“Rulli di tamburo per Rancas”
di Manuel Scorza
Feltrinelli, 1970

Un giorno un treno si fermò nel povero villaggio di Rancas. Ne scesero uomini con giacche di cuoio nero. Scaricarono balle di filo di ferro e cominciarono a scavare buche. Ogni dieci metri piantavano un palo. Fu così che nacque il Recinto.
Il Recinto si allargava ogni giorno di più, divorava chilometri su chilometri. Avanzava inesorabile. Colli, pascoli, colline, caverne, paludi: si inghiottiva tutto.
Niente restava per i comuneros dei villaggi della pampa. Non un filo d’erba, non una zolla di terra.
Chi ha costruito il Recinto è il potente monopolio della Cerro de Pasco Corporation, con l’appoggio dei latifondisti locali.
E questo libro è la cronaca esasperatamente vera della lotta solitaria condotta nelle Ande Centrali tra 1950 e 1962 dagli uomini di alcuni villaggi rintracciabili solo nelle mappe militari dei distaccamenti che li rasero al suolo.
Storia di una lotta inevitabile contro una millenaria ingiustizia, contro la prepotenza di fazenderos e gringos, “Rulli di tamburo per Rancas” viene considerato dagli indigeni peruviani la “loro” opera epica.