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Bello come una prigione che brucia
L’infanzia del contrasto

«Spregevole buffone, risposi con forza [a Pio VI], il tuo teatro è ben vacillante, fondato com’è sull’assurdità delle nazioni della terra! La filosofia sta per spazzarlo via!»
D.A.F. De Sade



Alle soglie del 1780 Londra è la più vasta metropoli del mondo mentre l’Inghilterra conosce un’industrializzazione e un’urbanizzazione accelerate. Le fabbriche si danno ad una feroce concorrenza, stimolata dalla proliferazione delle macchine e dal rigore delle leggi del valore. Il porto di Londra si trova al centro di un impero commerciale in piena espansione; il negozio inglese è padrone degli oceani e gran predatore di terre lontane. L’accumulazione di capitale che ne consegue genera delle fiorenti attività immobiliari, borsistiche e bancarie, non senza trasformare i pezzenti di campagna in pezzenti di città. La logica mercantile divora l’attività manifatturiera e artigianale e annuncia il regno della meschineria dei calcoli, della tirannia degli orari e della noia delle mansioni parcellizzate.
Lo spirito borghese trionfa nella sua isola prediletta, attendendo di sottomettere alla sua mediocrità il mondo intero. Il protestantesimo «non conformista», che una tempo rumoreggiava, s’agitava e divagava, predica adesso il risparmio, la sottomissione e lo sforzo. Il metodismo dei discepoli di John Wesley, sorta di puritanesimo all’acqua di rose che si espande come vaiolo tra i lavoratori, annuncia l’austerità gretta del secolo seguente. Ereditate dal putsch dinastico protestante del 1688, le istituzioni sono quelle di una monarchia parlamentare. La Camera dei Comuni, eletta dalla borghesia a suffragio censuario, decide della composizione del Gabinetto e legifera.
Rappresentando gli interessi dell’esercito, dell’alto clero anglicano e dei grandi proprietari terrieri, i conservatori, o tory, sono proprio in quell’anno al potere. Conducono contro le antiche colonie americane, sostenute dalla Francia, una lunga e costosa guerra che stanno per perdere. Hanno bisogno continuamente di nuove truppe e di nuove imposte per finanziare questo impopolare conflitto.
Nel 1778, il Parlamento ha adottato una legge di tolleranza in favore dei sudditi cattolici del re Giorgio III (Catholic Relief Act), liberandoli da certe limitazioni giuridiche, così assurde e cavillose che nessuno s’era mai sognato di applicarle. Lo scopo principale di questa legge, che si giustifica attraverso la sua mitezza e la sua equità, pur conservando un gran numero di restrizioni che colpiscono il culto romano, è di permettere l’arruolamento dei cattolici nell’esercito regio, cosa che era loro vietata dal secolo precedente: i sudditi della Corona presenti nel Quebec potranno allora andare a massacrare i loro vicini ribelli del New England; il ministero della Guerra avrà il diritto di mobilitare, sui campi di battaglia europei, i cattolici d’Irlanda e addirittura di reclutare dei mercenari in Baviera.
Nonostante siano contrari alla guerra e tradizionalmente più vicini alla buona società protestante, i whig hanno votato questa legge opportunistica che fa così bene il gioco dei loro avversari tory. La loro retorica cronica non permette loro di ricusarne l’universalismo di facciata. Debolmente rappresentati in Parlamento, i fautori dichiarati del progetto universale democratico, borghesi e aristocratici illuminati che simpatizzano apertamente con i repubblicani americani, sono i soli ad opporvisi, in virtù del principio «nessuna libertà per i nemici della libertà». La Chiesa apostolica romana e il suo capo - il coriaceo Braschi, pontefice sotto il nome di Pio VI - sono in effetti percepiti dal popolino, non senza qualche ragione, come le più spaventose figure terrene dell’oppressione e della corruzione.
I prezzi aumentano, i salari stagnano: la guerra è rovinosa. I ministri e il re, odiati dal popolo, nelle taverne sono scherniti e maledetti tutte le sere. L’antipapismo «viscerale» della nazione inglese serve da pretesto a una campagna contro la guerra e la corruzione del partito aristocratico. Il tribuno più popolare dell’agitazione antipapista si trova paradossalmente ad essere un giovane aristocratico squattrinato, lord George Gordon. Costui ha preso la testa dell’Associazione protestante che in qualche mese si trasforma in un movimento di massa, appoggiandosi a dei comitati di quartiere pletorici.
L’estensione della legge di tolleranza alla Scozia nel 1779, provoca ad Edimburgo un temibile tumulto che fa tornare il governo sui suoi passi. I rivoltosi che lì hanno incendiato diverse chiese cattoliche hanno partita vinta: l’applicazione di questa legge in Scozia è sospesa.
Nella primavera del 1780 l’Associazione protestante fa circolare in tutto il regno una petizione destinata ad essere sottoposta al Parlamento che reclamava l’abolizione pura e semplice della legge «papista». Con una croce tracciata maldestramente o con un nome accuratamente scritto in bella grafia, è una moltitudine che firma l’istanza, con un successo senza precedenti in un tempo dove le petizioni abbondano.
Le riunioni pubbliche dell’Associazione protestante si moltiplicano e attirano sempre più il malcontento; certi commentatori, che non si lasciano ingannare circa il carattere sociale del movimento, temono disordini più gravi. Nondimeno, rimarranno costernati nell’assistere, nove anni prima della presa della Bastiglia, alla prima insurrezione proletaria dell’era industriale.

