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Marx e la pena Capitolo ottavo.
[Marx]
VITA TERRENA E TRASFIGURAZIONE DELLA «CRITICA CRITICA» OVVERO LA «CRITICA CRITICA» COME RODOLFO PRINCIPE DI GEROLSTEIN.


Rodolfo, principe di Gerolstein, espia, nella sua vita terrena, un doppio delitto, il suo delitto personale e il delitto della critica critica. In un'accesa discussione egli ha alzato la spada sopra suo padre; la critica critica, nell'accesa discussione, si è lasciata trascinare ad affetti peccaminosi verso la massa. La critica critica non ha svelato un solo mistero. Rodolfo espia ciò e svela tutti i misteri.
Rodolfo, come il signor Szeliga riferisce, è il primo servitore dello Stato dell'umanità ("Lo Stato dell'umanità", dello svevo Egidius. Vedi i «Constitutionelle Jahrbźcher» del dott. Carl Weil, 1844, vol. 2).
Perché il mondo non vada in rovina, secondo l'affermazione del. signor Szeliga, devono di necessità «intervenire gli uomini dalla critica spregiudicata... Rodolfo è uno di questi uomini... Rodolfo comprende il concetto di critica pura. E questo concetto, per lui e per l'umanità, è più fecondo di tutte le esperienze che quest'ultima ha fatto nella sua storia, più fecondo di ogni sapere, di cui Rodolfo, guidato dal maestro più fedele, ha potuto appropriarsi traendolo da questa storia... Il giudicare imparziale con il quale Rodolfo rende immortale la sua vita terrena, in effetti non è altro che:

«la rivelazione dei misteri della società».
Egli è «il mistero svelato di tutti i misteri».

Rodolfo può disporre di mezzi esterni infinitamente più numerosi di quelli di cui possono disporre gli altri uomini della critica critica. Ma essa si consola:

«I risultati!» (!) «di Rodolfo sono irraggiungibili per chi è meno favorito dalla sorte, non è invece irraggiungibile il bel fine» (!).

La critica lascia quindi a Rodolfo, favorito dalla sorte, il compito di realizzare il suo proprio concetto. Essa gli canta:

«Hahnemann,
va avanti tu,
tu che hai gli stivaloni» (1).

Accompagniamo dunque Rodolfo nella sua vita terrena critica, che è «più feconda per l'umanità di tutte le esperienze che l'umanità ha fatto nella sua storia, di ogni sapere», eccetera, Rodolfo che per due volte salva il mondo dalla rovina.


1. "Trasformazione critica di uno scannatore in un cane ovvero Chourineur" (2).

Chourineur era all'inizio uno scannatore. Diverse collisioni fanno di questo violento uomo primitivo un assassino. Rodolfo lo trova per caso, proprio nel momento in cui maltratta Fleur de Marie. All'agile attaccabrighe, Rodolfo dà alcuni pugni magistrali, imponenti, sulla testa. Rodolfo si guadagna così il rispetto di Chourineur. Più tardi, nella taverna dei delinquenti, si manifesta il temperamento buono di Chourineur. Rodolfo gli dice: «Tu hai ancora cuore e onore». Con queste parole gli infonde rispetto per se stesso. Chourineur è migliorato, o, come dice il signor Szeliga, si è trasformato in un «essere morale». Rodolfo lo prende sotto la sua protezione. Seguiamo l'educazione di Chourineur diretta da Rodolfo.
"Primo stadio". Il primo insegnamento che Chourineur riceve è un insegnamento di ipocrisia, di infedeltà, di perfidia e di "finzione". Rodolfo utilizza Chourineur moralizzato proprio nello stesso modo in cui Vidocq utilizzava i delinquenti moralizzati da lui, cioè lo trasforma in "mouchard" e in "agent provocateur". Gli consiglia di «dare l'impressione», con il "ma”tre d'école", di avere cambiato i suoi «princìpi di non rubare», di proporre al ma”tre d'école una spedizione ladresca e di attrarlo così in una trappola tesagli da Rodolfo (3). Chourineur sente che si vuole abusare di lui per una «farce». Egli protesta contro il tentativo di fargli fare la parte del "mouchard" e dell'"agent provocateur". Rodolfo, mediante la casistica «pura» della critica critica, convince facilmente l'uomo primitivo del fatto che un cattivo tiro non è un cattivo tiro se è perpetrato per motivi «buoni, morali». Chourineur, in quanto agent provocateur, sotto la parvenza del cameratismo e della lealtà, trascina alla perdizione il suo compagno di un tempo. Per la prima volta nella sua vita egli commette un'infamia.
"Secondo stadio". Ritroviamo Chourineur come "garde-malade di Rodolfo" che egli ha salvato da un pericolo mortale.
Chourineur è diventato un essere così perbene, così morale, da respingere la proposta del medico negro David di mettersi a sedere sul pavimento, per paura di insudiciare il tappeto. E', per di più, troppo timido per mettersi su una sedia. Prima, corica la sedia con lo schienale per terra, e poi si siede sulle gambe anteriori. E non manca di scusarsi sempre quando chiama il signor Rodolfo, che egli ha salvato da un pericolo mortale, suo «amico» o Monsieur anziché Monseigneur.
Meraviglioso ammaestramento dell'uomo primitivo, dell'uomo ineducato! Chourineur esprime l'intimo mistero della sua trasformazione critica quando confessa a Rodolfo di sentire per lui lo stesso attaccamento che un bulldog sente per il suo padrone.. «je me sens, pour vous, comme qui dirait l'attachement d'un bouledogue pour son ma”tre». Lo scannatore di un tempo è trasformato in un cane. Da questo momento tutte le sue virtù si risolveranno nella virtù del cane, nel puro «dévouement» per il suo padrone. La sua autonomia, la sua individualità, spariranno completamente. Ma, come i cattivi pittori sono costretti ad attaccare al loro quadro una targhetta per dire ciò che esso deve significare, così Eugenio Sue attacca al «bouledogue» Chourineur una targhetta che proclama continuamente: «Le due parole - tu hai cuore e onore - mi hanno trasformato in un uomo». Chourineur, fino al suo ultimo respiro, troverà il motivo delle sue azioni non nella sua individualità umana, ma in questa targhetta. A prova del suo miglioramento morale, egli rifletterà molte volte sulla propria eccellenza e sulla bassezza di altri individui; e tutte le volte che si profonde in espressioni morali, Rodolfo gli dirà: «Sono contento di sentirti parlare così». Chourineur è diventato non un bulldog comune, ma un bulldog morale.
"Terzo stadio". Abbiamo già ammirato il decoro piccolo-borghese che è subentrato alla rozza ma fiera disinvoltura di Chourineur. Ora veniamo a sapere che egli, come conviene a un «essere morale», ha fatto propri anche l'incedere e il portamento del piccolo borghese.

