La rabbia

Che ci faccio io qua? Come si è arrivati a questo punto? Che cosa significa esattamente questo punto per me?
Già mi stavo ponendo troppe domande alle quali sicuramente non avrei mai trovato risposta o per lo meno mai la mia intelligenza mi avrebbe dato il giusto stimolo per intuire quale poteva essere la triste verità: non avevo speranze di dare una vera risposta o una risposta sensata a tutte queste domande.
Allora perché continuare a pensarci e ad arrovellarmi la mente con queste cose? Semplice :non avevo un cazzo da fare.
Così mi ritrovo in questo strano posto a riflettere se tutto ciò che ho fatto è o meno giusto; ossia che sia giusto non lo metto in dubbio , ma la vera domanda è: è servito a qualcosa? Sono sicuro che tutto quello che ho e abbiamo fatto è giusto e pure i mezzi usati sono giusti,in quanto non ci era data nessuna possibilità di agire.
Del resto si sa: la violenza genera violenza. Sempre se violenza si può chiamare. Mi ricordo come ieri la prima volta che ho vissuto la violenza sulla mia pelle.
Si trattava di una manifestazione contro un partito xenofobo della mia città; questa massa di poveri cretini che si definivano camerata avevano organizzato una manifestazione il 25 aprile. Una bella provocazione definire lutto nazionale il giorno in cui finalmente ci eravamo liberati da quelle merde dei fascisti.
Fatto sta che non si capisce perché lo stato aveva acconsentito la manifestazione (stato che per altro si dichiarava di sinistra); chiaramente tutti gli antifascisti ,anarchici ,autonomi e cosi via avevano indetto una contro manifestazione col chiaro intento di disperdere e gonfiare di botte i fascisti.
Da una parte c’erano 200-300 fascisti e dall’altra più di duemila compagni. Il problema era che lo stato aggiunse circa altri 300-400 fascisti vestiti da poliziotti(chiaramente in tenuta antisommossa con il solito prurito sulla mano che impugnava il manganello).
Fino ad allora io non avevo assistito a scontri con la polizia e ringrazio il signore di avermi fatto trovare li in quel momento; perché fu proprio in quel momento che decisi di schierarmi contro lo stato e tutti i suoi burattini.
La carica delle merde travestite da fascisti/poliziotti parti non appena i compagni si avvicinarono troppo ai camerata;lacrimogeni ,calci,manganellate. Mi ero trovato colto alla sprovvista ma siccome non ero stupido mi guardai attorno x vedere la reazioni dei compagni che chiaramente fu dirisposta: come x miracolo i sanpietrini si staccarono dalla strada e iniziarono a volare verso le merde.
Nello stesso tempo cariche di compagni cercavano di assalire le guardie e i camerata e io mi accollai ad una di queste.
Era il caos totale! Riuscì ad avvicinarmi ad un fascista e tentai di aggredirlo; purtroppo un manganello mi fermò prendendomi in piena faccia e facendomi crollare per terra dove fui subito raggiunto da altri due poliziotti che si unirono all’altra guardia e al fascista per pestarmi.
Ricordo solo che neanche misi le mani davanti per proteggermi ma mi rialzai subito e riuscì a sferrare un calcio con tutta la mia forza al celerino che mi aveva attaccato. Fu un attimo e poi mi ritrovai di nuovo per terra con degli stronzi che mi picchiavano.
Quando ecco che sbucano due persone col passamontagna e da dietro con delle mazze di ferro sferrano due colpi fortissimi alle gambe dei servi. Sentii un crack fortissimo ma non riuscì a provare pena per loro perche stavano ricevendo lo stesso trattamento che volevano fare a me. subito uno di questi due mi prese per un braccio e inizio a trascinarmi verso gli altri compagni mentre l’altro lo copriva sferrando mazzate verso i fascisti.
Non ho mai saputo chi fossero quelle due persone ma ancora oggi le ringrazio con tutto il cuore.
Avevo imparato qualcosa di nuovo e non era solo il fatto che bisogna menare l’avversario alle gambe in modo da renderlo zoppicante e quindi piu lento nello sfuggirti o nell’inseguirti.
Ora sapevo che la solidarietà esiste ed esiste anche tra persone che non si conoscono;quei due non mi conoscevano eppure sono venuti ad aiutarmi rischiando di farsi gonfiare di botte. Quanti lo avrebbero fatto? La solidarietà quindi funziona ,non è solo una cosa astratta. Di manifestazioni come quella ne sono seguite molte altre che hanno avuto il compito di alimentare il mio odio verso la società. Una società che si nutre di violenza legittimata dalla “legge”,e soprattutto dell’indifferenza della popolazione verso tutti i mali che affliggono questo mondo.