* * *

La settimana che precede la messa a sacco di Londra da parte della canaglia nel giugno del 1780 vede l’aria caricarsi di tensione: l’eccitazione diffusa si tinge di una sorda angoscia. Il tempo è appiccicoso, i corpi trasudano acquavite e feromoni. I gesti sul lavoro si fanno lenti ed incerti. Violenti temporali docciano i beoni sugli scalini delle taverne. Il fulmine colpisce un tessitore all’uscita di un bordello in Bethnal Green, uccidendolo all’istante. Una meteorite fracassa la finestra di una casa ad Oxford, getta giù dalle scale una domestica, manda in pezzi uno specchio a muro ed infine si conficca nella parete. Le giornate si allungano sempre di più, incitando gli spiriti all’esaltazione dell’impossibile. Nelle zone temperate dell’emisfero Nord, le tempeste sociali sono sovente scoppiate al ritorno della stagione degli orgasmi.
Il mercoledì di questa settimana, un bambino monocolo, generosamente provvisto di denti cilindrici, nasce a Spitalfields, mentre molti giornali londinesi pubblicano l’annuncio seguente:


Associazione protestante

Visto che nessuna sala di Londra può contenere quarantamila uomini;
- è deciso che questa associazione si riunirà venerdì prossimo, il 2 giugno, a St. George’s Fields alle 10 del mattino, per studiare la più prudente e rispettosa maniera di appoggiare la sua petizione, che sarà presentata lo stesso giorno alla Camera dei Comuni.
- è deciso, in nome del buon ordine e della regolarità, che questa associazione, una volta costituita, si separerà in quattro divisioni distinte, ovverosia la divisione di Londra, la divisione di Westminster, la divisione di Southwark e la divisione scozzese.
- è deciso che la divisione di Londra si piazzerà a destra verso Southwark, la divisione di Westminster subito indietro, la divisione di Southwark ancora dopo e la divisione scozzese a sinistra; che tutti porteranno una coccarda blu sul loro cappello per distinguersi dai papisti e da quelli che approvano la recente legge in favore della paperia.
- è deciso che sarà richiesta la presenza di magistrati di Londra, Westminster e Southwark con il fine di intimidire e controllare ogni persona malintenzionata o sediziosa, che potrebbe turbare il dislocamento legale e pacifico dei sudditi protestanti di Sua Maestà.

Per ordine dell’associazione,
G. Gordon, Presidente
maggio 1780


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