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donn[ol]a book tratto dal libro " DONNE CHE CORRONO CON I LUPI " di: C. P. Estès. Sintesi e disegni di: Dellilda
La loba
I quattro rabbini
Barbablù
Vassillissa
Manawee
La donna scheletro
Il brutto anatroccolo
Scarpette rosse
Pelle di foca
La llorona
La piccola fiammiferaia
I tre capelli d'oro
Baubo, la dea panciuta
L'orso della luna crescente
Gli alberi secchi
La donna dai capelli d'oro
La fanciulla senza mani
Il Canto Hondo
LA LLORONA

Un ricco hidalgo corteggia una donna bella ma povera e ne conquista l'amore. Gli dà due figli, ma lui non si degna di prenderla in moglie. Un giorno annuncia che sta per tornare in Spagna, dove sposerà una donna ricca scelta dalla famiglia, e porterà con sé i figli.
La giovane impazzisce e agisce proprio come tutte le pazze urlanti di ogni tempo. Gli graffia la faccia, si graffia la faccia, gli strappa i capelli, si strappa i capelli. Prende i due figlioletti e corre al fiume e li butta nell'acqua. I bambini affogano e la Llorona cade sulla riva nel dolore e nel lutto, e muore.
L'hidalgo torna in Spagna e sposa la donna ricca. L'anima della Llorona sale al cielo. Là il custode del cancello le dice che può entrare perché ha sofferto, ma prima deve recuperare dal fiume le anime dei figli.Ecco perché oggi si dice che la Llorona spazza le rive coi lunghi capelli, infila nell'acqua le lunghe dita e draga il fondo. E per questo i bambini non devono avvicinarsi al fiume di notte, perché lei può scambiarli per i propri figli e portarli via per sempre.

In una versione moderna la Llorona andò con un ricco hidalgo proprietario di varie fabbriche sul fiume.
 
Durante la gravidanza bevve l'acqua del fiume e le nacquero due gemelli ciechi e con i piedi palmati perché l'hidalgo aveva inquinato il fiume con le sue fabbriche. Allora lui non la volle più e sposò una donna ricca che voleva i prodotti delle sue fabbriche.

