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antifascismo

antifascismo militante

Premessa
Il fascismo ed i suoi derivati hanno come caratteristica fondante, e percio' piu' nauseante, l'autoritarismo; esso poi genera mostri quali il razzismo, il sessismo, l'omofobia: essenzialmente l'odio del “diverso”.
Conseguentemente chi si definisce “compagno”, ma poi ha comportamenti autoritari, e' ugualmente deprecabile e detestabile di chi invece si dichiara palesemente fascista.

I fatti
A Genova il csoa Pinelli viene bruciato una volta e si tenta di ripetere l'impresa una seconda, a Bari vengono minacciati di morte gli organizzatori del Gay Pride, a Verona vengono malmenati in diretta televisiva due musulmani, a Bologna, dopo la manifestazione del 18.01.03 contro Forza Nuova, viene aggredito un compagno che vi aveva partecipato; poi ancora il moltiplicarsi di distruzioni di lapidi partigiane, di manifesti, scritte sui muri e siti web inneggianti all'odio per il “diverso” ed alla purezza razziale; a tutto cio' si aggiungono le dichiarazioni razziste della Lega e quelle di noncuranza di AN e del resto del Governo.
Questi pochi, ma attuali, dati non possono che far emergere un problema “fascismo” dilagante e sempre piu' insistente, anche perche' la condiscendenza del Governo li rassicura se non addirittura li sprona.

Soluzioni?
Dunque il problema esiste ed e' preoccupante, ma come affrontarlo?
Il sistema migliore e' senza dubbio quello di prevenire l'emergere dell'intolleranza, quindi diffondere memoria storica e cultura antifascista nella societa' e soprattutto tra i giovani [target preferito dagli estremisti di destra per inculcare le loro marce idee], quindi conferenze, proiezioni di film, dibattiti, volantini, ecc.
Ma come fare con chi e' gia' stato “indottrinato”? Cioe' come fargli capire che, nonostante la situazione politica esistente, non possono permettersi di mettere in pratica la loro intolleranza ed incivilta'?
C'e' chi propone di cancellare le scritte dai muri, chi di effettuare opere di disvelamento dei loro “covi”, chi di restituirgli la violenza che loro praticano quotidianamente… la questione sembra essere qual e' la pratica “giusta”.
Non esistono pratiche “giuste”, esistono pratiche “preferite”, ognuno deve essere libero di agire, appunto, come preferisce. Staccare i loro adesivi e manifesti, coprire le scritte, hackerare i siti, disvelare le sedi, deriderli e sbeffeggiarli, “chiudere” le sedi, rappresentare performance teatrali, colpirli fisicamente, appellarsi alla Costituzione, ogni pratica va bene, anche tutte assieme, l'importante e' la coordinazione ed il rispetto.

Un caso particolare: le manifestazioni
Ultimamente stanno aumentando anche le manifestazioni dei gruppi di estrema destra, in particolare di Forza Nuova, e puntualmente le sinistre, estreme e moderate, tentano di arginare o impedire queste parate di svastiche e croci celtiche, ma ogni volta riemerge il problema violenza o non violenza, o piu' semplicemente cosa sia giusto fare.
A questo punto occorre chiedersi: qual e' il target delle azioni che vogliamo compiere? I fascisti? O la societa' nel suo insieme? Entrambi gli obiettivi sono importanti, ma dovrebbero essere contestualizzati: la societa' la si sensibilizza con opere di disvelamento, conferenze, volantinaggi, film, ma se il problema sono i fascisti in piazza bisogna avere questi come obiettivo, anche se con pratiche diversissime.
Supponiamo che il concentramento di un presidio/corteo/volantinaggio fascista sia in piazza Xy, nella quale confluiscono le strade A, B, C e D. Cosa c'e' di piu' efficace che suddividersi per pratiche? Chi usa l'azione diretta in A, chi la disobbedienza sociale in B, chi lo sberleffo [ad es. tirare rotoli di carta igienica] in C, chi l'arte [ad es. una performance o la proiezione di un film sulla parete di un palazzo] in D.

A costo di sembrare ingenuo voglio concludere con questa domanda:
perche' non si riesce a raggiungere la maturita' politica del rispetto di ogni pratica, lasciando da parte delazioni ed estenuanti ricerche di capri espiatori?

Aggiornamento
Milano 16 marzo 2003: alcuni compagni del centro sociale O.R.So. subiscono un agguato da tre neofascisti armati di lame. Davide viene assassinato. Gli altri vengono portati all'Ospedale S. Paolo, dove, poco piu' tardi, i compagni accorsi per avere informazioni sull'accaduto vengono attaccati da Polizia e Carabinieri in maniera folle e immotivata.
Davide potevi essere tu, poteva essere chiunque si dichiari palesemente antifascista e agisca di conseguenza. Davide continua a vivere in ogni azione antifascista che attueremo.
Non ritratto le mie posizioni sul rispetto di tutte le pratiche, ma davanti a fatti gravissimi come questi, sicuramente non faro' una performance teatrale quando mi trovero' a fronteggiare i fasci…

Davide non ti dimentichiamo,
un fascista preso lo massacriamo!