A.1 Cos'è l'anarchismo?

L’anarchismo è una teoria politica il cui obiettivo è di creare l’anarchia, “l’assenza di un padrone, di un sovrano” [P.J. Proudhon, What is Property? , p. 264]. In altre parole, l’anarchismo è una teoria politica il cui scopo è di creare una società in cui gli individui possano collaborare liberamente e da eguali, tra loro. Per questo, l’anarchismo si oppone a tutte le forme di controllo gerarchico, siano esse il controllo statale o quello capitalista, come non necessarie e dannose alle persone ed alle loro individualità.

Nelle parole dell'anarchica L. Susan Brown:

    “Mentre l’opinione popolare pensa che l'anarchismo sia solo un violento movimento contro lo Stato, l’anarchismo è un qualcosa di molto più sottile e         con varie sfumature che una semplice opposizione al potere governativo. Gli anarchici si oppongono all’idea stessa che il potere e il dominio siano             necessari per l'esistenza di una società, ed in alternativa vogliono la creazione di forme di organizzazione sociale, politica ed economica cooperative e         non gerarchiche". [The Politics of Individualism, p. 106]

Ma indubbiamente, tra le numerose teorie politiche, l’"anarchismo" e l’"anarchia" sono le idee rappresentate in modo peggiore. Generalmente, le parole sono usate per significare “caos” o “disordine”, e cosi, per associazione, gli anarchici desiderano il caos sociale e il ritorno alla “legge della giungla”.
Questo processo di travisamento ha dei parallelismi storici. Per esempio, in nazioni dove esistono governi di una persona (monarchia), le parole “repubblica” o “democrazia” sono state usate precisamente come “anarchia” per indicare disordine e confusione. Coloro che, per diritti acquisiti, sono interessati a mantenere inalterato lo status quo, ovviamente diranno che qualcosa che si oppone al sistema in essere non può funzionare nella pratica e che la nuova forma di società porterà solo al caos.
O come disse Errico Malatesta:

    “da quando si pensò che un governo era necessario e che senza governo ci sarebbe stato solo disordine e confusione, fu naturale e logico che                     l’anarchia, che vuol dire assenza di governo, significasse assenza di ordine.”  [Anarchia, p. 12].

Gli anarchici vogliono cambiare questa "idea comune" sull' "anarchia", in modo che la gente possa capire che il governo e le altre strutture gerarchiche sono sia dannose che non necessarie:

“Cambia opinione, convinci la gente che il governo non solo non è necessario ma estremamente dannoso, e poi la parola anarchia, proprio perché significa assenza di governo, significherà per tutti:  ordine naturale, unione di bisogni umani ed interessi di tutti, completa libertà nella completa solidarietà.” [Ibid., p.12-13]

Questa FAQ è parte del processo di cambiamento delle idee comuni, che riguardano l’anarchismo ed il significato dell’anarchia.

A.1.1 Cosa significa "anarchia"?

La parola “anarchia” viene dal Greco ed è composta dal prefisso an (o a), che significa “non”, “assenza di” o “mancanza di”, più archos che significa “un regnante”, “direttore”, “capo”, “persona al comando” o “autorità”. O, come propose Petr Kropotkin, Anarchia viene dal greco "contrario all'autorità". [Kropotkin Revolutionary Pamphlets, p. 284]

Mentre le parole greche anarchos ed anarchia sono spesso prese nel significato di “non avere nessun governo” o “essere senza governo”, come possiamo vedere, il significato stretto ed originale dell’anarchismo non era semplicemente “non governo”. “An-archia” significa “senza regnante” o più generalmente “senza autorità”, ed è in questo senso che gli anarchici hanno sempre usato la parola. Per esempio, Kropotkin sosteneva che l’anarchismo: “non solo attacca il capitale, ma anche le maggiori fonti del potere capitalista: legge, autorità e Stato”. [Op.Cit., p.150] Per gli anarchici, l’anarchia significa “non necessariamente assenza d’ordine, com’è generalmente presunto, ma assenza di governo”. [Benjamin Tucker, Instead of a Book, p. 13] Da qui, l’eccellente sintesi di David Weick:

