linguaggio

La lingua è l'organo umano che viene variamente equiparato, dal punto di vista simbolico, al linguaggio, poichè svolge una parte determinante nell'articolazione della maggior parte delle consonanti. Cuore e lingua sono nel mito egizio gli strumenti con cui il dio Ptah realizzò la creazione, ovvero con la ragione ed il linguaggio (la parola creatrice). Le prime parole del Vangelo di Giovanni:

In principio era il Verbo.

Il Verbo, il Logos, è ad un tempo Pensiero e Parola: in sè, è l'intelleto divino, che è il 'luogo dei possibili'; in rapporto a noi, si manifesta e si esprime per mezzo della Creazione, in cui si realizzano nell'esistenza attuale alcuni di questi possibili che, in quanto essenze, sono contenuti in lui da tutta l'eternità. Thot (versione greca dell'egiziano Djehuty), dio egizio legato per la sua natura lunare al calendario ed al tempo, patrono delle scienze, dio della sapienza, fu considerato l'inventore della scrittura, i geroglifici, detti "parole divine"; i sacerdoti di Hermopolis Parva lo considerarono come il creatore dell'universo mediante il verbum: le parole che egli pronunciò si concretizzarono in quattro coppie divine costituenti l'Ogdoade ermopolitana. La Creazione è opera del Verbo; essa è anche la sua manifestazione, la sua affermazione esteriore; per ciò il mondo è come un linguaggio divino per coloro che sanno comprenderlo. Il filosofo Berkeley diceva che il mondo è

Il linguaggio che lo spirito infinito parla agli spiriti finiti.

Negli Atti degli Apostoli (2,3 sg.) lo Spirito Santo si manifesta nel miracolo di Pentecoste in forma di lingua di fuoco, ed a ciò fa seguito la xenoglossia (facoltà paranormale di parlare lingue straniere senza conoscerle). Nell'iconografia cristiana la lingua è attributo dei martiri a cui veniva tagliata. Il balbettio estatico di fonemi incomprensibili viene detto, con parola derivante dal greco, glossolalia; essa è diffusa in molte Chiese libere (Camisardi, Irvingiani, Pentecostali) e nell'Antico Testamento viene già attribuita daIsaia al profeta visionario. Gli adepti delle "comunità pentecostali" stimano tali manifestazioni di possessione come segni di ispirazione sovrannaturale, e le chiamano "lingue degli angeli".
Secondo l'uso linguistico, il mentitore è "biforcuto", ovvero "parla con la lingua doppia", come quella del serpente. Nell'antico Messico era diffusa una forma di autoflagellazione che consisteva nel trapassarsi la lingua con una corda piena di spine.

Ogni espressione, ogni formulazione, è un simbolo del pensiero che essa traduce esteriormente; in questo senso, il linguaggio stesso non è altro che un simbolismo. La scrittura è originariamente ideografica ed in certi casi, come in Cina, ha sempre conservato questo carattere. In generale, la forma del linguaggio è analitica, 'discorsiva' come la ragione umana di cui esso è lo strumento proprio e di cui segue o riproduce il cammino con la massima esattezza possibile; al contrario, il simbolismo propriamente detto è essenzialmente sintetico, e per ciò stesso 'intuitivo' in qualche maniera, il che lo rende più idoneo del linguaggio a servire da base all''intuizione intellettuale'. Il linguaggio, caratterizzato da significati più definiti e fermi, pone sempre alla comprensione limiti più o meno stretti.
Non c'è niente di arbitrario nel linguaggio umano, dovendo ogni significazione avere all'origine il suo fondamento in qualche convenienza od armonia naturale fra il segno e la cosa significata. Perchè Adamo aveva ricevuto da Dio la conoscenza della natura di tutti gli esseri viventi, egli potè nominarli (Genesi, II, 19-20); tutte le tradizioni antiche concordano che l'insegnare il vero nome di un essere non è che una sola cosa con la sua natura o la sua stessa essenza.

Gli uomini non usano il linguaggio, lo vivono. Esso non è strumento ma attività specie-specifica di organi naturali dell'animale uomo. L'uomo non sceglie il linguaggio. Dal momento in cui comincia a parlare non è più libero di fare a meno del linguaggio. Il silenzio è una scelta interna al linguaggio. L'uomo è linguaggio.
I pitagorici sostenevano

I logoi [discorsi e parole] sono i respiri dell'anima


Il respirare del corpo ed il respirare-parlare dell'anima sono fittamente intrecciati. A livello di descrizione fenomenologica il respirare appare come l'attività biologica primaria su cui si innesta il parlare ed il parlare appare come una rimodellizzazione specie-specifica del ritmo respiratorio.

Dio da la vita all'intero creato attraverso la semplice contemplazione della prosa della Scrittura.

Argento pregiato è la lingua del giusto. (Proverbi di Salomone 10,20)

Bibliografia:
Boris De Rachewiltz, I miti egizi - TEA
René Guénon, Simboli della scienza sacra - Adelphi
Aleister Crowley, Magick - Astrolabio
[a cura di] Giulio Busi & Elena Loewenthal, Mistica ebraica - Einaudi
Franco Lo Piparo, Aristotele e il linguaggio - LaTerza
Hans Biedermann, Enciclopedia dei Simboli - Garzanti

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