penta

Alcuni storici della matematica greca pensano che i cinque solidi regolari fossero noti ai Pitagorici. I seguaci della scuola di Crotone sapevano come costruire esattamente un pentagono regolare, essi avevano adottato, questo signum, come segno di muto riconoscimento. Il pentagono regolare stellato è ottenuto prolungando i lati di un pentagono regolare. Per i Pitagorici questa figura, detta anche pentagramma o stella a cinque punte (che si può coistruire con un'unica linea chiusa intrecciata), esprimeva l'armonia tra il corpo e l'anima, aveva un significato mistico di perfezione, la consideravano anche un simbolo apotropaico, capace di allontanare o di annullare le influenze maligne (successivamente esso comparirà accanto a simboli cristiani ed accanto a simboli di genitali che fungevano parimenti da amuleti). Ritenevano che il pentagramma fosse un simbolo di salute, signum salutis, probabilmente i cinque angoli erano designati con le lettere greche del nome Igheia (Igea, personificazione della Salute, spesso considerata figlia di Asclepio, non possiede alcun mito in particolare ma figura unicamente al suo seguito).

Nelle sette gnostico-manichee, così come tra gli alchimisti, il numero sacro era il cinque perchè tanti erano gli elementi che esse ammettevano: luce, aria, vento, fuoco, acqua. Il pentagramma era in rapporto anche alla quinta essentia (quintessenza spirituale) dei quattro elementi abituali. Esso venne ripreso anche da altre sette, a noi più vicine nel tempo, per esempio dai Bogomili che abitavano i balcani (non è raro vederlo diseganto sulle loro lapidi, anche se celato sotto l'immagine delle cinque dita di una mano). Anche gli antichi indù conoscevano questo simbolo, ancora patrimonio della loro religione.
Sugli amuleti (abraxas) della tarda antichità, si trova spesso incisa una stella a cinque punte, essa sarà in seguito presente nella letteratura magica del mondo occidentale. In questo potrebbe si manifestarsi una *sotterranea corrente* di natura gnostica, rimasta celata allo sguardo ufficiale della Chiesa (destino analogo a quello che probabilmente occorse al pensiero fondato sull'alchimia). Il Pentaculum Salomonis viene citato nella tradizione ebraica come sigillo usato da Salomone avente forma di stella a cinque punte. L'iconografia cristiana si serve della stella a cinque punte, probabilmente in riferimento alle cinque ferite del Cristo crocifisso, come un segno che per la sua forma chiusa corrisponde al cerchio e simboleggia l'unione d'inizio e fine in Cristo.
Il simbolo del pentagramma si ritrova nelle tombe egizie (in cui il cielo di stelle viene indicato da stelle a cinque punte, prive però del disegno interno), nei lavori in ceramica etruschi, su alcuni muri di Pompei, nei graffiti delle caverne alpine (il più delle volte risalenti al basso medioevo ed all'inizio dell'età moderna), nelle decorazioni dell'Ordine dei Templari, nel medioevo esso veniva chiamato in Germania drudenfuss (piede di strega) e gli venivano attribuiti misteriosi poteri diabolici,.

Il pentagramma rientra spesso tra gli strumenti adoperati nei rituali magici, come si evince dall'episodio dell'incantesimo contenuto nel Faust di Goethe, l'Urfaust. John Wolfgang Goethe (1749-1832) racconta che Faust aveva appeso sulla porta del suo studio una stella a cinque punte e che, volendosi sbarazzare di Mefistofele, lo invitò ad andarsene, ma questi si rifiutò dicendo che il piede di strega sulla soglia gli impediva di uscire

Non posso uscire,
Me lo impedisce un piccolo ostacolo,
Il piede di strega sulla soglia.


La figura ha anche altri nomi, a seconda del valore simbolico che vi è associato: piede dell'incubo, orma della strega, pentacolo (lat. pentangulum, pentaculum), nomi coi quali si indicano anche altri simboli incantatori usati nei rituali magici.
Nella sua funzione di segno che esorcizza la presenza demoniaca, viene spesso inciso sul legno; lo si trova sulle travi delle antiche porte e sulle soglie (soprattutto nella regione alpina).
Essa deve essere completamente chiusa e senza alcun vuoto. Tradizionalmente, la forma che ha un vertice rivolto verso l'alto contrassegna la magia *bianca*, quella capovolta la magia *nera*. La tecnica di disegno nella magia *bianca* consiste nel partire dalla punta sinistra, si precede poi verso destra e poi in basso a sinistra e così via, fino a che la linea ritorna dal punto in basso a destra al punto di partenza. La variante in uso nella magia *nera* comprende spesso il disegno di una testa di caprone dal significato satanico, mentre la magia *bianca* disegna invece una figura umana.

Giuseppe Balsamo (1743-1795), Conte Alessandro di Cagliostro, chiamava il pentagramma stella fiammeggiante e cercava di riprodurla facendo cadere i raggi di una lampada su un recipiente tondo di vetro pieno d'acqua. Sotto questa forma, con fasci di raggi o fiamme agli angoli ed una G al centro, il pengramma svolge un ruolo molto significativo nel simbolismo massonico. Questa stella

Ci rammenta il Sole che coi suoi raggi illumina la Terra e procura all'umanitò i suoi benefici,
dando luce e vita a tutto ciò che si trova in questo mondo

Si può documentare la presenza nel simbolismo massonico di questa blazing star fin dal 1735. Ne è esempio il simbolo ottenuto dalla combinazione d'un compasso, una squadra ed una lettera G posta al centro del simbolo [alla quale si danno più spiegazioni: la si associa alla Gnosi, alla Geometria, a Dio (in tedesco: Gott; in inglese: God), Gloire, etc.] che si riferisce al Grande Geometra che regola l'Universo.

Il modello naturale di queste figure può essere ricercato nella simmetria a cinque raggi di parecchi echinodermi (come la stella di mare).

Bibliografia:
Aldo Scimone,  La sezione aurea - Sigma
Hans Biedermann, Enciclopedia dei Simboli - Garzanti


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