello comunale e si è iniziata nelle scuole medie superiori l’esperienza delle giornate di autogestione, ma nulla o quasi è stato intrapreso a livello politico per rispondere alle esigenze dei giovani maggiorenni.
Il desiderio di gestire spazi autonomi e creare e proporre cultura – caratteristica peculiare alla fascia d’età interessata dalla Legge giovani – si è spesso scontrato con il tentativo da parte degli adulti di tutelare secondo le loro concezioni lo spirito di autodeterminazione dei giovani. Appare evidente che con tale comportamento si priva di fatto il soggetto interessato di una tappa della sua crescita socialmente qualificante quale quella dell’autogestione. A tal proposito non possono essere ritenute sufficienti le tre giornate di autogestione istituite nelle Scuole Medie Superiori, considerato che le stesse si rivolgono al 25% della popolazione giovanile e soprattutto poiché il desiderio di realizzarsi creativamente non può ritenersi esaurito dopo alcuni momenti, appaganti e costruttivi, ma pur sempre concepiti all’interno dell’istituzione scolastica. Tuttavia, proprio alla luce di tale positiva azione educativa, risulta più che mai auspicabile dare a tutti i giovani la possibilità di compiere, con una più ampia autonomia, esperienze formative di questo tipo.
Nel Mendrisiotto, i giovani che non aderiscono ad associazioni (la stragrande maggioranza) non dispongono, all’infuori dei locali pubblici, di spazi d’incontro e di discussione per poter elaborare e realizzare progetti culturali che diano concretezza alle loro qualità e aspirazioni. Che si tratti di un’esigenza reale lo confermano due fatti recenti: la raccolta di 1700 firme promossa lo scorso anno dal gruppo Alicante a sostegno della richiesta di un centro giovanile; e l’esperienza di autogestione che da alcune settimane i giovani dell’associazione Fantasma del Mattirolo conducono all’interno dello stabile, con proposte di attività diversificate (musica, teatro, cinema, diaporama, lettura di testi creativi e cucina a base di prodotti biologici).
Noi crediamo sia estremamente importante che le autorità riprendano al più presto un dialogo che, attraverso un rapporto di fiducia reciproco, miri a consentire la libera espressione e l’autoaffermazione dei giovani della regione. Infatti, è solo valorizzando le potenzialità di rinnovamento dei giovani che si consentirà e si faciliterà un’interazione proficua tra la collettività e questa componente della società, evitando nel contempo il rischio di una pericolosa emarginazione.
Chiediamo quindi alle autorità cantonali e comunali di avviare in tempi brevi un dialogo rispettoso delle legittime rivendicazioni dei giovani e di mettere in atto con progetti concreti quanto esposto nel Rapporto elaborato lo scorso 20 agosto 2002 dal Consiglio di Stato in merito alle risoluzioni adottate dal II Forum cantonale dei giovani, nel quale tale autorità ribadiva di voler assicurare tutta la sua disponibilità per sostenere i progetti di attività giovanile, sia in termini di consulenza, sia attraverso i sussidi stabiliti dalla Legge giovani, nonché di riconoscere e sussidiare i progetti promossi dai giovani nell’ambito extrascolastico e extrasportivo e quello di sussidiare i centri d’attività giovanile gestiti da associazioni giovanili o altri enti pubblici o privati.

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