Queste alcune delle condizioni poste dai capigruppo del Legislativo cittadino per proseguire nella strada della trattativa con autonomi e cantone, in vista di trovare una sede per il Molino.
Il via alla discussione generale sul tema, rinviata nella scorsa seduta, contro il volere dei socialisti, per dare la possibilità ai partiti di approfondire la questione, l’ha dato il sindaco, che ha stigmatizzato il comportamento degli autonomi in occasione della festa di sabato sera. Festa che doveva terminare alla 1 di notte, ma che è finita alle tre, durante la quale sui muri del sottopassaggio di Besso sono state scritte frasi offensive nei confronti di Giorgio Giudici, che ha detto: « Se queste sono le premesse per il dialogo, cominciamo male ».E ha proseguito rivolto ad alcuni rappresentanti del Molino presenti in sala: « So che voi diffidate di me, come io diffido di voi. La questione sarà trovare un punto di convergenza » . Il sindaco ha poi reso noto che Municipio ha designato i due rappresentanti della Città nella trattativa, ma i nomi non si sanno perché la decisione non è ancora stata ratificata. Il Molino, dal canto suo, ha invece già comunicato i due membri del gruppo di lavoro, che dovrà essere trovata entro il 15 gennaio. La discussione è stata aperta da Giovanni Antonini ( Ppd), che ha criticato l’atteggiamento del Cantone, che non ha mai voluto affrontare seriamente la questione. Antonini ha poi posto le condizioni per intavolare la trattativa: rispetto della legalità e dialogo che deve coinvolgere Cantone e comuni limitrofi. Daniela Baroni ( Ps) ha invece detto che Lugano è l’unica città del Cantone, con dimensioni tali da far emergere il fenomeno dell’autogestione, anche se si vuol far finta di non vederlo. La legittimità del Csoa è comunque acquisita da tempo secondo il Ps. La Lega ha posto condizioni irrinunciabili, tra cui quella che obbliga il Municipio a presentare un messaggio per ogni accordo, anche se transitorio. È per dare la possibilità di indire un referendum, ha detto Michele Foletti ( Lega). Il Plr per bocca di Rocco Olgiati ha definito lo sgombero una decisione improvvida, presa senza tener conto delle conseguenze. Ed ha detto che entro il 15 gennaio bisognerà verificare la volontà degli autonomi di rispettare le regole, altrimenti il partito si riserva la possibilità di cambiare posizione. Roger Etter ( Udc) ha invece ribadito l’opposizione del suo partito ai centri sociali, definiti come un focolaio di disordine.

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