FROM THE HORDE TO THE BEE







Potrebbe capitare che la 56° edizione della Biennale d'arte di Venezia sia affidata a un curatore nigeriano, imponente nell'aspetto ed elegante nel vestire, che fra tutte le edizioni della mostra preferisce ricordare quella del 1974, che fu dedicata interamente al Cile, in solidarietà col popolo di quel Paese contro la sanguinaria dittatura neoliberista di Augusto Pinochet.

Potrebbe capitare che un artista/musicista australiano, forgiatosi nell'hardcore anarco-punk, si sia poi appassionato alla storia dei movimenti radicali del Vecchio continente.

Potrebbe capitare che il curatore chieda all'artista di esporre quest'anno alla Biennale e che all'artista torni in mente una conversazione avuta con due amici italiani, che gli raccontavano d'un archivio milanese ricco di documenti.

Potrebbe capitare che l'artista trovi nell'Archivio molto più di quanto si aspettava.

Potrebbe capitare che l'artista sopravviva ai rigori dell'inverno meneghino ed esca, non solo indenne ma ricco di immagini, dopo due settimane di lavoro al piano alto, il più freddo dell'Archivio.

Potrebbe capitare che, tornato in Australia, gli venga di comporre un'opera/libro, fedele rappresentazione di quanto visto, sentito, annusato nelle giornate milanesi.

Potrebbe capitare che l'artista, in polemica con la mercificazione dell'arte, decida di vendere la sua opera, non a un collezionista ma ai visitatori interessati, facendone un pezzo di materia storica, multiplo e tangibile, atto a insegnare a qualcuno (e a ricordare a qualcun altro) che quella vicenda non è né morta né finita.

Potrebbe capitare che quel libro, stampato in diecimila copie, venga effettivamente esposto all'Arsenale, a disposizione di chi lo vuole, con l'indicazione di contribuire con la cifra di 10 euro all'attività dell'Archivio.


Se tutto ciò capitasse, darebbe vita a una straordinaria forma di colletta solidale.

Dicembre 2015



scheda a cura di APM

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