L’odio nasce dall’impotenza di poter fare qualcosa per migliorare il mondo.ma come si fa ad aiutare il mondo se molti non si interessano di ciò che succede o semplicemente lo accettano come niente fosse.
È forse tutto il mondo matto e menefreghista o sono io che sono uno stupido idealista??
Chiaramente non esiste soluzione se non sfogarsi in qualche modo. Ora vedrete come.

Dopo quella manifestazione per me era cambiato tutto: mi sentivo molto più partecipe e interessato a quello che mi succedeva intorno. Ciò chiaramente non serviva a rendere le cose migliori ma anzi serviva a farmi incazzare ancora di più a causa del menefreghismo dei molti.
Possibile che mentre in una qualche parte del mondo stiano combattendo una guerra o si stanno devastando chilometri di foreste tutta la popolazione o quasi sia più attratta dalla telecronaca di una partita di calcio.
Pure attorno a me le cose non erano differenti:alla maggior parte dei miei amici interessava di più sapere dove poter andare a ballare la sera e ai miei genitori non interessava più neanche quello;per loro bastava che nulla toccasse il loro piccolo mondo,poi se a 300000 chilometri di distanza i bambini muoiono di fame che colpa ne avevano loro?!
Fu così che piano piano maturai l’idea di andarmene ma non prima di aver potuto fare un torto allo stato. La domanda era come???
Volevo fare qualcosa di grosso ma da solo.ma cosa?
Mi ero rotto le scatole di spaccare i cartelloni pubblicitari o di scrivere con le bombolette sulle macchine dei carabinieri;dovevo inventare qualcosa di nuovo.
Del resto non volevo compiere un’azione violenta ma un qualcosa che potesse far ridere e pensare allo stesso tempo; ma che in ogni caso colpisse il nemico.
Due furono le idee che mi vennero in testa: la prima era un po’ costosa, la seconda pericolosissima.
Passai più di una settimana a pensarci ed alla fine mi decisi. La prima idea era assolutamente pacifica e serviva a screditare un partito di destra. In quel periodo stavo lavorando in una birreria e quindi disponevo di alcuni soldi da spendere. Comunque i soldi non erano il problema principale; non che fossi ricco ma conoscevo tutti quelli che facevano qualunque traffico di droga (dalla marijuana all’eroina). Non mi era mai piaciuto far soldi così ma davanti ad una giusta causa come quella che stavo preparando mi sembravo consentito.
Mi servivano dei manifesti e degli adesivi di quel cazzo di partito xenofobo-fascista e chiaramente delle bombolette per fare le solite scritte. Avevo pensato di riprendere i loro manifesti e adesivi ed esagerarli un po’ per poi attaccarli sulle macchine o davanti ad importanti sedi giornalistiche. L’ operazione mi costò un enorme fatica in quanto ero solo;immagginate una persona che gira da sola per la citta con un discreto numero di volantini adesivi e bombolette spray.
Il manifesto avevo deciso di farlo cosi: una celtica enorme con la faccia del duce accanto e sotto la scritta: noi non ignoriamo le nostre origini. A seguire vari punti fermi : fuori gli stranieri, abbattimento del regime comunista che per loro opera in italia,no all’aborto……
Gli adesivi erano fatti piu o meno allo stesso modo: una celtica e uno dei loro motti.
Iniziai ad attaccare i manifesti in varie zone; tutto cercando di farmi notare il meno possibbile dalla gente.vengo per fortuna aiutato dal fatto che è notte fonda e che ho scelto zone dove non ci sono quasi per nulla locali. Per quanto riguarda gli adesivi li ho attaccati sui finestrini di un bel po di macchine.
Tutto questo spero che serva a screditare quel partito di merda. Due giorni dopo la notizia è sulla cronaca e sul telegiornale regionale. Più di mille le proteste degli automobilisti e dei cittadini che non sono riusciti a stare zitti .
Potevo ritenermi soddisfatto della mia prima azione.
Per la seconda non dovevo neanche spendere soldi ma solo avere due palle cosi. C’era un bar dalle parti nostre che rimaneva aperto tutta la notte; e chiaramente oltre ad essere frequentato da ragazzi era frequentato anche dagli sbirri.