    "L’anarchismo può essere interpretato come una generica idea sociale e politica che esprime negazione per ogni potere, sovranità, dominio e divisione     gerarchica, e che vuole la loro dissoluzione…L’anarchismo è quindi più che anti-statismo…[anche se] il governo (lo Stato)…è giustamente, il fulcro         centrale della critica anarchica.” [Reinventing Anarchy, p. 139]

Per questo motivo, piuttosto che essere puramente contro lo Stato o il governo, l’anarchismo è prima di tutto un movimento contro la gerarchia. Perché? Perché la gerarchia è la struttura organizzativa che incarna l’autorità. Da quando lo Stato è la forma più “alta” di gerarchia, gli anarchici sono, per definizione, contro lo Stato; ma questa non è una spiegazione sufficiente dell’anarchismo. Questo significa che i veri anarchici si oppongono a tutte le forme d’organizzazione gerarchica, non soltanto allo Stato. Nelle parole di Brian Morris:

    “il termine anarchia viene dal greco, ed essenzialmente significa “nessun padrone”. Gli anarchici sono persone che rifiutano tutte le forme di governo o     di autorità coercitiva, tutte le forme di gerarchia e di dominio. Sono dunque contrari a quello che l’anarchico messicano Flores Magon, chiamò                 “l’oscura trinità”: lo Stato, il Capitale e la Chiesa. Gli anarchici sono dunque contari al capitalismo e alllo Stato, oltre che di tutte le forme d’autorità     religiosa. Ma gli anarchici desiderano anche stabilire o fare sì che avvenga, con vari metodi, una condizione d’anarchia, che consiste in una società         decentralizzata senza istituzioni coercitive, una società organizzata tramite una federazione d’associazioni volontarie.” ["Anthropology and                         Anarchism," Anarchy: A Journal of Desire Armed, no. 45, p. 38]

Il riferimento alla “gerarchia” in questo contesto è uno sviluppo abbastanza recente. Gli anarchici “classici” come Proudhon, Bakunin e Kropotkin usavano la parola raramente (preferivano usare la parola “autorità” che era usata come abbreviazione di "autoritario"). In ogni caso, è chiaro dai loro scritti che la loro era una filosofia contro la gerarchia, contro ogni disuguaglianza di potere o privilegio tra individui. Bakunin parlava di ciò quando attaccava l’autorità "ufficiale” ma difendeva “l’influenza naturale” e quando diceva:

    “vuoi rendere impossibile per chiunque opprimere un suo simile? Allora, assicurati che nessuno possa possedere il Potere.” [The Political Philosophy of     Bakunin, p. 271]

Come nota Jeff Draughn, "sebbene fosse sempre stata parte latente del 'progetto rivoluzionario', solo recentemente, in seguito ad un'analisi più approfondita, ha assunto il concetto più ampio di anti-gerarchia. Ciò nonostante, la radice di ciò è chiaramente visibile nelle origini greche della parola 'anarchia'."  [Between Anarchism and Libertarianism: Defining a New Movement]
 
Noi vogliamo mettere in rilievo che quest’opposizione alla gerarchia non si può limitare allo Stato o al governo. Include tutte le relazioni autoritarie, economiche e sociali, oltre che politiche, particolarmente quelle correlate alla proprietà capitalista ed al lavoro salariato. Ciò si può vedere nell’argomentazione di Proudhon: “Il capitale nel campo politico è analogo al governo...L’idea economica del capitalismo..[e] la politica del governo o dell’autorità..[sono]...identiche..[e] collegate in vari modi. Quello che il capitale fa ai lavoratori...lo Stato [lo fa] alla libertà...” [citato da Max Nettlau in A Short History of Anarchism, pp. 43-44] così come vediamo Emma Goldman opporsi al capitalismo, che obbliga la gente a vendere il proprio lavoro, e dire che: “l’inclinazione e il giudizio del lavoratore sono subordinate al volere del padrone.” [Red Emma Speaks, p. 36] Quarant’anni prima, Bakunin evidenziava lo stesso punto quando affermava che sotto il sistema capitalista “il lavoratore vende al capitalista se stesso e la sua libertà per un tempo determinato" in cambio di uno stipendio. [Op. Cit., p. 187].

