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EPISOD UAN

Nemici, nemici ovunque. Li poteva intravedere, nascosti nell'oscurità. Decine di piccoli vermi, le guardie dell'imperatore Kratwokslapslurmaghbedsilvio; probabilmente cecchini, pronti a fulminarlo non appena fosse uscito dalla lattina che lo proteggeva. Ma per ora aveva tempo. Controllò le armi a sua disposizione: 8 ghiande atomiche, un fucile a pompa, un lanciaghiande... ah! ecco quel che cercava: il mitra-lancia-caccole-di-gnù! Indossò la scintillante armatura a scaglie di merluzzo, caricò il mitra, e si preparò a uscire. 3, 2, 1 ...
-GERONIMO!!!- gridò, saltando fuori dalla lattina e aprendo il fuoco contro l'oscurità. I cecchini risposero al fuoco, ma erano chiaramente disorientati dalla pioggia di caccole di gnù che li stava travolgendo. Sorrise. Si stavano ritirando scompostamente.
Tutti tranne uno: lo vide avvicinarsi strisciando a gambe (?) levate, e stringendo al petto (?) una ghianda atomica. Quando capì, era troppo tardi: era un kamikaze di Kratwokeccetera. Lo sommerse con una scarica di caccole e si avvicinò, ma la ghianda era già innestata. L'ondada atomica lo travolse e lo sbatacchiò per terra. Beh, era ancora vivo, dopotutto!
Strascicandosi per le dolorose ferite si avvicinò ai resti caccolosi del kamikaze.
-Bastardo!- sibilò fra i denti -Figlio di una cimice!-
Aveva poche caccole ancora, ma non resistette alla tentazione di straziare il cadavere.
-Ah! Ah! A...-
La risata gli si bloccò in gola, congelata da un tremendo ruggito alle sue spalle. Si girò tremante. Un Cervo Volante.
Fece fuoco (?) ma le caccole erano finite. Maledisse il suo sfogo sul kamikaze, cercando freneticamente il lanciaghiande. Il Cervo aprì la bocca (?).
-Noooooo!- gridò lui, ma quello sembrò non capire, ed eruttò un fiume di muco, che lo travolse, senza scampo.
*Game Over* ronzò il computer.
-Dannazione! Di nuovo! Avevo quasi finito il livello!- imprecò l'investigatore Mulinski, servizi segreti della Comunità Europea Meridionale (CEM).
Avrebbe distrutto lo schermo del computer, se non fosse che stava giocando in interfaccia olografica totale, e quindi NON c'era uno schermo. Si levò gli occhiali e la tuta da gioco.
-Ho bisogno di una caffaranciata-
Uscì dalla stanza bestemmiando e sbattendo la porta.
-Dannato Kratwokslapslurmaghbedsilvio! Hai vinto anche stavolta, ma ci rivedremo!-
FINE PRIMA PUNTATA
 
EPISOD CIÙ
La lampada del corridoio lampeggiava rantolante. Mulinski non la sopportava e oggi aveva anche mal di testa. Per fortuna aveva fatto un corso di elettronica, così sapeva come risolvere il complicato problema. Estrasse la sua fida pistola automatica d'epoca, e in due colpi la lampada smise di lampeggiare. Mica l'aveva passato, il corso di elettronica.
A tentoni, nel rilassante buio, Mulinski raggiunse la porta del corridoio, e ci sbattè il naso. Dopo averle affibbiato un simpatico epiteto, la spia aprì la porta e, scese le scale, giunse nell'atrio della Centrale Segreta di Psicopolizia. Inserì la sua tessera magnetica nel distributore di bevande, che lo salutò:
*Bon-giorno, aghente Mu-li-ski*
-Mulinski, stupida carretta-
*Bon-giorno, aghente Mu-li-ski, stupida karretta*, si corresse il distributore, *kosa vuole oggi?*
-Una caffaranciata- sospirò Mulinski.