«A le voir marcher - on l'ežt pris pour le bourgeois le plus inoffensif du monde».

Ancora più triste di questa forma è il contenuto che Rodolfo dà alla vita di lui criticamente riformata. Lo manda in Africa per «servire da spettacolo al mondo infedele in quanto tiri esempio vivente e salutare del pentimento». Da questo momento egli deve rappresentare non la sua propria natura umana, ma un dogma cristiano.
"Quarto stadio". La trasformazione criticamente morale ha fatto di Chourineur un uomo tranquillo, prudente, che conforma la sua condotta alle regole della paura e del saper vivere.

«Le Chourineur», informa Murph, la cui indiscreta ingenuità non fa che divulgare continuamente segreti, «n'a pas dit un mot de l'exécution du ma”tre d'école, de peur de se trouver compromis».

Chourineur sa quindi che l'esecuzione del ma”tre d'école era un'azione contraria al diritto. Ma non ne chiacchiera per paura di compromettersi. Saggio Chourineur!

"Quinto stadio". Chourineur ha perfezionato a tal punto la sua formazione morale da prendere coscienza in una forma civilizzata del suo rapporto canino con Rodolfo. Egli dice a Germain dopo averlo salvato da un pericolo mortale:

«Io ho un protettore che per me è lo stesso che Dio per i preti: davanti a lui c'è da buttarsi in ginocchio».

E, nel pensiero, egli è sempre in ginocchio davanti al suo dio.

«Il signor Rodolfo», continua a dire a Germain, «La protegge. Io dico signore, ma dovrei dire grazioso signore. Ho tuttavia l'abitudine di chiamarlo signor Rodolfo ed egli me lo consente».

«Magnifico risveglio e magnifica fioritura!» esclama Szeliga nel suo entusiasmo critico.
"Sesto stadio". Chourineur termina degnamente la sua vita di puro dévouement, di bulldog morale, facendosi alla fine trafiggere mortalmente per il suo grazioso signore. Nell'istante in cui lo Scheletro minaccia con il coltello il principe, Chourineur trattiene il braccio dell'assassino (4). Lo Scheletro lo trafigge. Chourineur morente dice però a Rodolfo:

«Avevo ragione di dire che una zolla di terra» (un bulldog) «come me, può talvolta essere utile a un grande grazioso signore come Lei».

A questa dichiarazione canina, la quale condensa in un epigramma tutta la vita critica di Chourineur, la targhetta che porta attaccata aggiunge:

«Siamo pari, signor Rodolfo. Ella mi ha detto che io avevo cuore e onore».

Il signor Szeliga grida con tutte le sue forze:

«Che merito si è acquistato Rodolfo con l'avere restituito 'Schurimann'» (?) «all'umanità» (?)!»



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