Quindi “anarchia” significa di più che “assenza di governo” solamente, significa opposizione a tutte le forme d’organizzazione autoritarie e gerarchiche. Come disse Kropotkin: “l’origine del principio anarchico di società... [risiede]... nella critica delle organizzazioni gerarchiche e della concezioni autoritarie di società, e nelle analisi delle tendenze dei movimenti progressisti dell’umanità.” [Kropotkin Revolutionary Pamphlets, p. 158] Dunque, il tentativo di affermare che l’anarchia è puramente contro lo Stato, è un travisamento della parola e del modo in cui essa è stata usata dal movimento anarchico. Come dice Brian Morris: “quando si esaminano gli scritti degli anarchici classici così come le caratteristiche dei movimenti anarchici...è evidente che non c'è mai stata questa visione limitata [dell' essere solamente contro lo Stato]. C'è sempre stata la sfida a tutte le forme d’autorità e di sfruttamento, e la critica del capitalismo e della religione tanto quanto quella allo Stato.” [Op. Cit., p. 40]
 
E giusto per dire l’ovvio, anarchia non vuol dire caos e nemmeno che gli anarchici vogliono creare caos e disordine. Desideriamo, invece, creare una società basata sulla libertà individuale e sulla collaborazione volontaria. In altre parole, un ordine “dal basso verso l'alto” e non un disordine imposto “dall’alto verso il basso” dalle autorità.

A.1.2 Cosa significa "anarchismo"?

Citando Petr Kropotkin, l’anarchismo è “un sistema non-governativo di socialismo” [Kropotkin Revolutionary Pamphlets, p. 46]. In altre parole: “l’abolizione dello sfruttamento e dell’oppressione dell’uomo sull’uomo, vale a dire l’abolizione della proprietà privata [cioè il capitalismo] e dello Stato." [Errico Malatesta, "Towards Anarchism," in Man!, di M. Graham (Ed), p. 75]

L’anarchismo, dunque, è una teoria politica che ha l’obiettivo di creare una società in cui siano assenti gerarchie politiche, economiche e sociali. Gli anarchici ritengono che l’anarchia, l'assenza di autorità, sia una possibile forma di sistema sociale e quindi lavorano per incrementare la libertà individuale e l’uguaglianza sociale. Loro hanno come obiettivi la libertà, l'uguaglianza e il mutuo appoggio. Oppure, come nella famosa massima di Bakunin:

    “siamo convinti che libertà senza Socialismo sia privilegio ed ingiustizia, e che Socialismo senza libertà sia schiavitù e brutalità.”  [The Political                 Philosophy of Bakunin, p. 269]

La storia dell’umanità dimostra che la libertà senza l'uguaglianza è soltanto libertà per i potenti, e che l'uguaglianza senza la libertà è impossibile ed una giustificazione per la schiavitù.

Mentre ci sono molti tipi d’anarchismo (dall'anarchismo individualista all'anarchismo comunista -- vedi sezione A.3 per maggiori dettagli), ci sono sempre state due posizioni comuni alla radice di tutti -- l'opposizione allo Stato e l'opposizione al capitalismo. Nelle parole dell’anarchico individualista Benjamin Tucker, l’anarchismo insiste sull' “abolizione dello Stato e l’abolizione dell'usura; sulla scomparsa del governo dell’uomo sull’uomo e dello sfruttamento dell’uomo sull'uomo." [citato in Native American Anarchism - A Study of Left-Wing American Individualism di Eunice Schuster, p. 140]

Gli anarchici vedono profitto, interesse ed affitto come forme di usura (cioè sfruttamento) e si oppongono ad essi, alle condizioni che li generano, tanto quanto si oppongono allo Stato.

