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Il sistema carcerario in Europa INTRODUZIONE

"Nonostante le molteplici riforme o le lodevoli intenzioni la prigione costituisce ancora il luogo del nostro fallimento sociale".

A. Jacquard1
La frase di Jacquard costituisce il punto di partenza e di arrivo di questo lavoro. Lo scopo che si prefigge questa tesi è intraprendere un cammino nel sistema carcerario, dalle origini fino ai giorni nostri, cercando di mettere in luce tutti i cambiamenti ideologici da una parte e pratici dall'altra, che sono avvenuti nel sistema penitenziario, attraverso uno studio comparato. Si cerca di dimostrare che anche un'istituzione come quella carceraria, che sembra ai nostri occhi statica e assoluta ha subito notevoli cambiamenti e potrebbe avere una evoluzione. Nel primo capitolo viene presa in considerazione la funzione della pena e i cambiamenti che ci sono stati. Inizialmente il crimine veniva espiato attraverso punizioni fisiche, avvalendosi dell'interpretazione secondo la quale l'uomo colpevole deve pagare un prezzo alla vittima, e attraverso il castigo deve imparare a comportarsi bene. Viene poi spiegato il procedimento attraverso cui la reclusione è diventata l'unico mezzo di punizione. E' interessante notare che nonostante ci siano stati cambiamenti nell'esecuzione dei castighi, permane sempre lo stesso concetto: il reo deve pagare. Espiazione dei peccati, esempio per la società, miglioramento e neutralizzazione degli individui, queste sono le funzioni attribuite alle sanzioni penali, che variano di importanza nel corso della storia, ma rimangono sempre le stesse. I vari stati, a partire dal XVII” secolo hanno risposto creando diverse istituzioni volte al raggiungimento di questi obiettivi: nascono gli ospedali generali2 in Francia, i penitenziari in Germania e Olanda e le house of correction, case di correzione in Gran Bretagna3.
Come si può notare, ogni stato ha dato una risposta più o meno diversa per risolvere la situazione, incentrandosi su una funzione particolare della pena. Il soggetto internato è un vagabondo, mendicante, senza lavoro e fissa dimora che commette delitti contro la proprietà; non molto diverso dal deviante di oggi.
Si sviluppano nel XX” secolo diverse dottrine: la classica retributiva, la positivista correzionale, quella di difesa sociale, la neo-classica retributiva intimidatrice, le quali acquistano o perdono di importanza a seconda del periodo storico, influenzando la modalità di esecuzione delle pene.
Il secondo capitolo mette proprio in evidenza come le diverse dottrine siano entrate nel sistema carcerario degli stati europei, fino a dimostrare che gli scopi che si erano prefissati non vengono mai raggiunti, la popolazione carceraria continua ad aumentare4. A partire dal XVIII” secolo si sviluppano diverse teorie di dura critica nei confronti del trattamento dei detenuti5 e nel XX” secolo viene esteso il concetto all'intero sistema penale. Non si considera negativa solo la modalità di trattamento dei detenuti, ma l'intero apparato organizzativo volto a controllare la criminalità. Il concetto di punizione come unico mezzo disponibile per far fronte alla devianza viene messo in discussione: si cercano più soluzioni.
Nei paesi europei, a partire dalle riforme degli anni '70 e Ō80 vengono inserite le misure alternative al carcere, finalizzate alla modifica della pena detentiva, distinte dalla pena detentiva, che evitano l'esecuzione di una condanna, fino ad arrivare alla sorveglianza elettronica; si tenta di recludere meno, ma le statistiche sulla popolazione carceraria non migliorano6. Si forma all'interno del sistema penitenziario una bipolarità: da una parte la sua istituzionalità, legata ancora alla concezione di pena e recupero, la quale influenza profondamente l'organizzazione del sistema carcerario; dall'altra un movimento critico che analizza le motivazioni che spingono la società ad utilizzare metodi che non risolvono la situazione carceraria e propone soluzioni alternative al concetto stesso di punizione.

Questo è l'argomento dell'ultimo capitolo in cui vengono presentate le teorie abolizioniste, che si pongono come obiettivo il trovare soluzioni per i conflitti sociali non legate al castigo.
Lo scopo di questa ricerca è la comprensione del sistema penitenziario attraverso uno sguardo critico. Questo lavoro mi ha permesso di venire a conoscenza del fatto che esistono diverse modalità di approccio verso la devianza, e quelle che si stanno utilizzando non rappresentano le uniche possibili.











1 Jacquard A., Un monde sans prisons?, Edition du Seuil, Paris 1993.
2 Foucault M., Sorvegliare e punire, Einaudi, Torino 1976.



3 Ignatieff M., Le origini del penitenziario. Sistema carcerario e rivoluzione industriale inglese, 1750-1850, Mondadori, Milano 1982.
4 Wacquant L., Parola d'ordine: tolleranza zero, Feltrinelli, Milano 2000.
5 Beccaria C., Dei delitti e delle pene, Einaudi, Torino 1973.
6 Vedi la teoria della nuova era del panottismo in Wacquant L., op.cit., p.123.


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