*Kon - o - senza extasy?* s'informò il distributore.
-Con 2 zollette- rispose l'agente dopo una rapida decisione. Il distributore emise un gorgogliante rumore, segno che stava mescolando gli agenti chimici. Dopo pochi secondi sul vassoietto apparve il brick con cannuccia. *Arri-vederci* salutò la macchina.
Mulinski prese il brick e se ne andò mugugnando. Aspirò una sorsata di caffaranciata e si sentì subito molto meglio. C'era un pò troppo Idrato di Polifosfazoto, ma tutto sommato non era una caffaranciata malvagia. La giornata stava quasi prendendo una piega positiva quando, puntuale come una bolletta dell'olo-fono, entrò nell'atrio Pivetta, l'assistente che gli aveva affibbiato il maresciallo Capperi.
-Salve capo!- squittì il pufffesco Pivetta
-Sparisci, idiota!- ruggì Mulinski.
-Non posso, capo, non mi hanno ancora fornito del simulatore d'invisibilità, capo.-
Mulinski aspirò una lunga, lunga sorsata di caffaranciata.
-C'è qualcosa che non va, capo?- chiese premurosamente Pivetta -Cosa stai bevendo, capo?-
-Acido ribonucleico-
-Allora ne prendo uno anch'io, capo!- disse Pivetta, inserendo la sua tessera nel distributore.
*Bon-giorno, aghente Pivettha!*
-Buongiorno distributore. Come va?-
*Non c'è male. E - lei?*
-Tutto OK!-
*Kosa vuole oggi?*
-Acido ribonucleico-
*Kosa è "acido ri-bo-nuk-le-ico"?*
-Non lo so. Mettici del ribes.-
*Ri-ce-vuto, aghentee Pivettha!*
Il distributore si mise al lavoro sui suoi tossici intrugli. Mulinski chiuse gli occhi. Era irritante come Pivetta si trovasse perfettamente a suo agio con quella stupidissima baragnola:
*Arri-vederci*
-A più tardi, Dist.!-
FINE SECONDA PUNTATA
 
EPISOD FRÌ
Pivetta si allontanò soddisfatto dal distributore, sorseggiando uno strano miscuglio di ribes, acido muriatico, patatine fritte sciolte, e muco di ameba plutoniana.
-Buono capo! Hai fatto la scelta giusta, capo. Come sempre, capo!-
Mulinski ingollò tre pasticche di calmante e si avviò verso il suo studio, seguito dal baldanzoso assistente. Aveva appena aperto la porta dello studio, quando squillò l'olofono. Premette il pulsante di risposta, e nella stanza apparve l'immagine olografica del maresciallo Capperi, un ometto basso e tarchiato, dal naso prominente ornato da due baffoni dalle punte fosforescenti, secondo la moda del momento.
-Buonasera, agente H2O!- Esclamò con aria marziale.
-Mulinski- lo corresse Mulinski abbassando il volume dell'olofono.
-Nome in codice, accidenti, agente H2O! Non siamo come le mammolette della municipale.-
-La municipale è stata soppressa da quarant'anni. maresciallo, durante il regno di Calogero Oddo IV.-
-Ah, bei tempi quelli. Allora sì che i boss mafiosi erano dei signori, e pagavano bene! Ma basta coi bei ricordi, agente H2O! La smetta di sognare ad occhi aperti! La voglio a rapporto nel mio studio entro 5 minuti!-
Il collegamento si interruppe.
-Guai in vista, capo!- disse gaiamente Pivetta.
-Taci, cretino!- replicò gentilmente Mulinski, mentre preparava il computer al teletrasporto tramite internet.
*Teletrasporto pronto* gracchiò il computer.
-Esegui!- disse Mulinski. Un suono di campanello però lo avvertì che c'era un problema:
*Linea occupata! Riprovare?*
-No,- rispose Mulinski -andiamo a piedi-
-Che fatica, capo!- esclamò risentito Pivetta. Uscirono dallo studio, ed entrarono in quello accanto.