Più generalmente, nelle parole di Susan Brown, “l’anello che lega” le varie forme d’anarchismo “è la condanna universale della gerarchia e del dominio e la volontà di lottare per la libertà individuale.” Per gli anarchici, una persona non può essere libera, se è soggetta allo Stato o all’autorità capitalista.

Quindi l'anarchismo è una teoria politica che ha come obiettivo la creazione dell’anarchia, una società basata sulla massima “nessuna autorità” . Per ottenere questo “come tutti i socialisti, gli anarchici sostengono che la proprietà privata della terra, del capitale e dei macchinari è sorpassata, che è condannata a sparire: e che tutti i mezzi di produzione devono diventare proprietà comune della società, ed essere gestiti in comune dai produttori di ricchezza. Ed essi...sostengono che l’ideale organizzazione politica della società è uno stato di cose in cui le funzioni del governo siano ridotte al minimo, e [che] l’obiettivo finale della società è la riduzione delle funzioni del governo al nulla -- una società senza governo, l'anarchia. [Peter Kropotkin, Op. Cit., p. 46]
 
Quindi l'anarchismo è sia negativo che positivo. Analizza e critica la società attuale, mentre alllo stesso tempo offre una visione della nuova potenziale società, una società che massimizza certi bisogni umani che il sistema attuale nega. Questi bisogni di base sono la libertà, l’uguaglianza e la solidarietà. Di essi se ne discuterà nella sezione A.2.

L’anarchismo unisce l’analisi critica con la speranza, perché, come indicò Bakunin, “il desiderio di distruggere è un desiderio di creare". Non si può costruire una società migliore senza capire cosa c’è di sbagliato in quella presente.

A.1.3 Perchè l'anarchismo è anche definito socialismo libertario?

Molti anarchici, guardando alla natura negativa della definizione di "anarchismo", hanno usato altri termini per dare risalto alla funzione inerentemente positiva e costruttiva delle loro idee. I termini comuni più usati sono "socialismo libertario" e "comunismo libertario". Per gli anarchici, socialismo libertario, comunismo libertario e l'anarchismo sono termini virtualmente intercambiabili. 

Leggiamo queste definizioni nell'American Heritage Dictionary:

    LIBERTARIO: chi crede nella libertà di azione e di pensiero; chi crede nella volontà libera. 

    SOCIALISMO: un sistema sociale in cui i produttori possiedono sia sia il potere politico che i mezzi di produzione e di distribuzione delle merci.

Se si prendono queste due definizioni e si fondono assieme, avremo:

    SOCIALISMO LIBERTARIO: un sistema sociale basato sulla libertà di azione e di pensiero e sulla volontà libera, in cui i produttori possiedono sia         sia il potere politico che i mezzi di produzione e di distribuzione delle merci.

(Sebbene vada osservato che i dizionari usualmente non sono molto sofisticati dal punto di vista politico, usiamo queste definizioni solo per indicare che "libertario" non implica capitalismo di "libero mercato" come "socialismo" non implica possesso dello Stato. Altri dizionari avranno ovviamente definizioni differenti -- specialmente per socialismo. Quelli che desiderano dibattere sulle definizioni dei dizionari sono liberi di  perseguire questo svago politicamente inutile e senza fine. A noi non interessa).

Tuttavia negli Usa, dopo la creazione del Libertarian Party, molta gente ora considera l'idea del "socialismo libertario" una contraddizione in termini. In effetti, molti "libertarians" pensano che quello che gli anarchici fanno sia di provare ad associare le idee "antilibertarie" del "socialismo" (nel senso in cui i Libertarians lo concepiscono) con le quelle "libertarie", per rendere le idee "socialiste" più "accettabili". In altre parole pensano che gli anarchici stiano rubando l'etichetta "libertaria" ai legittimi proprietari. 

