[1976] Processone di Torino 1 – Il processo guerriglia

101_DiariodiUnProcessoGuerriglia Il processo guerriglia: gli imputati non si difendono ma attaccano.

Il processo che si apre alla Corte d’Assise di Torino il 17 maggio 1976 vede 46 persone accusate principalmente del seguente capo d’imputazione:

«Per aver organizzato una banda armata denominata Brigate Rosse avente per fine la soppressione violenta degli ordinamenti politici, economici e sociali dello Stato italiano, elaborando un programma generale politico di attacco al cuore dello stato»

In apertura di processo, però, avviene un fatto imprevisto: uno degli imputati, Maurizio Ferrari, legge a nome di tutti gli imputati un comunicato scritto:
«Ci proclamiamo pubblicamente militanti dell’organizzazione comunista Brigate Rosse, e come combattenti comunisti ci assumiamo collettivamente e per intero la responsabilità politica di ogni sua iniziativa passata, presente e futura. Affermando questo viene meno qualunque presupposto legale per questo processo, gli imputati non hanno niente da cui difendersi. Mentre al contrario gli accusatori, hanno da difendere la pratica criminale, antiproletaria dell’infame regime che essi rappresentano. Se difensori dunque devono esservi, questi servono a voi egregie eccellenze. Per togliere ogni equivoco revochiamo perciò ai nostri avvocati il mandato per la difesa, e li invitiamo nel caso fossero nominati di ufficio, a rifiutare ogni collaborazione con il potere. Con questo atto intendiamo riportare lo scontro sul terreno reale, e per questo lanciamo alle avanguardie rivoluzionarie la parola d’ordine: portare l’attacco al cuore dello stato.»

 

B.R. Diario di un Processo Guerriglia

[Il processo alle Brigate Rosse: Brigate Rosse e difesa d’ufficio: documenti (Torino, 17 maggio 1976 – 23 giugno 1978) / Emilio R. Papa

Avvocato! (film)

La rivolta narrativa]