-Agente Mulinski a rapporto!-
-H2O, diamine!-
-Sissignore signor maresciallo Capperi!- si corresse Mulinski. -Qual'è il problema?-
-Questo- rispose il maresciallo, mostrando una olofoto. -Riconosce questi corpi celesti?-
Mulinski guardò l'olofoto. Vi erano effettivamente due cadaveri di colore azzurrino. Dopo averli brevemente osservati, rispose:
-Ma... sono Antonino Sedara e Carmelo Dell'Utri!-
-Esatto. Sono stati assassinati ieri sera.-
-Sospetti?-
-La Confraternita dei Carabinieri. Stanno cercando di riprendere il potere, e Sedara e Del'Utri erando due dei boss principali del Non-Parlamento. Capperi squadrò Mulinski.
-Recati a questo indirizzo- disse, dandogli una tessera magnetica. I fogli non venivano più usati da quando l'ultimo albero era stato tagliato dalla Mafia Ikea.
-Vado subito a fare un sopralluogo- disse Mulinski.
-Sono con  te, capo!-
FINE TERZA PUNTATA
 
EPISOD FOR
Mulinski e Pivetta uscirono dalla Centrale segreta, con un grazioso ombrellino d'amianto per proteggersi dalla sottile pioggia acida che durava da tutto il giorno. Mulinski premette un pulsante sul suo telecomando, e la sua macchina speciale d'ordinanza si aprì. Era una 126 del 1973. la macchina più potente che i Servizi Segreti potessero permettersi da quando era scattato il razionamento del petrolio imposto dall'Impero Ottopiedo. Il petrolio era infatti agli sgoccioli, il mondo inquinato e sporco, il 95% della popolazione era tornata in uno stato rurale mentre l'Impero Americano e la Comunità Europea sprecavano gli ultimi barlumi di ricchezza in una folle gara all'opulenza e al consumo. Mulinski accese la 126 che partì con una fumata nera dovuta al fatto che la benzina era stata allunata col Tavernello, che costava di meno ma era ugualmente utilizzabile come carburante. Erano ormai in molti ad usare espedienti come questo, col risultato che l'aria era diventata irrespirabile e che stare per più di dieci minuti all'aria aperta provocava terrificanti alluccinazioni che erano alla base dell'ispirazione dei peggiori gruppi nu-post-skin-punkmuffocore. In realtà uno scienziato aveva trovato nel '42 un rimedio all'inquinamento, inventando una macchina che funzionava ad anidride carbonica e sfornava ossigeno. La mafia dell'industria automobilistica aveva però bocciato il progetto, condannando a morte lo scienziato per sevizie ad un telecomando e distrutto i progetti.
Mulinski rifletteva su questo e su molti altri problemi del mondo (come il prezzo al kg dei broccoli) mentre ascoltava la radio che passava l'ultimo successo di Gigi D'Ag che, ormai novantenne, continuava a remixare l'Amour Toujours per la gioia delle nuove folle di fighetti da Extadiscoteca. Pivetta, nella ristrettezza dell'abitacolo, accennava alcune artificiose mosse di danza.
Mulinski si concentrò sul traffico, perché erano arrivati in Corso Riina, la principale via ddella metropoli di Pisornosseto, la città che si estendeva lungo la costa toscana per decine di kilometri.
Cambiò corsia un paio di volte, zigzagando fra i trabiccoli di varia provenienza, poi vide nello specchietto i giganteschi fari di una Mitsubishi Tiger IV, una jeep giapponese montata su cingoli di un carroarmato tedesco. Il mostro d'acciaio portavva sullla fiancata lo stemma della Mafia Poggibonsese e, in virtù di tale simbolo, si permetteva allegramente di travolgere qualsiasi cosa gli si frapponesse sulla strada. Mulinski sterzò bruscamente e parcheggiò sul marciapiede, evitando rispettosamente un'aiuola e investendo il meduscane di un bambino.