Niente può essere più lontano dalla verità. Gli anarchici usano il termine "libertario" per descrivere se stessi e le loro idee dal 1850. Le Libertaire, Journal du Mouvement sociale, per esempio, fu pubblicato a New York dal 1858 al 1861 dall'anarchico rivoluzionario Joseph Dejacque [Max Nettlau, A Short History of Anarchism, p. 75]. Secondo lo storico anarchico Max Nettlau, l'uso del termine "comunismo libertario" è da datarsi al novembre del 1880, quando venne adottato da un congresso anarchico francese [Ibid., p. 145].  L'uso del termine "libertario" da parte degli anarchici divenne più popolare dal 1890 in poi, dopo che si cominciò ad usarlo in Francia nel tentativo di ostacolare leggi antianarchiche e per evitare le associazioni negative della parola "anarchia" nella mente popolare (per esempio Sebastien Faure e Louise Michel nel 1895 pubblicarono Le Libertaire in Francia). Da allora, specialmente fuori dall'America, il termine è stato associato sempre con le idee ed i movimenti anarchici. Facendo un esempio più recente, negli Usa gli anarchici fondarono nel luglio 1954 su principi anarcosindacalisti la "Lega Libertaria" , che durò fino al 1965. Il Partito "Libertario" americano d'altra parte è nato solo all'inizio degli anni 70, ben oltre 100 anni dopo che gli anarchici in primo luogo usassero il termine per descrivere le loro idee politiche (e 90 anni dopo che l'espressione "comunismo libertario" fosse adottata per la prima volta). È quel partito, non gli anarchici, che "ha rubato" la parola. Più successivamente, nella sezione B, discuteremo perchè è l'idea di un capitalismo "libertario" (come voluto dal Libertarian Party) ad essere una contraddizione in termini. 

Come inoltre spiegheremo nella Sezione I, solo un sistema di proprietà socialista libertario può massimizzare la libertà individuale. Non c'è bisogno di dire che la proprietà di Stato -- cosa comunemente chiamata "socialismo" -- non è, per gli anarchici, socialismo. Infatti, come spiegheremo nella Sezione H, il socialismo di Stato è solo una forma di capitalismo, senza alcun contenuto socialista.

A.1.4 Gli anarchici sono socialisti?

Sì. Tutte le forme di anarchismo si oppongono al capitalismo. Questo perché il capitalismo si basa sull’oppressione e sullo sfruttamento. (vedi le sezioni B e C). Gli anarchici rigettano “l’idea che gli uomini non possono lavorare insieme se non hanno un padrone che si prende una percentuale della loro produzione” e pensano che in una società anarchica “i veri lavoratori si farebbero da soli le loro regole, deciderebbero quando, dove e come le cose andrebbero fatte”. Facendo cosi, i lavoratori si emanciperanno “dall'orribile regime del capitalismo.” [Voltairine de Cleyre, "Anarchism," pp. 30-34, Man!, M. Graham (Ed), p. 32, p. 34]
 
(Bisogna precisare che gli anarchici si sono sempre opposti a tutti i sistemi economici basati sul dominio e sullo sfruttamento, inclusi feudalismo, “socialismo” stile sovietico e cosi via. Ma in questo scritto ci concentreremo principalmente sul capitalismo, giacché è questo il sistema che attualmente controlla il mondo.)