Si trattava solo di aspettare.
Dovetti aspettare per due sere consecutive;perche spesso uno di loro rimane in macchina oppure non c’erano le chiave attaccate ed io non volevo perdere tempo a dover fare i contatti. Alla fine della seconda serata venni premiato: verso le quattro arrivò una pattuglia con dentro due carabinieri che per mia fortuna scesero entrambi dalla macchina e si diressero dentro il bar.
Senza pensarci appena entrarono mi fiondai davanti la loro macchina e con enorme stupore mi resi conto che tutte le barzellette sui carabinieri erano vere: sono veramente così stupidi da lasciare le chiavi attaccate alla macchina.
Salii e partii a stecca verso un posto di campagna che conoscevo. Avevo il cuore in bocca: mi potevano fermare in qualunque momento ma se riuscivo ad arrivare dove volevo ero salvo.
Avevo i guanti per non lasciare impronte e lasciai la loro radio accesa per sentire cosa dicevano. Dopo dieci minuti dalla centrale arrivò la notizia del furto e io che ero quasi arrivato a destinazione lanciai un urlo bestiale,poi mi accesi una canna che mi ero portato dietro già pronta.
Arrivai e nascosi la macchina dentro una cascina abbandonata badando bene di nasconderla il più possibile. Si trattava ora di passare alla seconda parte del mio piano.
Passai diverse notti ad osservare come si muovevano le guardie che controllavano il perimetro di radio vaticana. Sapevo quante erano,quanto ci mettevano ad effettuare il giro,quando gli davano il cambio…..
Dopo due settimane ero pronto.
La macchina dei servi non era lontana dal perimetro di radio vaticana e per entrarvi dentro con essa mi bastava tagliare la rete.avevo circa 40 minuti di tempo tra un passaggio ed un altro degli sbirri; l’antenna da me prescelta era piazzata in un complesso di 5 antenne.
Il piano era molto semplice: avevo riempito la macchina di benzina(oltre al pieno c’erano altre tre taniconi da 20 litri ) in modo da poterla piazzare sotto una antenna e dargli fuoco nella speranza che mentre bruciava potesse scoppiare ed abbattere una antenna.
Però per essere più sicuro di riuscire a far il maggior numero di danni possibili mi ero prefissato di sparare con il fucile A pompa, che avevo trovato nel retro della macchina, alle basi di un’altra antenna(la più piccola) nella speranza di riuscire a rompere le assi di ferro che tengono in piedì l’antenna.
Per quanto riguarda la fuga il piano era semplicissimo:correre verso casa mia che distava circa 4 kilometri ma era raggiungibile anche per la campagna. Non era una sera di luna piena quindi avevo buone possibilità di non essere visto.
Diedi alla polizia 5 minuti per allontanarsi da dove volevo agire. Quando furono abbastanza lontani uscii. Portai la macchina a fari spenti sul sentiero battuto e la diressi verso le antenne.
Il problema era:prima sparavo all’antenna o prima davo fuoco alla macchina? In ogni caso mi avrebbero visto sia se avessi fatto prima una cosa o prima un’altra.
Optai cosi per sparare; alla macchina mi sarebbe bastato avvicinargli un accendino e via.
Io non avevo mai sparato prima ma c’è sempre una prima volta e quale migliore di questa: sparare a qualcosa della chiesa con un’arma dei carabinieri . Sparai quattro colpi per abbattere i primi due “piloni” dopodiche l’antenna fu scossa e cadde.
Sicuramente avevano sentito gli spari e stavano arrivando così non avevo molto tempo per fare il resto corsi verso la macchina, apri il serbatoio e ci infilai dentro una corda avvolta in uno straccio della lunghezza di circa tre metri.
Imbevetti di benzina la corda e la poggiai per terra. Tornai di corsa alla macchina,aprii una tanica e cosparsi alla meno peggio gli interni e gli esterni della macchina. Buttai un cerino dentro la macchinae in meno di un secondo c’erano le fiamme dell’inferno.
Arrivai all’altra estremità della corda e la bruciai; dopodiche iniziai a correre a piu non posso. Quando ero arrivato all’altezza della rete sentii un’eslosione allucinante. Avevo vinto. Avevo fatto cascare due antenne di radio vaticana con dei mezzi fornitimi dai carabinieri(seppur involontariamente).
Sulla rete squarciata le guardie il giorno dopo avevano trovato la scritta:
la rabbia cresce……………………….

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