-Siamo arrivati, capo?-
FINE QUARTA PUNTATA
 
EPISOD FAIV
L'indirizzo indicato dalla tessera magnetica corrispondeva ad un enorme portone fluorescente di colore verdeazzurrino.
Mulinski chiuse a chiave la 126 e azionò l'antifurto, un enorme cannone laser da 300 kW che avrebbe incenerito chiunque si fosse avvicinato a meno di un metro dalla macchina.
Seguito da Pivetta, si avvicinò al portone, alla cui destra fiammeggiava la scritta "Maiano", sottostante al pulsante del campanello.
Mulinski premette, e immediatamente una telecamera fuoriuscì da una apertura nel muro.
*BZZT! IDENTIFICARSI PREGO!* gracchiò il videocitofono.
-Agente Mulinski, servizi segreti.
-E agente Pivetta!- puntualizzò lo gnomico assistente.
*MOTIVO DELLA VISITA?*
-Sopralluogo investigativo-
La porta si aprì silenziosamente, a parte un cigolio frastornante e una accogliente musica techno di sottofondo.
Una immagine olografica di segretaria virtuale minigonnomunita si materializzò davanti a loro e li invitò, con una voce suadente da pistone arrugginito, a seguirli.
L'olotaria (segretaria olografica) li guidò per un lungo corridoio, illuminato solamente dal fioco neonbagliore da lei stessa emanato. Si fermò davanti ad una rampa di scale.
-I miei sist-hemi di lo-ko-motz-ione non mi x-mettono di x-korrere kweste skahale. Harrivate in tchima e ent-rate nella prima porta a deshtra! Ad-god- (la segretariaera anche poliglotta).
L'immagine olografica si spense lasciando Mulinski e Pivetta nel buio più totale.
-Capo, capo, dove sei?-
-Accanto a te, idiota.-
-Ah, è vero capo: ti sento il naso!-
-Non è il naso, cretino.-
-Ah! Scusa capo! Da che parte andiamo, capo?-
-Su per le scale, come ha detto la segretaria, imbecille- rispose Mulinski accendendo la sua torcia d'ordinanza e iniziando con fare circospetto a salire le scale.
-Capo?-
-Che c'è, acefalo?-
-Mi hai perdonato per prima, capo? Credevo che fosse il naso, capo! Non immaginavo che avesse dei gioiellidi famiglia così piccoli, capo!-
-Taci, aberrazione del genere umano!- rispose Mulinski, in vena di complimenti.
-Scusa capo!-
Arrivarono in cima alle scale. C'erano tre porte. Su quella di destra c'era un cartello illuminato con la scritta "ATTENTI AL GHEPARDO".
Dubbiosamente, Mulinski bussò, postando la mano alla pistola.
-Avanti!- rispose una voce tonante.
FINE QUINTA PUNTATA


EPISOD SICS

La porta si aprì, rivelando un ampio studio fiocamente illuminato da una lampada da tavolo a emissione di neutrini, posta su una scrivania monumentale di marmo nero, dietro alla quale era seduto un tarchiato vecchietto dalla riccioluta e folta barba bianca, dietro al quale era, appesa al muro, una grossa bandiera della Mafia Docentium, dietro alla quale boh.
Il vecchino, pur nella penombra, portava un grosso paio di occhiali scuri, e teneva fra le dita il mozzicone di un sigaro cubano d'annata 2015. Grande anno il 2015, per il tabacco: gli allora Stati Uniti d'America avevano invaso l'allora Cuba, e l'utilizzo di armamenti atomici aveva conferito ai sigari una squisita gradazione radioattiva.
Mulinsk fece per avanzare, ma il vegliardo gli ordinò di fermarsi con un cenno dell mano.
-Posi le armi, signor Mulinski-
-Non ho armi!- mentì Mulinski.