Individualisti come Benjamin Tucker, così come anarchici sociali come Proudhon e Bakunin si autoproclamavano “socialisti”. Lo facevano perché, come Kropotkin scrive nel suo classico saggio Modern Science and Anarchism, "quando il Socialismo era inteso nel suo senso esteso, generico e vero -- come sforzo per abolire lo sfruttamento dei lavoratori da parte del Capitale -- gli anarchici marciavano mano nella mano con i socialisti di quel tempo" [Evolution and Environment, p. 81]. O perchè, come nelle parole di Tucker, "l'obiettivo di fondo del Socialismo [è] che i lavoratori dovrebbero arrivare alla gestione delle proprie cose", un obiettivo su cui concordano entrambe le "due scuole di pensiero Socialista...il Socialismo di Stato e l'Anarchismo". [The Anarchist Reader, p. 144]. Quindi la parola "socialista" originalmente è stata definita per includere "tutti coloro che credono nel diritto degli individui di possedere ciò che producono"  [Lance Klafta, "Ayn Rand and the Perversion of Libertarianism," in Anarchy: A Journal of Desire Armed, no. 34] Questa opposizione allo sfruttamento (o usura) è condiviso da tutti gli anarchici e li pone sotto la  bandiera socialista.

Per la maggor parte dei socialisti "l'unica garanzia per non essere derubati dei frutti del proprio lavoro è di possedere gli strumenti del lavoro" [Peter Kropotkin, The Conquest of Bread, p. 145]. Per questo motivo Proudhon, per esempio, sosteneva le cooperative di lavoratori, in cui "ogni individuo che è nell'associazione...ha una parte indivisa della proprietà dell'azienda" per cui tramite la "partecipazione alle perdite ed agli utili...la forza collettiva [cioè il surplus] cessa di essere fonte di profitti per un piccolo numero di managers e si trasforma in proprietà di tutti i lavoratori."  [The General Idea of the Revolution, p. 222 and p. 223] Così, oltre che volere la fine dello sfruttamento del Capitale sul Lavoro, i veri socialisti vogliono anche una società in cui i produttori gestiscano e controllino i mezzi di produzione. I mezzi con cui i produttori otterranno ciò è un punto in discussione nell'area anarchica e degli altri socialisti, ma il desiderio rimane comune.  Gli anarchici sono a favore di un controllo diretto dei lavoratori e di una proprietà di associazioni di lavoratori o della "comune" (vedi la sezione A.3 sui tipi differenti di anarchici).

Oltre a ciò, gli anarchici rifiutano il capitalismo perchè è sia autoritario che fonte di sfruttamento. Sotto il capitalismo, i lavoratori non possono gestire il processo di produzione né hanno il controllo su ciò che producono con il proprio lavoro. Un modo di produzione questo che non è basato sulla libertà uguale per tutti, ma sullo sfruttamento. A questo, gli anarchici si oppongono. Nel lavoro di Proudhon (che ha ispirato sia Tucker che Bakunin) si sostiene che l'anarchismo "arresterebbe dovunque lo sfruttamento capitalistico e abolirebbe il sistema del lavoro salariato" per "tutti i lavoratori...siano essi il semplice impiegato o il manager dell'impresa capitalista...Nel primo caso il lavoratore è subordinato, sfruttato: il suo stato permanente è quello dell'obbedienza...Nel secondo caso il lavoratore riprende la sua dignità come un uomo e cittadino...prende parte all'organizzazione di produzione, di cui prima era schiavo...non dobbiamo esitare, dato che non abbiamo scelta..è necessario formare un' ASSOCIAZIONE fra lavoratori...perché senza questa, essi rimarrebbero divisi in subalterni e superiori, il che porterebbe ad avere due...caste, una di padroni ed una di lavoratori subordinati, il che è ripugnante per una società libera e democratica." [Op.Cit., p. 233 e pp 215-216]