L'inquinamento dell'anima selvaggia: il tema della storia è la distruzione del femminino fertile. Il racconto contribuisce a insegnare a una donna cosa non fare e come ritrarsi da scelte mediocri.
Il racconto ricorre alle metafore della donna bellissima e del chiaro fiume della vita per descrivere il processo creativo femminile nel suo stato normale. Ma nell'interazione con l'intenzione distruttiva il fiume e la donna conoscono il decadimento. Poi è trascinata in una ricerca senza fine tra i rottami del suo potenziale creativo di un tempo.
Le acque sono il luogo in cui si pensa abbia avuto origine la vita stessa. Il fiume qui è il simbolo di una forma di ridondanza femminile che eccita e appassiona.
Ma talvolta la vita creativa di una donna viene rilevata da qualcosa che vuole produrre le cose dell'io soltanto, che non hanno un valore anima duraturo. Talvolta la cultura fa pressione, definendo inutili le sue idee creative. Questo è inquinamento, è scaricare piombo nel fiume.
Veleni nel fiume: l'effetto più diffuso dell'inquinamento nella vita creativa femminile è la perdita della vitalità. Nel ciclo naturale si trovano a volte impazienze e irrequietudini, ma mai si prova la sensazione che l'anima selvaggia stia morendo. Ma quando la vita creativa muore la questione cambia completamente. Ci sentiamo come il fiume morente, diventiamo pesanti, lente in modo negativo, tutto pare infetto, torbido, tossico. In questo stato ci si lascia facilmente distrarre da faccende di cuore, dall'eccessivo lavoro, dal gioco, dalla stanchezza o dalla paura del fallimento.
Fuoco sul fiume: la corrente creativa inquinata può improvvisamente esplodere in un fuoco tossico che incenerisce ogni forma di vita. Troppi complessi psichici all'opera contemporaneamente possono provocare danni immensi al fiume. Questi mettono in dubbio il vostro valore, le vostre intenzioni, la vostra sincerità e il vostro talento. Il complesso creativo vi accuserà che ciò che fate non funzionerà perché non siete logiche, perché quel che avete fatto non è logico. Ma le prime fasi della creazione non sono mai logiche, né lo devono essere. Dite al complesso di starsene seduto e di restare alla larga. E non ostinatevi a lustrare la casa prima di sedervi a scrivere, le faccende di casa sono una strana cosa: non finiscono mai. Sistema perfetto per bloccare una donna.
Accade anche che il processo creativo sia incompreso o non rispettato da chi circonda una donna. Sta a lei informarli che quando ha "quello sguardo" significa che sta soppesando un grande archivio di idee sulla punta di un dito. Una donna può spezzarsi il cuore accantonando le sue idee finchè tutta l'eccitazione è spenta e in molti altri modi.
Quando la creazione è avvelenata o impantanata, la donna cerca di ignorare le condizioni dell'animo. Fa qualcosina, leggiucchia, ma sono tutte cose senza importanza. Sta solo prendendo in giro se stessa. Quando il fiume muore, manca la sua corrente, la sua forza vitale. Senza Shakti, la personificazione della forza vitale femminile, Shiva, che racchiude le capacità di agire, diventa un cadavere. Lei è l'energia vitale che anima il principio maschile, e a sua volta il principio maschile anima l'azione nel mondo.
L'uomo del fiume: animus è forza-anima nelle donne, ed è ritenuto maschile. E' una forza che aiuta la donna ad agire in prima persona nel mondo esterno, a esprimere i suoi intimi pensieri e sentimenti specifici e femminili in modi concreti. E' un "uomo che fa da ponte" fondamentale. La donna selvaggia compone il canto, lui lo orchestra. Lei immagina, lui consiglia. Senza di lui l'opera teatrale è creata nell'immaginazione, ma non verrà mai messa in scena.
E' ancora vivo nella memoria della donna selvaggia il tempo in cui le donne dotate erano gettate da parte come rifiuti, in cui una donna non poteva avere un'idea, a meno che segretamente non la piantasse e non la fecondasse in un uomo il quale poi la portava nel mondo come se fosse sua. L'aspetto fondamentale dello sviluppo dell'animus è la manifestazione dei pensieri, degli impulsi e delle idee interiori. Dev'essere tenuto in esercizio, gli devono regolarmente essere affidati dei compiti, se vogliamo essere capaci di agire. Esso può diventare un aiutante, un assistente, un amante, un fratello, un padre, un re. Esiste un aspetto regale nella psiche femminile che opera a nome della donna e per il suo bene.
Ma nel racconto l'animus ha perseguito altri obiettivi a spese della natura selvaggia e il fiume si riempie di rifiuti, avvelenando i figli non ancora nati della donna. Che accade se qualcosa si appropria della corrente creativa rendendola sempre più fangosa? Se ci lasciamo intrappolare? Se in modo perverso cominciamo ad amarlo e a sentirci vive attraverso di esso? Se lo usiamo per tirarci giù dal letto al mattino? L'hidalgo rappresenta un aspetto della psiche "andato a male". Quando l'animo è una minaccia come nel racconto, la donna perde fiducia nelle proprie decisioni.
Le donne dotate, anche quando cose bellissime nascono dalle loro mani, dalle penne, dai corpi, continuano a dubitare di essere vere artiste, scrittrici, pittrici, persone.
Qualsiasi tentativo di atto creativo disturba un animo negativo, che parte subito all'attacco. La donna prende in mano una penna, e la fabbrica sul fiume sputa veleno. Qualcosa non va nell'animo, nella capacità di manifestare e realizzare le proprie idee nel mondo.
La parte difficile è immergersi nel fango e cercare, dragare il fiume alla ricerca della nostra vita-anima, della nostra vita creativa.
Riprendersi il fiume: ,bisogna esercitarsi ad accettare il complimento, assaporarlo. Reagire: ecco come ripulire il fiume. La creatività è la capacità di reagire a tutto quanto succede intorno a noi, di scegliere tra centinaia di possibilità di pensiero, sentimento, azione e reazione e riunirle in una risposta, un'espressione o un messaggio unici, ricchi di passione e di significato. Essere selvagge: ecco come purificare il fiume. Consentire alla nostra vita ideativa di sciogliersi, scorrere, non censurando inizialmente nulla. Iniziare: cominciate subito, eventualmente fallite, riprendetevi, ricominciate. Non è il fallimento a trattenerci, ma la riluttanza a ricominciare più e più volte. Superate la paura e non continuate ad usarla per evitare di ripulire il fiume. Proteggere il proprio tempo: ecco come bandire gli elementi inquinanti. L'animo positivo ha confini eccellenti. Ostinarsi: continuare nella nostra opera, qualunque essa sia, che ci si senta forti o no, pronte o no. Proteggere la vita creativa: dedicatevi alla vostra opera tutti i giorni, non lasciate che niente e nessuno vi costringa alla carestia.
 
La llorona
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