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Editoriale

Il Picco irrompe sulla stampa mondiale
27 giugno 2004

Questo sito è stato aperto solo pochi mesi fa, quando le questioni energetiche, e petrolifere in particolare, non avevano ancora occupato le prime pagine dei giornali.

Lo scopo era divulgare informazioni utili su quello che quasi certamente sarà l'evento storico-politico-culturale più importante da molto tempo a questa parte: il picco della produzione degli idrocarburi genererà probabilmente una crisi economica più profonda e duratura della Grande Depressione, cambierà le vite degli esseri umani più rapidamente di quanto abbia fatto la Rivoluzione Industriale, modificherà la struttura dei rapporti di forza internazionali più a fondo di quanto abbia fatto la Seconda Guerra Mondiale.

Ma se lo scopo era divulgativo, questa pagina rischia oggi di essere inutile: la ineluttabilità del Picco, la sua prossimità temporale, l'effetto dirompente che avrà sul mondo come lo conosciamo, cominciano a diventare argomenti di pubblico dominio.

Questa consapevolezza non è certamente merito nostro, né della gran quantità di altri siti informativi sulla questione, tutti molto migliori del nostro. Il cambiamento nell'attenzione della stampa e del pubblico è dipeso dagli avvenimenti dell'ultimo anno: l'aggressione coloniale all'Iraq, il prezzo del barile che supera la soglia psicologica dei 40 $ per la prima volta da oltre 20 anni, e l'OPEC che per la prima volta, di fronte a una richiesta di aumentare la produzione, non risponde 'non voglio', ma un frustrante 'non posso'.

Le discussioni sul Picco aumenteranno ulteriormente e massicciamente con l'arrivo del nuovo anno. La domanda globale di petrolio aumenta di 3 Mbd (Milioni di barili al giorno) con l'inverno, e questa volta, questi 3 Mbd non esistono in nessun posto del mondo. Per la prima volta, dovremo imparare a fare con meno: non importa quanto salirà il prezzo del barile, non ci sarà un prezzo abbastanza elevato da creare il petrolio dal nulla: qualcuno dovrà farne a meno. Le leggi della fisica e della natura vengono prima di quelle dell'economia.

Ci parleranno di nucleare, ci parleranno di idrogeno, ci parleranno di al-Qaeda. I più illuminati ci parleranno di riduzione dei consumi, lasciando intendere che si risolve tutto cambiando la Jeep con una Punto. Ma non è così: è tutta la nostra visione del mondo che viene compromessa, nel momento in cui si prospetta l'era dei consumi e della popolazione decrescenti. 'I limiti dello Sviluppo' del MIT-Club di Roma, e più recentemente 'Entropia' di Rifkin, per parlare solo delle fonti occidentali, avevano inquadrato da lungo tempo e con nettezza il problema.

Il picco mondiale della produzione di petrolio non è ora, nel 2004. Kuwait e Iraq hanno ancora la capacità, a prezzo di grandi investimenti, di aumentare in modo molto significativo la loro produzione di petrolio. Ma non possono farlo abbastanza in fretta (specialmente l'Iraq) da saziare la nostra domanda per il prossimo inverno. A questo inverno, seguirà una nuova crisi economica che farà declinare la domanda di petrolio e abbassare i prezzi del barile; nel frattempo il Kuwait, e forse l'Iraq, si attrezzeranno per aumentare le esportazioni, così che tra due-tre anni saremo di nuovo pronti per le fanfare della ripresa, e a quel punto davvero non ci sarà più un giacimento non sfruttato in tutto il mondo.

La prossima crisi dei prezzi e delle forniture sarà quella definitiva. 2008? 2009? E' difficile prevederlo adesso. Ma sappiamo che abbiamo ormai pochissimo tempo per costruire un consenso intorno a una nuova organizzazione della società globale. Sobrietà o guerra permanente per le risorse, questa è l'alternativa che ci si prospetta, a meno di un miracolo e della scoperta di una fonte di energia così abbondante ed economica da rendere inutile il petrolio.

Questa pagina sarà una delle tante voci che racconteranno che se vogliamo la Pace, dovremo saper coltivare l'essenzialità. Divulgheremo gli articoli sulla stampa mondiale che parlano dell'argomento, cercheremo di spiegare il nostro punto di vista, nella speranza che quando comincierà la guerra contro i 'terroristi' in Arabia Saudita, ci sia qualcuno di meno a credere alle bugie dell'Impero.

Questo è quanto possiamo fare. Speriamo sia utile, e speriamo che voi che leggete, vogliate aiutarci a raccontare a tutti quanto sta succedendo nel nostro mondo.





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