Di conseguenza tutti gli anarchici sono anticapitalisti ("Se i lavoratori possedessero la ricchezza che producono, non ci sarebbe il capitalismo" [Alexander Berkman, What is Communist Anarchism?, p. 37]).  Benjamin Tucker, per esempio -- l'anarchico più influenzato dal liberalismo (cosa di cui discuteremo successivamente) -- denominava le sue idee "Socialismo Anarchico" ed denunciava il capitalismo come un sistema basato "sull'usura, sull'interesse, sull'affitto e sul profitto". Sosteneva che in una società del libero-mercato anarchica e non capitalista, i capitalisti diventerebbero inutili e lo sfruttamento del Capitale sul Lavoro cesserebbe, poiché "i lavoratori...si assicurerebbero una paga naturale, l'intero prodotto." [The Individualist Anarchists, p. 82 and p. 85] Una tal economia si baserà sui banchi di mutuo soccorso e sul libero scambio di prodotti fra cooperative, artigiani e contadini. Per Tucker e gli altri anarchici individualisti, il capitalismo non è un vero libero mercato, essendo basato sulle varie leggi e monopolii che i capitalisti creano per mettersi in una posizione di vantaggio sui lavoratori, che essi sfruttano per mezzo del profitto, dell'interesse e dell'affitto (vedi la Sezione G per una discussione più argomentata). Max Stirner, l'arci egoista, non dice nulla al proposito ma disprezza la società capitalista ed i suoi vari "spettri", che per lui sono le idee trattate come sacre quale la proprietà privata, la concorrenza, la divisione del lavoro, e così via.

Quindi gli anarchici si considerano socialisti, ma socialisti di un tipo specifico -- socialisti libertari. L‘anarchico individualista Joseph A. Labadie disse (sostenuto anche da Tucker e Bakunin):

    “si dice che l’Anarchismo non è socialismo. Questo è un errore. L’anarchismo è Socialismo volontario. Ci sono due tipi di socialismo, archico o                 anarchico, autoritario o libertario, statale o libero. Infatti vi sono proposte di miglioramento sociale che sono  per aumentare o per diminuire il potere     delle volontà e delle forze esterne, sull’individuo. Se lo aumentano sono archici; se lo diminuiscono sono anarchici.” [Anarchism: What It Is and What     It Is Not]

Labadie affermò in molte occasioni che “tutti gli anarchici sono socialisti, ma non tutti i socialisti sono anarchici.” Da cui il commento di Daniel Guerin: “Anarchismo è veramente sinonimo di socialismo. L’anarchico è prima di tutto un socialista, il cui obiettivo è di abolire lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo”, che risuona in tutta la storia del movimento anarchico, sia dalla parte degli anarchici individualisti che di quelli sociali. [Anarchism, p. 12]. In effetti anche Adolph Fischer, Martire di Haymarket, usava quasi esattamente le stesse parole di Labadie per esprimere lo stesso fatto -- "ogni anarchico è un socialista, ma ogni socialista non è necessariamente un anarchico" -- mentre invece affermava che il movimento era "diviso in due fazioni;  gli anarchici comunisti e gli anarchici proudhoniani o della classe media." [The Autobiographies of the Haymarket Martyrs, p. 81]
 
Così mentre gli anarchici individualisti e quelli sociali non sono d'accordo su molti aspetti -- per esempio che un vero, non capitalista, libero mercato sarebbe il modo migliore per massimizzare la libertà -- essi concordano sul fatto che il capitalismo deve essere avversato, perché oppressivo e sfruttatore, e che una società anarchica deve, per definizione, essere basata sul lavoro non subordinato, ma associato. Soltanto il lavoro associato farà decrescere “i poteri delle volontà e delle forze esterne sull’individuo” durante le ore lavorative, e tale autogestione del lavoro è la base ideale del vero socialismo. Questa prospettiva emerge nell’affermazione di Joseph Labadie che i sindacati sono: “l’esemplificazione dell’ottenimento della libertà tramite associazione” e che “senza sindacato, il lavoratore è molto più schiavo del suo padrone.” [Different Phases of the Labour Question]

Ma è pur vero che i significati delle parole cambiano continuamente. Oggi “socialismo” si riferisce comunemente al socialismo di Stato, un sistema che gli anarchici hanno opposto perché nega la libertà e i veri ideali socialisti. Tutti gli anarchici concorderanno con la frase di Noam Chomsky:

