a questo indirizzo altre foto e i report sul corteo del 25 APRILE a
Vicenza
http://italy.indymedia.org/news/2003/04/269881_comment.php#270094
25 aprile a Vicenza, giornata della resistenza che continua in Iraq, in Palestina, in Italia, nel mondo
Buona partecipazione ( 400 persone) alla manifestazione organizzata da Veneto contro la guerra a Vicenza oggi 25 aprile 2003.
Siamo partiti ancora una volta da davanti la caserma americana di Camp
Ederle, da dove sono partiti molti paracadutisti prima verso l'Afghanistan
e poi i paracadutisti che hanno aperto il fronte nord nell'Iraq e dove
abbiamo tenuto in tutto questo periodo iniziative di presidio costanti.
Erano presenti anche gonfaloni partigiani della sezione Anpi di Bassano
del Grappa (uno dei gonfaloni con più croci nere di caduti partigiani
d'Italia ) il vessillo della Brigata Garibaldi "Ismene" portato personalmente
dal figlio del comandante "Tar" e un altro vessillo della "Garemi". Davanti
alla Ederle è stato letto il messaggio antifascista e antimperialista
del comandante garibaldino Angiolo Gracci "Gracco" che legava la resistenza
alla lotta attuale contro l'imperialismo, contro le basi americane in Italia.
Erano presenti oltre a numerosi gruppi e compagni di Vicenza
città (il Collettivo Spartakus ) di Bassano, di Schio, ( Comitato
antifascista antimperialista Malga Zonta"compagni organizzati e singoli
di Padova ( CPO "Gramigna", "Soccorsopopolare" "Circolo Comunista Gastone
Foco" "Progetto Comunista del Veneto"e Venezia (Gruppo di Propaganda Comunista
Treviso-Venezia" compagni della Cub. Erano presenti anche compagni antimperialisti
(Coordinamento Nazionale Antimperialista)della Romagna e di Torino.
Erano presenti inoltre libertari del coordinamento dei SENZAPATRIA
(Veneto) e di Vicenza!
In questo momento di duro di attacco internazionale ed interno ci siamo
riuniti a centinaia e apertamente, abbiamo ribadito le nostre idee.
Non ci lasciamo condizionare e travolgere dalla propaganda e dalla violenza
degli aggressori. Siamo a fianco dei popoli aggrediti. Resisteremo uniti.
Siamo perché in Italia e nel mondo si sviluppino rapporti sempre
più fraterni e organizzati tra tutti gli antifascisti, gli anticapitalisti,
gli antimperialisti conseguenti.
Contro la guerra imperialista via gli eserciti invasori dall'Iraq!
No all'invio di truppe italiane! Via le basi americane dall'Italia!
La resistenza continua!
Alessandro Galante Garrone: "Il mite giacobino",
Donzelli, 1994
Ecco, se mi chiedi come fu il mio 25 aprile, ti devo dunque rispondere
che cominciò in bicicletta,
Scendevamo in bicicletta verso Torino, nelle prime ore di quel mattino:
io e mio fratello Carlo.
Eravamo partiti dal Canavese: ansiosi, perché ancora non sapevamo
come
sarebbero andate le cose. E soltanto a Rivarolo - dove ci incrociammo
con una fila sempre più fitta di persone che si allontanavano
in gran
fretta, ciclisti in fuga dalla città - capimmo che l'insurrezione
generale era scattata all'ora stabilita. E Torino sarebbe stata
liberata.
Ma quel che ci diede la certezza del buon inizio fu la vista di un
anziano gerarca, notissimo a Torino, il senatore B, che in quella torma
di ciclisti pedalava faticosamente in salita, curvo sul manubrio.
Ecco, se mi chiedi come fu il mio 25 aprile, ti devo dunque rispondere
che cominciò in bicicletta, lumgo la strada che dolcemente scendeva
da
Castellamonte in città. E hai ragione a voler partire da lì.
E' giusto
che dovendo parlare del "nuovo che avanza", io cominci proprio da quel
momento, da quell'altra crisi di regime di cinquant'anni fa; dal nuovo
di allora, diventato vecchio prima del previsto.
Per la verità la data fissata per l'insurrezione e la seguente
liberazione di Torino e del Piemonte non era il 25, ma il 26 di aprile.
L'ordine era stato emanato dal Comando militare regionale piemontese
[Cmrp] il 24 aprile secondo la formula prestabilita : "Aldo dice 26
x
1"; cioè le operazioni, per tutte le formazioni partigiane,
dovevano
cominciare di notte, alla prima ora del 26 aprile.
Le forze militari alleate erano, anche se in movimento, lontane. Nel
pomeriggio del 24 ero partito da Torino, con l'ordine d'insurrezione,
e
all'alba del 26 vi tornavo, per raggiungere al più presto la
sede del
Comitato di liberazione nazionale, mentre Carlo da Torino avrebbe dovuto
proseguire per Cuneo.
Arrivati, sempre in bici, alle porte di Torino, verso la barriera di
Milano, ci rendemmo conto che una parte della città era già
stata
liberata. Alle finestre e sui tetti delle prime cascine, fuori porta
Milano, sventolavano le bandiere tricolori. C'era già un'aria
di festa.
Giunti in città la situazione era ancora incerta: si sparava
per le
strade e dai tetti. Carlo si separò da me per trovare la via
più diretta
per Cuneo, mentre io cercavo di raggiungere la conceria Fiorio, fissata
come sede del Cln durante l'insurrezione. [...]