-Davvero, capo?- chiese Pivetta.
-Taci, eufemismo mentale- rispose Mulinski fulminandolo collo sguardo, e con una gomitata nelle costole.
L'uomo dietro la cattedra non si mosse.
-Ho detto di posare le armi-
-Quali armi?-
-Beh, per cominciare potrebbe mollare il disintegratore bradionico a energia solare che ha nascosto nelle mutande.-
-Ah, già!- disse con simulato stupore Mulinski. Poi con una complice strizzata d'occhio, aggiunse:
-Servizio di sorveglianza, eh?-
-No, occhiali a raggi X- rispose Maiano, levandosi gli occhiali. -Sedetevi pure- disse, premendo un pulsante sulla scrivania.
Due poltrone di pelle nera emersero dalla penombra e si portarono davanti alla scrivania. Mulinski e Pivetta si sedettero sospettosi.
Il padrone di casa parlò:
-Allora, miei incliti ospiti...-
-Scusi!- lo interruppe Pivetta, alzando la mano, -Cosa vuol dire "inclito"?-
-Non lo so, ma è divertente dirlo...- rispose Maiano sorseggiando una tazza di cocaffè.
-Dicevo, miei incliti ospiti, che cosa desiderate?-
-Siamo qui per un sopralluogo, per il fattaccio di ieri sera, avvenuto al megaparty che ha dato coi suoi colleghi della ma...-
Fu interrotto nuovamente da Pivetta:
-Avevo ragione capo, effettivamente sei un pò ipodotato- disse lo gnomico Pivetta, esaminandogli la zona pubica con gli occhiali scuri di Maiano.
-Taci, idiota per anonomasia!-
-E restituiscimi i miei occhiali!- esclamò Maiano, sporgendosi nervosamente in avanti e rovesiandosi graziosamente il cocaffè sul suo maglione rosso, famoso perché lo indossava ogni giorno dal 1975:
-Mannaggia la sbumballata!-
FINE SESTA PUNTATA
EPISODIUS VII
Maiano estrasse un telecomando da un cassetto e, premuto un pulsante, attese che un droideragno arrivasse e pulisse la macchia. Visibilmente innervosito dall'incidente ripose gli occhiali a raggi X nel cassetto assieme al telecomando.
-Insomma, volete fare questo sopralluogo? Forza seguitemi!-
Detto questo mosse una levetta della sedia, che si mosse lentamente verso una piccola porta laterale che Mulinski non aveva notato. La porta si aprì, rivelando un immenso salone. Per terrra vi erano ovunque cartacce, frammenti di pseudopatatine, macchie di bibite alluccinogene, pastiglie di ogni genere, macchie di sudore, e tutte quelle cose tipiche di un post-megaparty fra ottantenni. I cadadveri erano ancora lì, congelati affinchè non si decomponessero. Antonino Sedara era prono, a mani larghe e la faccia sul pavimento. Carmelo Dell'Utri era riverso sul fianco, con una mano nella tasca di Sedara. Mulinski si avvicinò. Nella tasca non c'era niente, proprio come diceva il rapporto della Polizia Fanta-Scientifica (la Scientifica era arrivata sull'orlo del fallimento nel 2080, e si era salvata grazie alla sponsorizzazione della Fanta, che però li aveva costretti ad adottare una divisa arancione a bollicine, con un cappello a forma di tappo).
I due corpi avevano una colorazione azzurrina livevemente fosforescente, tipica fra i mafiosi che, per evidenziare che erano nobili, si facevano iniettare dei pigmenti nel sangue che così diventava sangue blu. Questa tatuoperazione portava all'impotenza, ma a nessuno interessava. perché tanto nessuno faceva più sesso perché s'era sparso un misterioso virus incurabile che si trasmetteva tramite il sudore, e il virus veniva dalla Fanta perché il nuovo gusto pesticida era tossico, ma la Scientifica non aveva detto niente perché era proprietà della Fanta.