    “Se la sinistra include il 'Bolscevismo', allora mi dissocio dalla sinistra. Lenin fu uno dei più grandi nemici del socialismo.” ["Anarchism, Marxism and     Hope for the Future", Red and Black Revolution, no. 2]

L’anarchismo si è sviluppato in costante opposizione agli ideali del marxismo, della socialdemocrazia e del leninismo. Molto prima che Lenin assumesse il potere, Michael Bakunin avvisò i seguaci di Marx del pericolo della “burocrazia rossa”, prevedendo che se fossero mai state applicate le idee del socialismo di Stato di Marx, avrebbe potuto dare origine al “peggiore degli stati dispotici”. Infatti, nei lavori di Stirner, di Proudhon, ed in particolare di Bakunin, si predicono gli orrori del socialismo di Stato con incredibile precisione. C'è da dire inoltre, gli anarchici furono tra i primi critici ed più forti oppositori del regime bolscevico in Russia.

Tuttavia, essendo socialisti, gli anarchici condividono alcune idee con alcuni marxisti (ma nessuna con i leninisti). Sia Bakunin che Tucker accettavano l’analisi e la critica di Marx sul capitalismo, oltre alla sua teoria sul valore del lavoro (vedi sezione C). Anche Marx fu influenzato fortemente da “L’unico e la sua proprietà" di Max Stirner, che conteneva una brillante critica di quello che Marx chiamava “comunismo volgare” oltre che del socialismo di Stato. Ci sono stati elementi del movimento marxista che condividevano opinioni simili all’anarchismo sociale (particolarmente il ramo dell’anarcosindacalismo) -- per esempio, Anton Pannekoek, Rosa Luxembourg, Paul Mattick ed altri, che erano molto lontani da lenin. O Karl Korsch ed altri, che hanno descritto in modo simpatetico la rivoluzione anarchica in Spagna. C'è molta continuità da Marx a Lenin, ma anche da Marx ai marxisti più libertari, che erano severamente critici su Lenin e sul Bolscevismo e le cui idee assomigliano al desiderio dell'anarchismo di costruire la libera associazione tra uguali.

L’anarchismo è semplicemente una forma di socialismo, del tutto opposta a quella che solitamente è definito come “socialismo” (di Stato). Invece della “progettazione centralizzata”, che la maggior parte della gente associa con il “socialismo”, gli anarchici desiderano la libera associazione e cooperazione tra individui, luoghi di lavoro e comunità e si oppongono al socialismo "di Stato”, che ritengono una forma di capitalismo di Stato, in cui "ogni uomo e donna saranno dei riceventi di  stipendio e lo Stato l'unico pagatore di stipendi" [Benjamin Tucker, The Individualist Anarchists, p. 81]. Quindi gli anarchici rifiutano il marxismo (che la maggior parte della gente pensa coincida con il "Socialismo") come portatore dell' "idea dello Stato che si fa Capitalista...a cui la frazione socialdemocratica del grande partito socialista sta provando a ridurre il Socialismo."  [Peter Kropotkin, The Great French Revolution, p. 31] L'obiezione anarchica all'identificazione marxista tra "progettazione centralizzata" e statismo (capitalista) con il Socialismo sarà discussa nella sezione H.

È a causa di queste differenze con i socialisti statisti, detto in modo riduttivo, che la maggior parte degli anarchici chiamano se stessi solo "anarchici", sebbene sia chiaro che  gli anarchici sono socialisti. Tuttavia, con la nascita dei cosiddetti "libertarian" di destra negli Usa, alcuni pro-capitalisti hanno preso a denominarsi "anarchici" ed ecco perchè abbiamo approfondito questo aspetto qui.  Storicamente e logicamente, l'anarchismo implica l'anticapitalismo, cioè il socialismo, che è qualcosa, evidenziamo, su cui tutti gli anarchici concordano (per una più approfondita discussione sul perchè l' "anarco"capitalismo non è anarchico guarda la sezione F).