LUGANO – Dopo gli scontri con la polizia fuori dall’ex Macello di Lugano nelle prime ore di domenica, sono ora giunte le reazioni, piuttosto pesanti, da parte del CSOA il Molino.

Secondo gli appartenenti al centro sociale, i fatti avvenuti nella notte dello scorso fine settimana potrebbero essere «un disegno per alzare la tensione». Inoltre accusano un’intensificazione «evidente della pressione attorno al Centro Sociale, per probabilmente creare le condizioni che giustifichino un intervento di forza. Nell’ultimo anno, dall’inizio delle trattative, si verificano continuamente dei controlli insoliti, ripetuti a tutte le ore del giorno, con aggressività, provocazioni e insulti, da parte della polizia comunale di Lugano, che arriva in forze fuori dal cancello del Molino per verifiche di identità, fermi, video e foto delle persone presenti all’esterno e all’interno».

I simpatizzanti del centro accusano anche il Municipio di non aver ancora proposto ancora nessuna alternativa al luogo autogestito, e ciò porta a tensioni: «Di fronte al vuoto di proposte, all’autorità, non rimane altro che fomentare le tensioni, provocando lo scontro»;e accusano l’esecutivo di aver diffuso dichiarazioni alla stampa sebbene fosse stato deciso, «di comune accordo» di non divulgarne, per «non creare ulteriori tensioni ed equivoci», sempre secondo il CSOA.

Inoltre accusano l’esecutivo di ricattare il Centro: «Il ricatto appare evidente. O accettate le «nostre regole del quieto vivere» o non si va più avanti. Uno strano modo d’intendere il dialogo, imponendo delle regole che peraltro da sempre rispettiamo».

Secondo il comunicato stampa, la polizia «si è appostata dietro il cancello e ha cominciato a controllare in maniera insensata e provocatoria chiunque uscisse Alla richiesta di smetterla e di andarsene, i poliziotti hanno subito alzato i toni cercando lo scontro». Poi le accuse alla polizia si fanno pesanti: «Due ragazzi del gruppo che aveva suonato sono stati fermati al di là del fiume da due pattuglie, pistole alla mano, ammanettati, portati in centrale a Lugano, picchiati, insultati – vari gli insulti omofobi («Vi abbiamo arrestati perchè avete suonato in quel posto di froci») – minacciati e trasferiti a Noranco, dove ascoltavano gli sbirri confidarsi che «mancherebbe solo il via dalla magistratura per procedere allo sgombero»».

Inoltre il comunicato racconta di un nuovo episodio avvenuto ieri pomeriggio: «Una pattuglia di passaggio, con gli stessi agenti presenti sabato, si è presentata sotto il Molino con un atteggiamento provocatorio e minacciando «sta sera arriviamo e vi riempiamo di botte»».

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