[1979] Carlo Fioroni

136_LOTTA-CONTINUA_1979_12_28_284_0003Da taluni considerato un vero e proprio infiltrato si può considerare il primo pentito, se si esclude Marco Pisetta (1945-1990). Viene arrestato a Bellinzona il 16 maggio 1975 per il sequestro e l’omicidio di Carlo Saronio.  Estradato, tradotto in carcere e condannato, dopo alcuni anni Fioroni decide di collaborare con le autorità; col suo memoriale accusa e manda in galera tutti quelli che conosce, dai Gap/Feltrinelli fino all’autonomia. Diventa il grande accusatore di Toni Negri nel processo “7 aprile”, ma le sue accuse man mano si sgonfiano e appare sempre più probabile l’assenza di una matrice politica nel sequestro Saronio. Nel’82, con la legge sui pentiti, è liberato. Vive in Nord America, con i soldi ricevuti dai servizi segreti.

Verbale di interrogatorio di Carlo Fioroni 3 dicembre 1979

Lotta Continua 28 dicembre 1979

[1980] Patrizio Peci

109_Peci01041980

(Brigate Rosse): arrestato il 18 febbraio 1980, collabora da subito con le forze dell’ordine. Immediata conseguenza delle sue dichiarazioni è l’individuazione della base brigatista di via Fracchia 12, in Genova, dove il 28 marzo 1980 quattro militanti, Lorenzo Betassa, Piero Panciarelli, Riccardo Dura e Annamaria Ludmann, sono sorpresi nel sonno dai Carabinieri e uccisi.

 

 

Peci verbali di interrogatorio, 1 aprile 1980

[1981] Interrogatorio a Sergio Spazzali sulle dichiarazioni di Peci

 

[1980] Roberto Sandalo

(1957-2108_Sandalo09051980014) (Prima Linea): arrestato il 29 aprile 1980, coinvolge nelle sue dichiarazioni 150 compagni di PL; in cambio la giustizia italiana gli abbuona 110 reati, fra cui tre omicidi. Negli anni Novanta entra nella Guardia padana della Lega Nord, venendone poi espulso da Borghezio, e nel 2008 è arrestato per alcuni attentati a moschee e centri islamici nel Milanese.

Sandalo 9 maggio 1980 verbali di interrogatorio

 

[1980] Marco Barbone

107_Barbone04101980(Brigata XXVIII marzo): arrestato nell’ottobre 1980, collabora con le forze dell’ordine facendo arrestare i membri del gruppo. Grazie alla legge sui pentiti, su richiesta del pm Armando Spataro, è condannato a 8 anni e 6 mesi e contemporaneamente scarcerato, in quanto ammesso al beneficio della libertà condizionata. Uscito dal carcere, aderisce a Comunione e Liberazione.

 

 

Barbone 4 ottobre 1980 verbali di interrogatorio

La Stampa 9 Ottobre 1980

La Stampa 10 Ottobre 1980

La Stampa 11 Ottobre 1980

La Stampa 12 Ottobre 1980

[1980] Michele Viscardi

Corsera_15_12_1980_estratto

Arrestato il 13 ottobre 1980, inizia a parlare nel novembre dello stesso anno.

“Il 3 dicembre scatta un blitz su scala nazionale dopo la confessione di Michele Viscardi, ex ‘killer dagli occhi di ghiaccio’, che permette l’arresto di decine di persone, la scoperta di basi di Prima Linea, depositi di armi e munizioni, schedari e documentazione varia. I giornali parlano di 4.000 chilometri percorsi dagli investigatori assieme al Viscardi per ricostruire direttamente tutto il suo racconto: da Bergamo a Milano, da Milano a Firenze, da Firenze a Roma, da Roma a Napoli, da Napoli a Taranto e ritorno. Questo tour avviene il 28 novembre, dopo che già dal 24 novembre Viscardi ha deciso di vuotare il sacco, ma non riesce a localizzare con precisione tutti i luoghi di cui parla nella deposizione. Il dott. Argano, durante un’udienza del‘processone’, bergamasco rivela che Viscardi si era già allontanato da PL prima dell’arresto”.

[da Emilio Mentasti, Bergamo 1967-1980. Lotte, movimenti, organizzazioni, Colibrì, Paderno Dugnano (MI), 2002, pp. 635-636]

Corriere della sera 14 dicembre 1980

Corriere della sera 15 dicembre 1980

[1982] Antonio Savasta

110_Savasta_28041982 (Brigate Rosse): comincia a parlare (dopo che la sua compagna Emilia Libera aveva già deciso di collaborare con la giustizia) tre giorni dopo il suo arresto nel covo di via Pindemonte a Padova, avvenuto il 28 gennaio 1982, durante l’operazione con la quale le forze dell’ordine liberano il generale della NATO James Lee Dozier, rapito dalle BR una quarantina di giorni prima. Rivela nomi e basi logistiche, ricostruisce centinaia di azioni, compiti e ruoli dell’organigramma delle Brigate Rosse. In istruttoria muove accuse assai circostanziate anche contro gli imputati dell’autonomia del progetto “Metropoli”, ma in aula le ridimensiona con questa sconcertante motivazione: l’emergenza è finita, il movimento della dissociazione nelle carceri è fortissimo, è ora di ricostruire i fatti in maniera meno teorematica. Savasta è stato anche uno dei primi brigatisti a subire torture fisiche, anche se non le ha mai denunciate dopo il proprio pentimento. Ha comunque testimoniato contro gli uomini dei NOCS contribuendo alla loro condanna, dopo le denunce di Cesare Di Lenardo. Di recente, in una intervista a Nicola Rao, ha ricostruito le pratiche della squadra del “dottor De Tormentis”.

Savasta 28 aprile 1982 verbali di interrogatorio

[Intervista a Salvatore Genova (2012)]