A 25 anni dalla morte di Primo, tre temi forti del nostro presente



Sono 25 anni che Primo Moroni ci ha lasciati, venticinque anni che sembrano aver cambiato il mondo.
In realtà, però, a ben guardare alcune questioni di fondo restano, alcune contraddizioni sono immutate.
È come se questo secolo (che dire, questo millennio!) non riuscisse a passare dall'altra parte per l'incapacità di risolvere alcune questioni nodali.

Diritti ed equa distribuzione delle ricchezze per primi, nodi rispetto a cui tutti gli esperimenti novecenteschi hanno fallito, o non hanno ancora finito di farlo. Il secolo breve sta diventando un secolo lungo malgrado tutto.
Le lotte sociali, aspre e certo oggi piĆ¹ frastagliate, mostrano come non sia mai cessato il lavorio di sottofondo alla ricerca degli strumenti atti ad operare una trasformazione radicale.
La repressione, il carcere innanzitutto, ma tutta quella serie di strumenti accessori, culturali, mestamente ideologici, ma anche tecnico giuridici o più banalmente polizieschi che cercano di tenere insieme un quadro vecchio e stantio che però inizia a mostrare qualche crepa.

L' abbiamo sempre detto, il nostro miglior modo per ricordare Primo è quello di cercare di stare nella sua strada, capire, raccontare, sollecitare interconnessioni e collegamenti, esserci.
Quel che si riassume nella stranota espressione "creare saperi senza generare poteri".

In questi giorni difficili ma non privi di spunti proponiamo tre questioni che consideriamo "forti" non solo perché di una certa attualità ma perchè costituiscono una grossa parte del cuore della modernità.

Domenica 26 marzo: Alfredo Cospito, Ergastolo, 41bis
Mercoledì 29 marzo: Banche Kaputt
Sabato 1 aprile 2023: Voci dalla Francia: che bordel!


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