Mulinski appurò che erano stati fatti tutti i controlli dovuti e che non c'erano più tutti i piccoli oggetti, che erano stati requisiti dallla Fanta-Scientifica.
-Pivetta, passami il rapporto della Fanta-Scientifica!- ordinò.
-Ehm, capo...- tossichiò imbarazzato Pivetta.
-Idiota, te lo sei scordato? Lo sapevo!-
-Capo! La tua sfiducia nei miei confronti mi offende!-
-E allora dammi quel rappporto!!!-
-Mica ho detto che ce l'ho, ho detto solo che la tua sfiducia mi offende, capo.-
Mulinski ingoiò un altro paio di pilloline antidepressive. Si girò verso Maiano, che li guardava ghignante.
-Si possono vedere gli olofilmati delle telecamere di sicurezza?-
-Certo, agente Mulinski!- ribattè lui, ironico.
FINE SETTIMA PUNTATA
EPISOD EIT
Maiano premette un tasto sul suo telecomando e la stanza si riempì di figure olografiche che danzavano,parlavano, bevevano, si drogavano e si scambiavano mazzette. Mulinski individuò le figure di Dell'Utri e Sedara. Stavano parlando fra di loro, Dell'Utri masticava una tartina, mentre Sedara sorseggiava uno yoghurtextasbirra.
Finita la bevanda, Sedara si voltò per buttarla lontano, poi rimase girato, indicando la tasca destra. Dell'Utri vi mise la mano, ingoiando il resto della tartina. I due caddero a terra, senza vita. Gli altri invitati continuarono a ballare, pensando che fossero ubriachi. Solo alcuni minuti più tardi due domestici elettronici, giunti per buttarli fuori, si resero conto della loro morte.
Le figure olografiche scomparvero.
Maiano si avvicinò a Mulinski, che disse:
-Non potrebbe essere avvelenamento?-
-Ma che ipotesi originale!- lo schernì Maiano -proprio non ci avevano pensato quelli della Fantascientifica... Comunque, tornando alla sua domanda: No, i loro corpi hanno subito un'autopsia: pare che si sia trattato di un infarto.-
-Contemporaneo?-
Maiano annuì.
-Ma... non è possibile!-
-Splendida soluzione del caso, agente Mulinski!-
Mulinski si rese conto di aver detto una frase Pivettoide, e tornò a riflettere... A proposito, dov'era finito Pivetta? Si guardò intorno, e lo vide a qualche metro di distanza che fissava il soffitto con aria concentrata.
-Ehi, testa disabitata! I cadaveri non sono appesi al soffitto...-
-Lo so, capo: me l'hanno insegnato al corso d'apprendista detective: a meno di suicidio i cadaveri non sono quasi mai appesi- rispose Pivetta recitando la sua lezione.
-E allora cosa guardi?-
-Stavo cercando il faretto che ha illuminato per vari secondi le due vittime prima della loro morte, capo!-
-E cosa c'entrano i faretti?-
-Beh, capo! Lo sapresti anche tu, se frequentassi un po' le extadiscoteche: i faretti lampeggiano in continuazione, mentre quello è rimasto fisso per molti secondi.-
Mulinski fece riavvolgere un po' l'olofilmato, e la sala si riempì nuovamente di figure vagamente fosforescenti. Era incredibile, ma Pivetta aveva veramente notato qualcosa di importante: un faretto illuminò per alcuni secondi Dell'Utri e Sedara, per poi spegnersi subito dopo la loro morte. Mulinski scrutò il soffitto fino a che non ebbe trovato il faretto in questione, e sobbalzò nel vedere una figura che vi armeggiava, e si allontanava dopo la morte dei due. Fece fermare l'olofilmato.
- Chiamate la Fantascientifica: voglio sapere tutto di quell'uomo!-
FINE OTTAVA PUNTATA

 
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