27 Febbraio 2020

Non facciamone un pandemonio

Una tempesta invisibile ha investito l'Italia del Nord.

Ha svuotate le scuole, gli stadi, i teatri, i locali, gli uffici, gli scaffali dei supermercati, le strade delle città e persino le chiese, immobilizzando completamente intere regioni, con ripercussioni sulla libertà e capacità di azione di ogni singolo individuo.

Non siamo certo medici, virologi, epidemiologi o esperti del settore e non vogliamo in questa sede prendere parola con finalità informative riguardo gli aspetti tecnici del Nuovo Coronavirus. Quello che ci preme brevemente sottolineare, sperando di sollecitare una più ampia discussione a riguardo, sono gli aspetti politici e sociali che vengono inevitabilmente toccati dalle decisioni istituzionali e dalla grande risonanza mediatica che ha avuto luogo.
Invadenti e fastidiose misure di isolamento e contenimento sono state attuate con estrema facilità nel nome della tutela della salute pubblica. Di fronte ad esse, una popolazione impaurita e completamente assoggettata alle dinamiche di potere e dello spettacolo ha fatto sì di non rendere necessario nemmeno il ricorso alla forza: la gente si è auto-isolata e messa in quarantena reclamando a gran voce misure più restrittive, controlli più serrati, limitazioni aggiuntive.
Il meccanismo biopolitico si è espletato in modo eccellente ed esemplare: un campo strutturato e strutturante, assoggettato e assoggettante, in cui il potere non viene imposto dall'alto con la forza, con la minaccia di presa della vita, ma è disciplinato attraverso il controllo dei corpi, garantendo di farsi carico del diritto alla vita e alla salute.

Inusitati razzismi galoppano sul filo del terrore mentre l'apparato di controllo e autocontrollo si piega ai dettami della scienza di regime.

La triade potere-superstizione-sottomissione trionfa nella potente coreografia di media più o meno social.
Che effetto gli studi televisivi con i posti del pubblico vuoti!
Che effetto il ticchettio del report continuo della conta degli infetti, la caccia all'uomo zero, le ordinanze!

Non vogliamo né sapremmo ora entrare nello specifico della questione, ma non possiamo neanche ignorare che la stessa energia non sia dedicata ai morti sul lavoro – vittime dei profitti altrui –, alle condizioni di miseria in cui questo sistema tiene milioni di persone (e la miseria e la malnutrizione sono la prima concausa di complicanze sanitarie), ai morti in mare, all'emergenza climatica. In fondo un virus simil-influenzale in un mondo ricco è una patologia perfettamente compatibile con gli equilibri di potere, anzi, può addirittura essere d'aiuto agli amanti delle gerarchie e delle maniere forti.

È un quadretto che sembra iniziare ad avere il fiato grosso, forse Confindustria si è fatta viva nelle alte stanze e inizia a presentare un conto un po' troppo salato per questo spettacolo muscolare. Finirà in una risata? Per ora stiamo assistendo ad un fenomeno di manipolazione di menti e corpi che non ha precedenti per rapidità ed efficacia, molti avranno da trarne delle conclusioni, delle nuove strategie.

Intanto – per quel che ci riguarda direttamente – onde evitare l'apparire della solita schiera di avvoltoi, le iniziative previste per questo weekend saltano. I gruppi in programma per venerdì sera, l'autrice che sabato avrebbe dovuto presentare il suo libro e i mercatari che domenica sarebbero arrivati portando i prodotti della loro terra, non avrebbero avuto un facile viaggio né un felice ritorno. Non tanto in ottemperanza alle normative, ma per non dare adito a chi ha voglia di repressione decidiamo di annullare il concerto di venerdì 28, la presentazione di sabato 29 e il mercato delle autoproduzioni di domenica 1.

Tuttavia, proprio per sfuggire a questo coprifuoco isterico che ci accerchia, ci troviamo con chi vuole e con chi può domenica 1 marzo alle 13 per un pranzo conviviale.

Venite a infettarvi.



TRE PRESE DI POSIZIONE “fuori dal coro”

hurriya.noblogs.org

www.comitatodifesasalutessg.com

www.articolo21.org

Cox18 - Calusca City Lights - APM